Categoria: recensioni

La mia recensione a “Giappone” di Rossella Menegazzo nel nuovo numero di “Bonsai & suiseki magazine”

Pensate che l’ukiyo-e sia un tipo di sushi? Gli shogun vi confondono?

Allora ho il libro che fa per voi: (altro…)

L’enciclopedia dell’immaginario: i “Manga” di Hokusai

Una fanciulla seminuda impegnata a sistemarsi l’acconciatura, un uomo che legge accanto alla teiera, una donna china che rivela la nuca candida: sono solo alcuni volti del complesso di personaggi che affollano in un istante la mente di chiunque si accosti a Hokusai.

E un’opera, forse più di altre, rende merito della sua grandezza e della sua straordinaria capacità inventiva: (altro…)

Anatomia del sushi: “Sushi. Gusto e benessere”

Mettete insieme uno chef di Yokohama, la fondatrice di Sosushi (una delle principali catene di ristorazione giapponese in Italia) e un medico specializzato in comunicazione: il risultato è Sushi. Gusto e benessere di Aisu Hirotsugu, Sara Roversi e Domenico Tiso (Pendragon, 2010, pp. 128; ora in offerta su Amazon.it cliccando qui a 21,25 €, anziché 25), un volume che  (altro…)

Un paese, mille volti: “Giappone. Luci e ombre della terra del Sol Levante” di Iago Corazza e Greta Ropa


La prima immagine: una scolaresca in divisa blu e fiocco rosso d’ordinanza posa ordinata dinanzi al fotografo. Non c’è altro, se non una distesa di alunne composte e, a un primo sguardo, tutte uguali. Ma basta prestare un poco di attenzione ed ecco che le differenze saltano all’occhio: una bambina sorride dolcemente all’obiettivo, mentre una compagna si lascia scappare una smorfia di noia; in prima fila una studentessa trattiene a stento una risata, e poco più in là una coetanea sfoggia – forse senza volerlo – un grosso orologio bianco di plastica che spunta dalla manica.

E’ questo uno dei mille volti dell’arcipelago estremo-orientale che Iago Corazza e Greta Ropa hanno immortalato nel loro volume Giappone. Luci e ombre della terra del Sol Levante (White Star-National Geographic, 2010, pp. 271, € 38; disponibile anche in inglese; ora in offerta su Amazon.it cliccando qui a 32,30), attraverso più di duecento bellissimi scatti, (altro…)

Un anno dopo il terremoto: le reazioni dei giapponesi in “Fukushima e lo tsunami delle anime” di Paolo Salom

Il lago Inawashiro, prima dell'11 marzo 2011; era detto 'lo specchio del paradiso'.

Buongiorno a tutti. Sono arrivata oggi da Fukushima. Sono venuta insieme a molti compagni che hanno riempito diversi pullman, sia dalla prefettura di Fukushima stessa sia dai posti dove siamo stati sfollati. […]
Ci sono alcune cose che desidero dirvi tanto per cominciare. (altro…)

Alla scoperta dell’alimentazione e della cucina giapponese

Un’accogliente cucina di Tokyo in penombra. Il vapore si solleva dolcemente dal riso, mentre una pentola sobbolle borbottando.

Qualche migliaio di chilometri più in là, nell’affollata mensa universitaria di un campus americano, tra cotolette, patatine e salse in abbondanza, Naomi – appena arrivata dal Sol Levante – (altro…)

“Se sei triste guarda il cielo”: le delicate poesie di Shibata Toyo

Di notte, dopo che la badante se ne è andata, davanti la tv, Toyo Shibata inizia a comporre poesie per combattere la depressione. Parola dopo parola, dà vita a un’antologia, Kujikenaide (che suona come “Non perdete la speranza”), pubblicata nel 2009, che vende un milione e mezzo di copie. Unico particolare: l’autrice ha novantotto anni. E ora, malgrado ora abbia superato il secolo di vita, sta preparando una nuova raccolta. (altro…)

Un sogno lungo trent’anni: “La vergine eterna” di Ōe Kenzaburō

Ho cercato a lungo una sua foto, un ritratto qualunque: nulla. Mi sarebbe bastato un ritaglio di giornale, una polaroid dai bordi ingialliti, persino un necrologio seguito da un vecchio scatto stinto dagli anni. Malgrado ciò, sono certa che Sakura Ogi Magarshack sia davvero esistita. Che sia stata un enfant prodige del cinema nipponico, che abbia consacrato la sua vita al palcoscenico, che durante l’occupazione americana in Giappone nel secondo dopoguerra abbia comparso bambina in un ambiguo cortometraggio ispirato ad Annabel Lee (una delle più note liriche di Edgar Allan Poe), diretto da un soldato dell’esercito statunitense che sarebbe poi divenuto suo marito.

Me lo ha rivelato Ōe Kenzaburō in uno delle sue opere più recenti, La vergine eterna (trad. di G. Coci, Garzanti, 2011, pp. 251, € 18,60; ora in offerta su Amazon.it cliccando qui a € 15,81), e io gli credo. (altro…)

Il coraggio di dire no: “La nobile tradizione del dissenso” di Susan Sontag e Ōe Kenzaburō

Al liceo, sulle pareti della mia aula, campeggiavano due massime: qui, “Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la vita per consentirti di esprimere le tue idee” (erroneamente attribuita a Voltaire), lì “Sapere aude” (“abbi il coraggio di conoscere”, aforisma oraziano ripreso anche da Kant). Nel mezzo, le mie perplessità di quindicenne e lunghi anni di oblìo.

Poi, qualche giorno fa, queste parole sono riemerse d’improvviso alla mia memoria, appena terminata la lettura de La nobile tradizione del dissenso di Susan Sontag e Ōe Kenzaburō (trad. a cura di P. Dilonardo; Archinto, € 10; ora in offerta su Amazon.it a € 8,50 cliccando qui), (altro…)

Le vere memorie di una geiko: “Storia proibita di una geisha” di M. Iwasaki

Mineko, a sei anni

Kyoto, anni Cinquanta. Sotto un bellissimo parasole di carta, un’elegantissima donna abbozza un sorriso al fotografo; a lei cerca di stringersi una bambina dall’aria tenera e curiosa. Sotto il suo kimono a fiori, spuntano appena i piedini intrecciati in segno di timidezza. Da pochi mesi, Masako – così si chiama la piccola – ha lasciato di sua volontà, sebbene a malincuore, la propria casa per trascorrere gli anni a venire in un’okiya, la tradizionale residenza delle geiko (come si autodefiniscono le geisha) e delle maiko (le apprendiste): ignora del tutto che diventerà una delle donne più ammirate dell’intero Giappone, a costo però di enormi sacrifici. Non soltanto la bimba è costretta ad adattarsi a uno stile di vita alquanto duro, ma è tenuta a rinunciare alla propria famiglia, mutando persino il proprio nome in Mineko e il cognome in Iwasaki (tratto dalla madre adottiva).

La sua storia è raccontata per la prima volta in un volume da poco uscito in Italia, Storia segreta di una geisha, curato da lei stessa, Mineko Iwasaki, ora rispettabile signora di mezza età, (altro…)

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