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Nuovo romanzo: "È come sabbia il mio amore" di Kyōichi Katayama

E’ annunciata per metà ottobre o novembre l’uscita sul mercato del romanzo È come sabbia il mio amore di Kyōichi Katayama (Salani, pp. 252, € 13,50), divenuto celebre grazie a Gridare amore dal centro del mondo. Già a partire dal plot, si presenta come un’opera interessante e percorsa da una vena di inquietudine.
In rete ho trovato poche informazioni; questa la trama (tratta da Salani.it):

Sono giovani, sono sposati da cinque anni, sono affiatati; amano le passeggiate notturne e trascorrono tutto il tempo libero insieme, loro due soli. Lei è incinta, ma quel bambino non sarà mai loro figlio. Quando nascerà, tornerà alla madre e al padre genetici. È vietato dalla legge, ma lei ha scelto di farlo per amore di sua sorella, che sarà la madre del bambino. Tutto è organizzato nei minimi dettagli. Eppure a un certo punto qualcosa cambia, l’equilibrio s’incrina, quel mondo perfetto sembra crollare. In casa si odono passi misteriosi, fuori compaiono personaggi indecifrabili, inquietanti. E l’amore inizia a camminare in equilibrio sul filo della follia
E le mura della loro casa non basteranno più a ripararli dalle minacce che incombono al di fuori di tutte le ‘piccole’ esistenze.

Nuova edizione di "Gridare amore dal centro del mondo" in fumetto

E’ prevista per dicembre 2010 la nuova edizione del fortunato romanzo Gridare amore dal centro del mondo di Kyoichi Katayama in versione manga, con le illustrazioni di Kazumi Kazui (ed. Kappa, pp. 192, € 8,50).
L’editore del libro, Salani, presenta così il suo volume:

Sakutaro sta andando in Australia. Non è una semplice gita: porta con sé le ceneri di Aki, suo primo indimenticabile amore, morta a soli diciassette anni di leucemia. Quando Sakutaro e Aki si incontrano per la prima volta hanno dodici anni e frequentano la stessa classe. Condividono i piccoli grandi doveri della scuola; si vedono tutti i giorni, tornano a casa insieme, ognuno è parte della vita quotidiana dell’altro. Finché un giorno, per la prima volta, Sakutaro vede Aki con altri occhi: non più semplice amica, ma giovane donna, bella e intensa, e si accorge che la loro quieta familiarità si è trasformata, ineluttabilmente e per sempre, in una passione purissima e assoluta.
Una passione che si rispecchia in una vicenda antica, quella del nonno di Sakutaro, che ha amato a sua volta, per cinquant’anni, una donna che non ha mai potuto sposare e al cui ricordo è incrollabilmente fedele, fino a spingersi a compiere un atto estremo. Ma il loro amore non è l’imitazione di un sentimento: Sakutaro e Aki vivono una felicità totale, che la malattia crudele di Aki esalta nel dolore, e che la sua morte recide d’un colpo, lasciando nell’anima di Sakutaro un silenzio assordante.

In Giappone è uscito un nuovo romanzo di Banana Yoshimoto

E’ recente la notizia (pubblicata qui) della pubblicazione in Giappone del nuovo romanzo di Banana Yoshimoto Moshi Moshi Shimokitazawa, uscito sia in ebook, sia in formato cartaceo e corredato da ben quarantanove illustrazioni a colori dell’artista Mai Ono.
Si tratta della prima opera della scrittrice in formato virtuale, ed è già possibile scaricarla sul proprio iPod, iPhone o iPad alla modica cifra di 5,99 euro (prezzo aggiornato al 5 ottobre).
Anche questa volta, la storia vede protagonista un personaggio femminile: essa  infatti
ruota attorno a una donna che perde il padre e si trasferisce a Shimokitazawa (Tokyo).
I fan italiani di Banana dovranno certamente attendere un po’ per l’edizione nella nostra lingua, ma possono consolarsi nell’attesa con il recente Un viaggio chiamato vita.

A Roma si cena con Banana Yoshimoto

Cosa c’è di meglio che perdersi nelle pagine di uno dei propri autori giapponesi preferiti, assaporando i cibi e i profumi del Sol Levante?
E’ questo lo scopo di “A cena con Yoshimoto Banana”, degustazione di piatti nipponici accompagnata dalla lettura di brani di Banana Yoshimoto. L’evento, curato da Angela Verdini e Antonella Valitutti, si terrà presso Doozo. Art, books and sushi (Roma, Via Palermo 51-53; www.doozo.it) mercoledì 13 ottobre, allore ore 20.
Per prenotazioni si può chiamare lo 06-4815655 oppure scrivere a info@doozo.it o angela.verdini@gmail.com.

Nuovo libro della Yoshimoto: "Un viaggio chiamato vita"

E dopo l’annuncio del nuovo libro di Murakami, possono gioire anche i lettori di Banana Yoshimoto: a giorni, infatti, uscirà Un viaggio chiamato vita (Feltrinelli, pp. 192, € 13).
Ecco la presentazione dell’editore:

La vita è un viaggio, e come tutti i viaggi si compone di ricordi. In questo libro, Banana Yoshimoto raccogliepreziosi frammenti di memoria e ci porta con sé, lontano nel tempo e nel mondo. Dalle emozioni del primo amore alla scoperta della maternità, dalle piramidi egiziane alla Tokyo degli anni settanta. Con la consueta leggerezza della sua scrittura, ricostruisce le emozioni dell’esistenza a partire da un profumo, da un sapore, da un effetto di luce o dal rumore della pioggia e del vento. È così che una pianta di rosmarino ci trasporta da un minuscolo appartamento di Tokyo al tramonto luccicante della Sicilia, e che un contenitore pieno di alghe diventa l’occasione per esplorare il dolore della perdita. I pensieri in libertà di Banana Yoshimoto ci accompagnano fino al centro del suo mondo letterario e lungo il nostro personale “viaggio della vita”, fatto di promesse e di incontri, di stupore e di meraviglia, di malinconia e di sofferenza. Dalle pagine di questo libro, l’autrice ci invita a riappropriarci del nostro tempo e a non perdere mai la fiducia negli altri esseri umani, perché quello che rimane, al termine del più difficile dei viaggi, è il riflesso nella nostra memoria di ogni singolo giorno vissuto.

Intervista a B. Yoshimoto (da Bresciaoggi)

Propongo, per tutti gli amanti della Yoshimoto, questa intervista che ha rilasciato a Bresciaoggi, di cui ho appreso l’esistenza grazie a Kami no kumi. Nel testo, troverete anticipazioni sul nuovo libro.

Banana Yoshimoto, la scrittrice giapponese che ha conquistato con i suoi romanzi migliaia e migliaia di lettori nel mondo, è famosa per gli aforismi. «Soluzioni di questo tipo sono davvero affascinanti: le cose avvengono proprio nel momento in cui stai per convincerti che non ci sia più niente da fare. Se, invece, aguzzi l’ingenio senza darti per vinto, la soluzione arriva all’improvviso, da un luogo del tutto inaspettato, sotto una forma quasi ridicola». Questo è uno dei più celebri. Non rilascia molte interviste. Solitamente, per le domande più banali, lei rimanda tutto a un link su internet nel quale dà già le risposte a curiosità del tipo: «Perché utilizza il soprannome Banana?» In effetti lei si chiama Mahoko Yoshimoto e ha accettato, gentilmente, di rilasciare questa intervista in esclusiva al nostro giornale, tradotta da Emma Grimaldi Kawamura. Banana Yoshimoto parla dei temi a lei cari, l’amore e la morte, che nei suoi romanzi rappresentano il motivo conduttore e il segreto del suo successo sancito soprattutto in un primo momento da un pubblico di lettori giovani che l’hanno consacrata, fin dal primo best seller Kitchen, come una delle scrittrici più intriganti e capace di esprimere fino in fondo le sensazioni delle ultime generazioni giapponesi, in una miscela di tradizioni e stravolgimento delle vite attraverso episodi dolorosi e pesanti. Infine, anticipa anche quali saranno le trame dei prossimi libri che pubblicherà.
Lei ha molti amici italiani, ha detto che le piace molto la Sicilia, ma è mai stata nell’Italia del Nord? Verona, la citta di Romeo e Giulietta, è la meta preferita dei giapponesi…
No, purtroppo… Per quanto ricordi, se anche ci fossi passata, sarà stato soltanto per qualche ora e pertanto non posso affermare di esserci stata.
Ha intenzione di venire a visitarla e perché?
Sì, naturalmente. Vorrei visitarla, non senza averne prima studiato la storia né i luoghi famosi né tutto il resto.
Cosa ne pensa dell’amore e della morte nel mito di Giulietta e Romeo?
Credo ci sia una ragione nel fatto che, trascendendo le epoche, tante persone ne restino affascinate. In fondo gli esseri umani, riguardo all’amore e alla morte, non sono cambiati per niente.
Tra i personaggi dei suoi romanzi, ce n’è almeno uno che possa, anche vagamente, assomigliare a uno dei due amanti di Shakespeare?
Ho scritto un romanzo che si intitola Kanojo ni tsuite (A proposito di lei). In esso compaiono un uomo e una donna che, in modo vago, ricordano i due innamorati shakespeariani.
Molti giovani giapponesi affollano il balcone di Giulietta, pur sapendo che non è «reale», ma soltanto una costruzione per turisti. Secondo lei, perché è necessario per i ragazzi anche di altre nazionalità trovare oggi un simbolico luogo dell’amore?
Non sapevo che il balcone di Giulietta fosse una costruzione per turisti. Però, essendo la storia di Shakespeare famosissima in Giappone, potrebbe darsi che i giapponesi visitino quel luogo in chiave commemorativa, in quanto simbolo di un amore romantico che non può essere appagato.
È possibile che una persona cambi la propria vita dopo aver letto un suo romanzo?
Penso che una tale influenza sia possibile, quando per esempio una mia opera penetra nell’animo di una persona un po’ alla volta, prima che egli o ella possa rendersene conto, e un giorno poi quella persona si trova a compiere una qualche scelta.
In questa fase di contrazione economica mondiale, avverte che gli scrittori possano avere un ruolo per avvicinare ai libri nuovi lettori finora distratti soltanto dal mito del danaro e del lavoro a tutti i costi?
Ritengo gli scrittori delle presenze il cui ruolo è far accorgere la gente del fatto che esistono delle possibilità all’infuori di una vita come schiavi di qualcosa (del denaro, del tempo eccetera).
Ha detto che per lei la scrittura è una specie di divertimento. Non ha mai avuto la sensazione che scrivere sia anche una sorta di trance?
Sì, mi è capitato. Mi succede di stupirmi quando finisco con lo scrivere cose complicate che nemmeno penso, proprio come se fossi riuscita in una difficile esecuzione al pianoforte.
Chi è lo scrittore italiano che le piace di più?
Mi scuso, ma non posso rispondere a questa domanda perché non ho letto tutti gli autori autori italiani che sono stati tradotti in giapponese.
Ha mai avuto paura di pubblicare un suo romanzo?
No. Il timore più grande lo provo prima di scrivere. Perché esistono tutte le possibilità, e mi viene paura al pensiero che sono io a scegliere.
Quali saranno le sue prossime opere?
Prossimamente scriverò un romanzo circa una coppia in cui sussiste una disparità economica fra le parti. La storia che invece ho già finito di scrivere narra di una madre e di una figlia le quali, rimaste sole dopo che il marito/padre ha commesso un doppio suicidio d’amore con la sua amante, si trasferiscono in un piccolo centro dove si rifanno una vita.
Qual è la domanda più insolente che le sia mai stata rivolta durante un’intervista o una conferenza?
È questa: «A quanto ammonta il suo reddito dell’anno scorso?» L’ho considerata una villania».

"Un'isola in levante. Saggi sul Giappone in onore di Adriana Boscaro"

In un paese come l’Italia, fa davvero piacere vedere riconosciuti i meriti di una grande studiosa. E’ per questa ragione che vi presento volentieri Un’isola in levante. Saggi sul Giappone in onore di Adriana Boscaro, a cura di Luisa Bienati e Matilde Mastrangelo (ed. Scriptaweb, pp. 488; cliccando qui si può acquistare il volume in brossura e consultarne una copia online per 18 mesi, per il costo totale di 58 €).
Questo il ricchissimo sommario di un’opera certamente molto interessante:

Il Giappone antico
– Maria Teresa Orsi, Il Genji monogatari letto da lontano
– Sagiyama Ikuko, Hajitomi: la dama Yūgao nel teatro nō
– Carolina Negri, Donne che soffrono per le incertezze dell’amore e del matrimonio. Il destino di Murasaki no ue
-Appunti sull’imitazione di Ono no Komachi nel Gosenshū eoltre
– Poesia e poeti nei drammi storici di Chikamatsu Monzaemon
– Un rebus di sapienti bugie: Ono no Bakamura uso ji zukushi e la “parodia globale” nellaletteratura di periodo Edo
– Annotazioni per la morfologia di una Gozan bunka
– Composizione poetica e relazioni internazionali nel Giappone del periodo Nara
– Un caso di mistificazione storiografica: Kōken-Shōtoku tennō
– Cavalli e cavalieri nell’immagine artistica giapponese
– Gli studi tassonomici sulla lingua giapponese classica e l’origine del termine wakan konkōbun
– Il Rāmāyaṇa in Giappone. Considerazioni preliminari
dall’India al Giappone
– Note sulle pene in epoca Tokugawa
– Il Giappone e i gesuiti al loro primo incontro
– Il gesuita Camillo Costanzo e la controversia sulla terminologia cinese
– La lingua giapponese vista dagli europei nei secoli XVI e XVII

Il Giappone moderno
– Instants volés. Il Giappone di Nicolas Bouvier
– Spazio del romanzo e spazio urbano: Chijin no ai di Tanizaki Jun’ichirō
– Kyōko no ie di Mishima Yukio: la casa come struttura narrativa
– Tanin no kao: storia di un connubio sperimentale tra cinema, musica e letteratura
– Straniera, dappertutto: la ri-scoperta dell’immaginario culturale giapponese in Inu muko iri di Tawada Yōko
– Comunicare senza parole di Ozaki Kōyō
– Nella porta di pietra. Interpretazione di un’opera di pittura e di poesia di Natsume Sōseki
– Lo scrittore abita qui. Shiba Ryōtarō, i libri e l’architetto
– L’estetica del mostruoso nel cinema di Miyazaki Hayao
– Umorismo e cinema: la commedia ‘irriverente’ in Giappone
– Perché un nuovo dizionario Giapponese-Italiano
– Casi, ruoli semantici e schemi grafici nell’insegnamento dei verbi giapponesi
– Introduzione a La filosofia della storia
– La reinvenzione della memoria nel discorso religioso del Giappone contemporaneo
– Depoliticizzazione e destoricizzazione di un ‘paradiso tropicale’: la rappresentazione di Okinawa nei media e nella cultura popolare del Giappone
– Economisti pentiti: la “conversione” (tenkō) di Nakatani Iwao

A Roma presentazione de "Le mie lezioni sulla dottrina del tenrikyo"

Ancora a Roma, propongo la presentazione del libro Le mie lezioni sulla dottrina del tenrikyo di Kontani Hisanori (ed. Yamaguchi, pp. 458, € 10), che si terrà martedì 21 settembre, alle 20.30, presso la libreria Aseq (via dei Sediari 10, Roma; vicino il Senato). Relatore sarà il dottor Hideo Yamaguchi. Ingresso libero fino ad esaurimento posti (60). Per qualsiasi ulteriore informazione, è possibile contattare gli organizzatori allo 06 6868400 oppure all’indirizzo info@aseq.it
<<Il Tenrikyo (天理教; Tenrikyō, letteralmente “insegnamento della ragione divina”) è una religione di origine giapponese. A fondarla fu una donna, Miki Nakayama che, dal 1838 in poi, passò attraverso una serie di esperienze rivelatorie. A partire da questa data, i suoi seguaci si riferirono a lei come Oyasama (lett. Madre Onorata). Si calcola che il Tenrikyo abbia in tutto il mondo circa 2 milioni di fedeli, di cui 1 milione e mezzo nel solo Giappone.>> (fonte: wikipedia)

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