Tag: classici

Andiamo al cinema a vedere un libro?

Vi segnalo un’iniziativa molto interessante dell’Istituto giapponese di cultura di Roma (via Gramsci 74, http://www.jfroma.it/), Il cinema giapponese legge i classici: a partire da martedì 21 febbraio sino al 22 marzo, ogni settimana saranno proiettati due film ispirati a libri celebri della letteratura giapponese. Le proiezioni iniziano alle ore 19.

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Martedì 21 febbraio
I’M A CAT
di Kon Ichikawa
(Wagahai wa neko de aru, 1975, C, 115’, 35mm)
lingua originale , sottotitoli in inglese

 
Giovedì 23 febbraio
THE MAKIOKA SISTERS
di Kon Ichikawa
(Sasameyuki, 1983, C, 140’, 35mm)
lingua originale , sottotitoli in inglese

 
Martedì 28 febbraio
LA MOGLIE DI VILLON
di Kichitaro Negishi
(Viyon no tsuma, 2009, C, 114’, DVD)
lingua originale , sottotitoli in italiano

 
Giovedì 1 marzo
FIRES ON THE PLAIN
di Kon Ichikawa
(Nobi, 1959, B/N, 104’, 35mm)
lingua originale , sottotitoli in inglese

 
Martedì 6 marzo
THE ECHO
di Mikio Naruse
(Yama no oto, 1954, B/N, 94’, 35mm)
lingua originale , sottotitoli in inglese

 
Giovedì 8 marzo
THE KI RIVER
di Noboru Nakamura
(Ki no kawa, 1966, C, 173’, 16mm)
lingua originale , sottotitoli in inglese

 
Martedì 13 marzo
THE WOMAN IN THE DUNES
di Hiroshi Teshigahara
(Suna no onna, 1964, B/N, 122’, 35mm)
lingua originale , sottotitoli in inglese

 
Giovedì 15 marzo
SILENCE
di Masahiro Shinoda
(Chinmoku, 1971, C, 130’, 16mm)
lingua originale , sottotitoli in inglese

 
Lunedì 19 marzo
TSUGUMI
di Jun Ichikawa
(Tsugumi, 1990, C, 105’, 16mm)
lingua originale , sottotitoli in italiano

 
Giovedì 22 marzo
RINCO’S RESTAURANT
di Mai Tominaga
(Shokudo katatsumuri, 2010,C, 118’, 35mm)
lingua originale , sottotitoli in inglese

“Kokin waka shū”, o dell’eternità

Chiamiamo «classico un libro che si configura come equivalente dell’universo, al pari degli antichi talismani», scriveva Calvino oramai qualche decennio fa.

La definizione mi è tornata alla mente in una sera pungente di novembre, tenendo tra le mani il Kokin Waka shū (edizione italiana curata dalla grande studiosa Ikuko Sagiyama per Ariele, pp. 686, € 34), prima tra le ventuno antologie imperiali di lirica classica giapponese. Quello che, apparentemente, sembrerebbe un volume di liriche, è in realtà uno scrigno che dall’inizio del X secolo d. C. custodisce un inestimabile tesoro letterario, composto da ben millecento composizioni (più undici in origine cancellate), prevalentemente waka, il genere nipponico per eccellenza, che si struttura in brevissime poesie scandite da cinque versi di 5-7-5-7-7 sillabe, dedicate soprattutto allo scorrere delle quattro stagioni e alla tematica amorosa.

Non si tratta di un’opera da leggersi in modo compiuto, dal principio alla fine; andrebbe piuttosto aperta e scrutata come un libro sibillino, a caso, cogliendo suggestioni e arcani qua e là, tenendo così fede alle radici della parola ‘vaticinio’, che in origine indicava il ‘canto del poeta’, di colui che decifra le segrete voci degli spiriti che abitano il mondo, ma sa anche (e meglio) comprendere i singhiozzi o le maledizioni degli uomini. Scrive infatti il poeta Ki no Tsurayuki (872 – 945) nella sua Prefazione:

La poesia giapponese, avendo come seme il cuore umano, si realizza in migliaia di foglie di parole. La gente di questo mondo, poiché vive fra molti avvenimenti e azioni, esprime ciò che sta nel cuore affidandolo alle cose che vede o sente. Si ascolti la voce dell’usignolo che canta tra i fiori o della rana che dimora  nell’acqua; chi, tra tutti gli esseri viventi, non compone poesie? La poesia, senza ricorrere alla forza, muove il cielo e la terra, commuove perfino gli invisibili spiriti e divinità, armonizza anche il rapporto tra l’uomo e la donna, pacifica pure l’anima del guerriero feroce.

L’animo, il cuore (kokoro), seme della poesia, deve svilupparsi armoniosamente e fiorire nella kotoba, la parola, dal momento che «il linguaggio deve esaurire pienamente il contenuto del messaggio poetico senza margini di oscurità» (p. 20). Il risultato è un idioma complesso, ricco di finissimi espedienti retorici e lessicali, che genera e al tempo stesso è generato da immagini che preservano ancora oggi nitore e bellezza: il fiore del ciliegio dalla grazia effimera, le maniche del kimono zuppe di lacrime, il fiume Asukagawa che diventa simbolo dell’instabilità e dei destini mutevoli.

E così, procedendo con la lettura, si ha l’impressione che la carta si faccia via via più impalpabile sotto le dita e tutt’attorno sorga un’atmosfera nuova; dai testi riaffiora piano un cosmo dimenticato, che il ricco apparato  di note e rimandi del volume aiuta a ricostruire, senza mai scadere nel pedante.

Talvolta, lo scarto tra un componimento e l’altro appare minimo; ecco due uomini forse antitetici, stretti dalla medesima malinconia: l’uno si strugge al canto del grillo, l’altro reclina il capo avvolto dal lamento delle oche selvatiche. Eppure, proprio in quel sottile discrimine  vive – e non semplicemente: sta – tutto un carattere, una storia, un’esistenza.

L’autunno è qui:
le foglie cadute hanno steso
una spessa coltre intorno alla mia dimore,
e nessuno si fa strada
per venire a trovarmi.

Aki wa kinu
momiji wa yado ni
furishikunu
michi fukiwakete
tou hito wa nashi

Lirica dopo lirica, constatiamo con felice sorpresa che davvero non c’è nulla di nuovo sotto il sole: ci sembra di conoscere bene quei sospiri, le lunghi notti di tristezza e i duri giorni d’affanno cantati oramai più di mille anni fa; e persino le rughe profonde dei poeti sono le stesse che incidono i nostri volti.

Racconti giapponesi: "La monaca tuttofare, la donna serpente, il demone beone"

Alcuni titoli di libri hanno il potere di colpire subito l’immaginazione; naturale, dunque, che io sia rimasta sorpresa da La monaca tuttofare, la donna serpente, il demone beone. Racconti dal medioevo giapponese (trad. di Roberta Strippoli, Marsilio, pp. 232, € 16). Per chi volesse (come me) saperne di più, ecco la presentazione dell’editore:

Nobili principi che si innamorano di fanciulle non nobili; monaci e monache che possiedono ben poco oltre al saio e alla ciotola; furbi campagnoli in grado di conquistare dame di rango elevato e altri meno acuti che scambiano uno specchio per un demone; demoni che amano il vino e la compagnia delle belle ragazze e guerrieri pronti a rischiare la vita per sconfiggerli. Una donna che in preda alla gelosia si trasforma in enorme rettile e corre all’inseguimento del giovane monaco che ha rifiutato le sue proposte amorose. E ancora, personaggi immaginari, e poi volpi, gatti e topi che interagiscono con gli esseri umani. Questi racconti, alcuni dei quali tradotti per la prima volta in una lingua occidentale, offrono uno spaccato di gesta eroiche, ideali romantici e sogni di arricchimento a testimonianza del grande dinamismo culturale e sociale di un paese in trasformazione, dove l’ordine che per secoli ha stabilito l’identità del dominante e del dominato viene finalmente messo in discussione. Gli otogizo-shi sono racconti del tardo medioevo giapponese che rielaborano, con umorismo e originalità, temi e motivi appartenenti alle tradizioni orali e letterarie delle epoche precedenti, come i monogatari di corte di epoca Heian e i monogatari guerreschi di epoca Kamakura. Ne sono giunti fino a noi circa quattrocento, che si presentano sotto forma sia di rotoli illustrati sia di libretti copiati a mano o stampati e vantano molteplici origini: alcuni furono creati e diffusi oralmente da cantastorie girovaghi, altri furono scritti da intellettuali di vario genere – monaci, guerrieri e nobili decaduti – e non conobbero mai una forma orale. Per l’estrema vivacità e inventiva del linguaggio, con descrizioni dalla fantasia quasi rabelaisiana di luoghi, personaggi e situazioni, rappresentano una delle eredità culturali più importanti del Giappone medievale.

Ebook in giapponese sulla Nintendo Ds

Chi ha detto che i grandi classici della letteratura giapponese si debbano per forza leggere in biblioteca, e non in metropolitana o durante la pausa pranzo? Grazie alla Nintendo Ds, possiamo letteralmente tenere in palmo di mano cento libri di autori nipponici, in lingua originale, consultandoli dovunque vogliamo. Questo il video illustrativo:

Buone letture interattive!

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