A Roma conferenza “Tonkatsu: una cotoletta per la vittoria?”

Se pensiamo alla letteratura giapponese, non di rado le prime immagini che ci vengono in mente sono piuttosto drammatiche; eppure, la produzione nipponica è caratterizzata anche da scene e motivi più leggeri, come per esempio quelli legati al cibo.
L’esempio più evidente che viene alla mente è, naturalmente, Kitchen di Yoshimoto Banana; di questo libro e di molti altri si parlerà
venerdì 26 novembre  ore 18:00-19:30 nella conferenza “Tonkatsu: una cotoletta per la vittoria? Usi alimentari nella letteratura giapponese moderna”, tenuta dalla prof.ssa  Maria Gioia Vienna presso Doozo. Art books and sushi (Via Palermo 51-53, Roma). Per prenotarvi all’evento (a ingresso gratuito) basta mandare un’email a  info@doozo.it  o telefonare all’06-4815655.
Ed ecco a voi l’esordio di Kitchen:

Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina.
Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.
Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire.
Mi piacciono col pavimento disseminato di pezzettini di verdura, così sporche che la suola delle pantofole diventa subito nera, e grandi, di una grandezza esagerata. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero inverno, un frigo imponente, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. E se per caso alzo gli occhi dal fornello schizzato di grasso o dai coltelli un po’ arrugginiti, fuori le stelle che splendono tristi.
Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po’ meglio che pensare che sono rimasta proprio sola.

Nuova uscita: “Ineffabile perfezione. La fotografia del Giappone 1860 – 1910”

Chi, come me, non ha la possibilità di recarsi a Lugano per visitare la bellissima mostra fotografica dedicata al Sol Levante in corso, può (in parte) rifarsi con il catalogo ad essa collegato, appena uscito, vale a dire Ineffabile perfezione. La fotografia del Giappone 1860 – 1910 (Giunti, pp. 320, € 48). L’editore ce lo presenta così:

Oltre 300 fotografie d’inattesa bellezza, pervase da un senso di nostalgia, che danno la sensazione di un mondo sospeso in un’indefinita aura d’ineffabile perfezione, di un meraviglioso universo esotico che scomparirà all’alba del XX secolo. Ritraggono il Giappone della seconda metà dell’Ottocento e rappresentano un importante capitolo della storia della fotografia, essendo delle vere e proprie opere d’arte realizzate con la tecnica dell’albumina e il ritocco ad acquerello. Le fotografie sono state presentate all’omonima mostra tenutasi a Lugano, a Villa Ciani, dal 23 ottobre 2010 al 27 febbraio 2011.

E’ ufficiale: “1Q84” di Murakami esce…

… i primi di novembre 2011 (aggiunta del 20/10/2011; per partecipare al nostro gruppo di lettura virtuale del romanzo, clicca qui).
La notizia viene da una fonte più che sicura: l’Einaudi stessa, a cui avevo scritto un’email per avere notizie riguardanti la pubblicazione di “1Q84”.
Insomma: ai tanti lettori appassionati di Murakami non resta che aspettare con pazienza.

“Asakusa kid” di Kitano Takeshi

Mi sono già occupata, poco tempo fa, di Kitano Takeshi, citandovi un volume di saggistica; oggi, però, vorrei lasciare spazio alle parole del regista-attore-pittore-scrittore stesso, e al suo autobiografico Asakusa kid (trad. di Marco Fiocca e Otake Yuko, Mondadori, pp. 200, € 7,80). Eccovi la recensione che Manta? ne ha fatto; buona lettura.

Succede, a volte, di poterti affezionare a certi personaggi mai visti di persona che abitano chissà dove, un libro un film o un paese vero. Sembra quasi di averli conosciuti da qualche parte, di averci condiviso un non so che una birra o qualche idea, un momento della vita.
Leggere questo librino se si è sentita questa sorta di condivisione con Kitano vedendo i suoi film i programmi TV o guardando i dipinti è come uscire a bere con un amico e trovarsi sbronzi senza farci caso.
Non so se le mie parole siano esatte, questo è un libro che può dire a chi lo legga anche meno di niente. Zero. Perché soltanto sotto alle gelosie, alle situazioni grottesche e paradossali, sta nascosto il continuo omaggio dell’autore a colui che lo prese sotto la propria ala insegnandogli non solo a recitare, ma mostrandogli perfettamente (e dimostrandolo con completezza solamente dopo la sua morte) l’arte del dissimulare.
È un minuzioso gesto d’amore travestito da buffonata, una statua votiva alla malinconia costruita con cose sceme, con la carta sporca d’unto di un cartoccio di patate, e nascondendo la propria situazione disperata. Una piccola elegia per un ambiente in decadenza ed un ulteriore omaggio indiretto a chi, sotto la scorza del dissacrare della violenza o dell’irascibilità, possa vedere il barlume di un altro mondo più intimo e sincero.

Una tazza di tè per “Il maestro del tè” di Yasushi Inoue

Inauguro ufficialmente la collaborazione con il blog Una stanza tutta per (il) tè parlandovi – com’è naturale – d’un libro ispirato all’ambrata bevanda. Non vi citerò l’ennesimo volume di saggistica relativo alla cerimonia del tè, bensì un romanzo ancora poco noto in Italia, in quanto inedito, vale a dire Il maestro del tè, di Yasushi Inoue. In esso vengono svelati – attraverso lo sguardo del discepolo Honkakubō – l’universo e le tormentate vicessitudini esistenziali di Rikyû, maestro del tè realmente esistito nel XVI secolo.
Ecco una delle pagine che preferisco; nel frattempo, entra nella Stanza del tè per scoprire quale tè può accompagnare meglio la lettura:

[…] Dovevano essere circa le due del pomeriggio quando presi posto nella stanza del tè, e vi restai sino a quando gli arbusti del giardino si furono totalmente confusi nell’oscurità. Passai là un pomeriggio molto felice, dimentico del tempo che scorreva.
Ero già penetrato altre volte in questa stanza, in qualità di assistente del Maestro Rikyû, quand’era ancora vivo; nulla era cambiato da allora: il rotolo appeso al muro, calligrafia del principe Son-En-Po, la tazza da tè conica, il suo braciere preferito, il cui piacevole e incessante crepitìo mi ricordava il mormorio del vento… Era proprio quella la stanza del tè di Tôyôbô, conosciuto da sempre come un fine collezionista.
Mi offrì un tè eccellente; mi parve di vivere un sogno. Dopo di ciò, prese una tazza da tè che il Maestro Rikyû gli aveva donato e la sistemò dinanzi a me. Mi sentii riconoscente e molto onorato della sua benevola sollecitudine: ebbi l’impressione di trovarmi davanti al Maestro Rikyû.
Ricoperta da un bello smalto nero, era una tazza elegante e convessa della miglior fattura. Da quanti anni non toccavo quella tazza? Chôjirô, il vasaio che l’aveva foggiata, era morto due anni prima del Maestro Rikyû; ho io stesso qualche ricordo legato a questa tazza nera… ero felice che ora fosse tra le mani di Tôyôbô.
(traduzione dalla versione francese, Le Maître de thé, ed. Livre de Poche)

 

“Panorami giapponesi” a Bologna per ricordare Mishima

Ancora un’iniziativa per commemorare il quarantesimo anniversario della morte di Mishima: prende il nome di “Panorami giapponesi” e avrà luogo il 25 novembre a Bologna.
Ringrazio Paola per la segnalazione. Ecco il programma:

In occasione del quarantennale della morte del grande scrittore e drammaturgo giapponese Yukio Mishima, che cade esattamente il 25 novembre, si terrà a Bologna, presso il teatro Dehon, via Libia 59, una grande manifestazione pluridisciplinare intitolata PANORAMI GIAPPONESI, che comprende:
– Un convegno nazionale intitolato MISHIMA, MOM AMOUR – L’UOMO, LO SCRITTORE, L’ONORE
– Una lettura di Haiku accompagnata da danze Butoh intitolato LE QUATTRO STAGIONI DELL’ANNO
– La proiezione di un film su Mishima intitolato MISHIMA – A LIFE IN FOUR CHAPTERS di Paul Schrader
– La prima nazionale dello spettacolo MADAME DE SADE di Yukio Mishima (Regia di Piero Ferrarini;(Lo spettacolo parteciperà al Nippon Festival di Lugano)
– La presentazione del volume TEATROAPERTO/35 a cura di Piero Ferrarini, edito da Persiani in occasione dei 35 anni di attività della compagnia

A Roma Ito Ogawa parla del suo “Ristorante dell’amore ritrovato”

Notizia flash, presa pari pari dalla newsletter Neri Pozza:

Giovedì 18  novembre,  alle ore 10.30, presso il Tempio di Adriano, Piazza di Pietra a Roma, Ito Ogawa parlerà del suo romanzo “Il ristorante dell’amore ritrovato”. Interviene con l’autrice, il regista giapponese Minoru Kurimura. Modera l’incontro Gianluca Coci.

A Cagliari “Il Giappone di Yukio Mishima”

Per commemorare il quarantesimo anniversario della morte di Mishima, che ricorre il 25 novembre, in tutta Italia si stanno organizzando eventi e giornate di studio.
Per la stessa ragione, dal 13 novembre, a Cagliari, presso il C.I.S. (Centro di Iniziative Sociali; piazza del Carmine n.4),  avrà luogo la serie di incontri “Il Giappone di Yukio Mishima”, organizzati dall’Associazione Culturale “Caravella”, che spazieranno dal cinema all’Aikido.  Qui sotto il programma completo (cliccateci su per ingrandirlo):

Eventi legati al Giappone al festival “Tradurre (in) Europa” di Napoli

Mi dispiace segnalare ai lettori che – diversamente da quanto indicato tempo fa –  Yoshimoto Banana e Murakami Haruki non saranno presenti al festival <<Tradurre (in) Europa>>, che si terrà a Napoli dal 22 al 29 novembre 2010.
All’interno della rassegna (che vi consiglio di seguire per intero) figureranno comunque eventi legati al Giappone:
–  mercoledì 24 novembre, alle ore 12, presso l’Accademia di Belle Arti – Spazio èkphrasis, III, avrà luogo <<Haiku occidentali-orientali>>, a cura di Maria Rosa Piranio in collaborazione con Edizioni Empiria, con letture di Terri Olivi e Riccardo Duranti, e fotografie di Silvia Stuky. Interverrà anche Carla Vasio (Edizioni Empiria).
Venerdì 26 novembre, presso il Caffé Eva Luna, alle ore 20.30, sarà la volta di <<Dalle nove a mezzanotte: voci dal Novecento>> (a cura di Ilaria Fantappié): Gianluca Coci leggerà Oe Kenzaburo.
Sabato 27 novembre, alle ore 12, presso la fumetteria Alastor – Spazio èkphrasis, V, avrà luogo un incontro dal titolo <<Tradurre fumetti. Dal manga giapponese al graphic novel brasiliano>> (a cura di Daniela Allocca e Gabriella Sgambati), con Manuela Capriati, Clelia Pinto, Marcello Buonomo; moderatore Antonio Iannotta.

“I ragazzi di Tokyo. Le poetiche zen di una metropoli” di A. Castellani

Ammetto che di questo libro – che mi pare interessante – non so nulla, tranne il titolo; e anche internet non è venuto in mio soccorso. Sto parlando de I ragazzi di Tokyo. Le poetiche zen di una metropoli di Alessandra Castellani (Liguori, pp. 96, € 15), esperta di identità giovanili e di culture metropolitane.
Per chi volesse saperne di più, ecco la presentazione dell’editore:

Il libro si compone di una serie di affreschi sulla capitale del Giappone raffiguranti alcuni aspetti attuali  dell’identità sociale e individuale, in particolare i nuovi punti di aggregazione delle tendenze giovanili e i luoghi più avanzati del consumo. Dalla descrizione dei quartieri centrali di Tokyo e di Yokohama, che formano un unico conglomerato urbano, emerge un mondo vivido e apparentemente contraddittorio agli occhi di un occidentale, mondo in cui la cultura postindustriale si salda con i valori più radicati dello shintoismo e del buddismo zen. Tra realtà virtuale, graphic-art, manga, tatuaggi, sette estremiste, templi shintoisti sui roof garden dei grandi magazzini, I ragazzi di Tokyo è anche una raccolta di impressioni sulla contemporaneità, un’escursione dentro i cuori di tenebre e dentro le fascinazioni che provengono dal Sol Levante.

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