Categoria: cucina giapponese

Il gusto delle storie: “La taverna di mezzanotte” di Abe Yarō

Ognuno di noi conosce un posto così – un locale dimenticato dalle guide stellate, alla buona, che non dà nell’occhio. Eppure, sono proprio i luoghi di tal genere quelli in cui succede qualcosa degno di esser raccontato: La taverna di mezzanotte. Tokyo stories di Abe Yarō ce lo dimostra.

Il manga è probabilmente già noto a molti per esser stato trasposto in una serie di successo prodotta da Netflix e disponibile anche per il pubblico italiano (Midnight Diner – Tokyo Stories). Bao Publishing ha di recente pubblicato il primo volume (ed è in arrivo il secondo) nella traduzione di Prisco Oliva, che raccoglie ben trenta brevi storie autoconclusive dal tratto deciso e sottilmente ironico, ciascuna delle quali ispirate a un diverso piatto della tradizione giapponese preparato, appunto, nella Taverna di mezzanotte, un piccolo ristorante di poche pretese aperto solo nelle ore notturne.

Protagonisti sono un oste alla mano e commensali di ogni tipo (escort, membri della yakuza, cantanti di nicchia, spogliarelliste romantiche, ladri, poliziotte…), fra i quali scoccano colpi di fulmini, nascono improbabili amicizie, si accendono discussioni, sgorgano confessioni intime: qualunque cosa può venir fuori con naturalezza attorno al tavolo, se un paio di orecchie stanno a ascoltare con attenzione.

#20peril2020: “La cucina popolare e i matsuri del Giappone” di Stefania Viti

Titolo: La cucina popolare e i matsuri del Giappone (Gribaudo, 2019, pp. 160, €16.90) 

Autrice: Stefania Viti (con la collaborazione di Miciyo Yamada) 

Cos’è? Un vademecum coloratissimo e simpatico per esplorare il mondo dei matsuri giapponesi, vale a dire quelle feste popolare legati a precisi momenti dell’anno o a specifiche ricorrenze. Oltre a descrivere sinteticamente i principali matsuri e i più diffusi cibi di strada, l’opera propone una selezione di ricette (sia dolci e salate, come quelle dei dorayaki, del tori karaage e dell’insalata di patate alla giapponese) e di locali in Italia in cui gustarle.

Una frase d’impatto: “[ L’]identità culturale giapponese, da qualsiasi lato la si voglia guardare, è solida ed estremamente forte e, proprio per questo, capace di aprirsi e confrontarsi con altre realtà gastronomiche senza la paura di perdersi.”

Consigliato a chi…: ama le tradizioni giapponesi, i loro profumi e i loro sapori.

#20peril2020: “Itadakimasu” di Giulia Laura Peracchio e Marco Brandolini

itadakimasuTitolo: Itadakimasu. Dalla cucina giapponese autentica la ricetta della felicità (Vallardi, 2019, pp. 262, € 16.90) 

Autori: Giulia Laura Peracchio e Marco Brandolini

Cos’è? Un po’ saggio, un po’ guida gastronomica, un po’ diario di viaggio: i due giovanissimi fondatori di Japadvisor hanno scritto questo volume per illustrare al pubblico i fondamenti della cucina nipponica, spiegare la filosofia che la anima, raccontare le loro scoperte in Giappone e in Italia, presentare i luoghi in cui nel nostro paese è possibile assaporarla davvero. Per fare ciò, hanno intervistato e messo alla prova chef, esperti e gestori di locali, dando vita a un’opera ricca di informazioni e, al tempo stesso, godibile e gustosa, sotto ogni punto di vista (compreso quello del lettore che ignora l’argomento).

Consigliato a chi…: ama la vera cucina giapponese e cerca un contatto reale e genuino con questa. 

“Tokyo redux” di Anthony Bourdain

anthony bourdain tokyo reduxIl primo impatto – lo confesso – non è stato del tutto convincente: eppure Tokyo redux (trad. di Stefano Tettamanti e Maria Cristina Castellucci, Feltrinelli, pp. 28, € 0,99), ebook estratto da Il viaggio di un cuoco di Anthony Bourdain, possiede un suo perché. Nel breve saggio, il celebre chef, innamorato della cucina nipponica, descrive il suo viaggio alla scoperta delle delizie di Tokyo e dintorni (in primis, il famigerato fugu, ossia il potenzialmente letale pesce palla).

Si tratta senza dubbio di un’opera d’intrattenimento, ma non per questo del tutto banale o inutile. Bourdain, infatti, rivela un pregio non comune fra coloro che si occupano occasionalmente (o persino accidentalmente) del Giappone: si limita (non sempre, ahimè) a parlare di ciò che conosce e sa valutare meglio, vale a dire l’ambito gastronomico. Lo fa alla sua maniera, in modo istintivo, appassionato, talvolta persino iperbolico, ma cercando di essere quantomeno rispettoso. Inoltre, cosa rara in un libro di memorie a tema giapponese, i piatti e gli alimenti sono citati con il nome locale e spesso accompagnati da una breve descrizione.

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“L’arte del sushi” a cura di Stefania Viti

arte del sushi stefania vitiMalgrado possa vantare una storia ultramillenaria, solo negli ultimi decenni il sushi è diventato ovunque uno dei simboli indiscussi del Paese del Sol Levante grazie all’accorto bilanciamento degli ingredienti e all’apparente semplicità della pietanza, minuta ma sempre gustosa e curata in ogni dettaglio.

Cercare l’armonia sublime fra i sapori e le consistenze sfruttando le stagionalità è molto più che una semplice questione di tecnica, seppur portata ai livelli più alti: è arte. Non a caso, proprio Arte del sushi (Gribaudo, 2015, pp. 164, € 12,90, in offerta a € 10,97) s’intitola il volume graficamente molto suggestivo curato da Stefania Viti che raccoglie contributi riguardanti i più disparati aspetti connessi alla pietanza, redatti da un buon numero di specialisti. (altro…)

10 libri per 5 buoni propositi per l’anno nuovo

murakami corsa arte di correre
Sì, Murakami prende decisamente sul serio la corsa.

Anno nuovo, vita nuova e, di conseguenza, tanti buoni nuovi propositi. Essere ben motivati a perseguire i propri obiettivi è fondamentale: perché allora non farsi aiutare da dieci libri a tema Giappone? Tutti pronti? Via!

1. “Parola d’ordine: sport!”: il tuo preparatore atletico d’eccezione sarà addirittura Murakami Haruki che, nel suo L’arte di correre (trad di A. Pastore, Einaudi, 2013, pp. 146, € 9,35), condivide coi lettori una delle sue maggiori passioni – quella per la corsa, appunto -, trasformata in filosofia di vita. (altro…)

Il tè dei ricordi e le lanterne di O-bon

http://www.bibliotecagiapponese.it/wp-content/uploads/2014/08/alchechengi-obon-giappone.jpgProfumo di limoni –
Apro gli occhi e la morte
è subito là.

Yuzu niou
Sugu soko no shi ni
Me hirakeba

Katō Shūson (haiku tratto da Il muschio e la rugiada, a cura di Mario Riccò e Paolo Lagazzi, BUR)

Fra le dita gli alchechengi hanno lo stesso, ingannevole peso dei ricordi: per quanto paiano leggeri, nel palmo della mano fanno sentire con delicatezza la loro presenza.

Tipiche della fine dell’estate, queste bacche in Giappone si utilizzano soprattutto in agosto, (altro…)

Il ristorante dell’amore ritrovato e il plumcake del sorriso

il ristorante dell'amore ritrovato ito ogawa“Eppure, qualsiasi cosa potesse capitarmi, ne ricavavo una gioia sottile, impensabile in città. Mi sentivo appagata anche se solo soccorrevo un onisco rimasto capovolto sul dorso. Ogni piccola cosa mi mandava in visibilio, al punto che avrei voluto baciare Dio sulla guancia per mostrargli la mia gratitudine: il tepore di un uovo appena deposto stretto fra le mani e avvicinato al viso; la vista delle goccioline d’acqua, più incantevoli di puri diamanti, sulle foglie bagnate di rugiada al mattino; il sapore di una sublime Dictyophora indusiata trovata all’ingresso di un bosco di bambù e immersa nel misoshiru.”

Pensavo, qualche tempo fa, a queste parole de Il ristorante dell’amore ritrovato (trad. di G. Coci, Neri Pozza, pp. 191, € 15, ora in offerta a 12,75) di Ogawa Ito, di cui ho parlato anche qui). (altro…)

La dama che sognava Genji (Sarashina Nikki) e lontani profumi

le memorie della dama di sarashinaContinuavo a occuparmi solo di cose futili e anche quelle rare volte che mi recavo a fare un pellegrinaggio, non mi impegnavo a pregare come facevano gli altri. A quei tempi le ragazze di diciassette o diciotto anni leggevano le sacre scritture e si dedicavano alle pratiche religiose. A me, invece, non sfiorava neanche l’idea di farlo. Tutto ciò che desideravo era che almeno una volta all’anno venisse a farmi visita un uomo di alto rango, bello e distinto come Genji lo splendente, (altro…)

La nostalgia felice e il sapore dell’inverno

Amèlie Nothomb, La nostalgia felice, dedicato al GiapponeIl 4 aprile l’editore nipponico mi ha organizzato un’intervista. La giornalista mi aspetta all’istituto francese, come l’ammirevole Corinne Quentin, l’interprete franco-giapponese più conosciuta di Tokyo. Non so più per quale giornale lavori questa giornalista, ma straborda entusiasmo: ha molto apprezzato “Metafisica dei tubi”, apparso in Giappone nel novembre 2011, e mi interroga alacremente. Spesso capisco le sue domande senza l’aiuto di Corinne Quentin, e rispondo nel mio giapponese un po’ raffazzonato: parlo quasi soltanto di Nishio-san [la tata che Amèlie ha avuto da bambina in Giappone, ora anziana; ndt], uno dei principali personaggi di questo romanzo. Quando si arriva al di là della mia comprensione, Corinne viene in mio aiuto. Tendo l’orecchio per imparare e ho delle sorprese. Per tradurre quanto io sia nostalgica dei miei anni giovanili nel Kansai, sento l’interprete dire “nostalgic” al posto dell’aggettivo “natsukashii”, che penso sia una delle parole emblematiche del giapponese. (altro…)

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