Osannato per i suoi racconti, celebrato dal cinema grazie a Rashōmon per merito di Kurosawa, nonché apprezzato da autori quali Sōseki e Murakami, Akutagawa Ryūnosuke (1892-1927) rimane a tutt’oggi uno degli scrittori giapponesi di cui forse in Italia non si parla mai abbastanza.
Un corposo ma pressoché ignoto tesoro della sua produzione è costituito da oltre mille haiku, composti nell’arco di tre decenni; solo settantasette di essi per sua volontà confluirono nella raccolta Chōkōdōkushū, pubblicata postuma nel 1928. Di essa ci offre una splendida traduzione – la prima integrale in una lingua occidentale – Lorenzo Marinucci in Haiku e scritti scelti (La Vita Felice, pp. 103, € 10; in offerta a € 8,50), apparsa pochi mesi fa in libreria.
Iniziata precocemente alle scuole elementari e affiancata da un intenso studio di Bashō (1644-1694) – universalmente ritenuto il maggiore esponente del genere -, la pratica dello haiku accompagnò Akutagawa per un’intera vita; e proprio da essa sembrò congedarsi, prima del suicidio, con poche sillabe, divenute poi misura (e quasi sugello) di un’esistenza:
Rido di me stesso
Il mio naso che cola –
solo sulla sua punta
l’ultima luce della sera.Mizubana ya hana no saki dake kurenokoru
Reputata da alcuni studiosi – come accennato poco fa – uno jisei, una poesia-addio, la composizione non ha nulla del carattere grave o solenne che ci si attende in questi casi; rivela piuttosto un’ironia quasi tagliente, che nasconde anche un’allusione al racconto che inaugurò la carriera di Akutagawa, intitolato proprio Il naso (1916): in pochi versi, insomma, è sintetizzato il senso di una vita e di una complessa esperienza letteraria e intellettuale.
Così morbida –
una cavalletta del primo autunno
stretta tra le mie dita.Hatsuaki no inago tsukameba yawarakaki
Quel male sottile
le orna le guance
– un cappello pesante.Rōgai no hō utsukushi ya fuyu bōshi
Sotto la stella del mattino
piccola eco in una teiera d’ottone
il canto di un cuculo.Myōjō no chirori ni hibike hototogisu
Pioggia di novembre
nella sala da tè sul canale
un solo avventore.Shigururu ya horie no chaya ni kyaku hitori
E’ arduo riuscire a descrivere la bellezza nuda dei versi di Akutagawa, la loro capacità di penetrare con sensibilità e acutezza nella realtà circostante, mostrando stupore per i dettagli più insoliti o rivelando un dolore inscritto sin oltre la carne. E non è da meno un meraviglioso racconto (anch’esso poco noto) che fa da degno coronamento al volumetto, intitolato Il campo desolato (1918) e dedicato alle ultime ore di Bashō (1644-1694), nella cui figura in trasparenza si può intuire quella dell’amato Sōseki, scomparso pochi anni prima. Attraverso un’attentissima e spietata rappresentazione dell’ipocrisia e delle codardie dei più fedeli discepoli del poeta – accorsi in via ufficiale per vegliarlo, ma in realtà assorbiti dalla propria sorte -, il prosatore restituisce un feroce ritratto della condizione umana, all’insegna di una solitudine estrema e di un nichilismo che non conosce pietà. Gli stessi sentimenti, forse, sperimentati con drammatica intensità da Akutagawa nei suoi brevi e sofferti anni.
Bashō se ne andava esattamente come aveva previsto tante volte nei propri versi: era divenuto uno scheletro esposto alle intemperie, in quel vasto campo desolato che era la stessa vita umana. Tutti loro non stavano piangendo la sua morte, ma la perdita del loro prezioso maestro: e le loro lacrime non erano per il misero trapasso di chi aveva mostrato loro la strada in quella terra desolata, ma per loro stessi, che sapevano di esser rimasti soli nel buio.
Foto tratta da Bashō Reviseted.
Vorrei fornire un suggerimento per poter godere del libro di Akutagawa nel modo migliore, in una deliziosa cornice e in compagnia di altri appassionati. Presso la libreria Doozo, a Roma, Via Palermo 51/53, domenica 1 dicembre ci sarà “Racconti di Giappone in una tazza di tè – incontro con gli haiku di Akutagawa Ryunosuke sorseggiando una tazza di tè). Interverranno Lorenzo Marinucci (traduttore del libro recensito da Annalisa in questa pagina) e Tominaga Masako che reciterà alcuni brani. Un omaggio delicato per poter avvicinarsi a un libro e a un autore.
L’incontro comincerà alle 17:30.
Grazie del bel suggerimento, Barbara. Tu ci sarai? Io vorrei, ma non sono ancora certa di farcela. Potrebbe essere una buona occasione per conoscerci. 🙂
Mi piacerebbe ma anche io in questo momento non sono sicura. Però andrò sicuramente da Doozo domenica 15 per il Mercatino che fanno come tutti gli anni. Spero che presto esca la nuova programmazione degli appuntamenti cutlurali, perchè quest’anno ci sono state delle cose molto originali e interessanti (ad esempio la cena speciale dedicata alla Shoujin Ryori, la cucina vegetariana dei templi budddisti).
Piuttosto, avresti qualche suggerimento per la Fiera della Piccola e Media Editoria? Qualche piccola casa editrice che abbia qualche titolo interessante di letteratura giapponese da andare a visitare?