Se pensiamo alla letteratura giapponese, non di rado le prime immagini che ci vengono in mente sono piuttosto drammatiche; eppure, la produzione nipponica è caratterizzata anche da scene e motivi più leggeri, come per esempio quelli legati al cibo.
L’esempio più evidente che viene alla mente è, naturalmente, Kitchen di Yoshimoto Banana; di questo libro e di molti altri si parlerà
venerdì 26 novembre ore 18:00-19:30 nella conferenza “Tonkatsu: una cotoletta per la vittoria? Usi alimentari nella letteratura giapponese moderna”, tenuta dalla prof.ssa Maria Gioia Vienna presso Doozo. Art books and sushi (Via Palermo 51-53, Roma). Per prenotarvi all’evento (a ingresso gratuito) basta mandare un’email a info@doozo.it o telefonare all’06-4815655.
Ed ecco a voi l’esordio di Kitchen:
Non c’è posto al mondo che io ami più della cucina.
Non importa dove si trova, com’è fatta: purché sia una cucina, un posto dove si fa da mangiare, io sto bene. Se possibile le preferisco funzionali e vissute. Magari con tantissimi strofinacci asciutti e puliti e le piastrelle bianche che scintillano.
Anche le cucine incredibilmente sporche mi piacciono da morire.
Mi piacciono col pavimento disseminato di pezzettini di verdura, così sporche che la suola delle pantofole diventa subito nera, e grandi, di una grandezza esagerata. Con un frigo enorme pieno di provviste che basterebbero tranquillamente per un intero inverno, un frigo imponente, al cui grande sportello metallico potermi appoggiare. E se per caso alzo gli occhi dal fornello schizzato di grasso o dai coltelli un po’ arrugginiti, fuori le stelle che splendono tristi.
Siamo rimaste solo io e la cucina. Mi sembra un po’ meglio che pensare che sono rimasta proprio sola.