Sono felice di ospitare un nuovo saggio di Mariella Soldo (che ringrazio caldamente), dedicato a un romanzo di Kawabata: All’improvviso, il doppio: Koto ovvero i giovani amanti della città imperiale. Buona lettura. (altro…)
Tag: romanzi
Murakami e la stanza dei ricordi (da “Kafka sulla spiaggia”)
“Tutti perdiamo continuamente tante cose importanti. Occasioni preziose, possibilità, emozioni irripetibili. Vivere significa anche questo. Ma ognuno di noi nella propria testa – sì, io immagino che sia nella testa – ha una piccola stanza dove può conservare tutte queste cose in forma di ricordi. Un po’ come le sale della biblioteca, con tanti scaffali. E per poterci orientare con sicurezza nel nostro spirito, dobbiamo tenere in ordine l’archivio di quella stanza: continuare a redigere schede, fare pulizie, rinfrescare l’aria, cambiare l’acqua ai fiori. In altre parole, tu vivrai per sempre nella tua biblioteca personale.”
Murakami Haruki, Kafka sulla spiaggia
Grazie a Daniela. ♥
Foto tratta da Pinterest.
Banana Yoshimoto, il suo ultimo romanzo “Moshi moshi” e un kakigori (granita) al tè verde
Una bella granita ghiacciata: ecco cosa di cosa ho avuto tremendamente voglia leggendo alcune pagine dell’ultimo romanzo di Banana Yoshimoto, Moshi moshi (trad. di Gala Maria Follaco, pp. 206, € 13; solo ora in offerta a 11,05; se avete voglia di leggere la recensione, guardate qui), pubblicato poche settimane fa.
Perché allora non condividere con voi le parole della scrittrice, nonché la facilissima ricetta del kakigori (la granita alla giapponese), tanto amata da Yoshie, la protagonista del libro, scegliendo una delle varianti più note e appetitose?
Kakigori al tè verde (di Setsuko Yoshizuka; tratta dal golosissimo sito Japanese Food) (altro…)
Il sesso, l’adolescenza, il denaro: “Un mondo innocente” (o quasi) di Sakurai Ami
Una realtà fatta di prostituzione, incesto, ma anche amore: può essere questo un ‘mondo innocente‘, (altro…)
“Genji monogatari”: un rapido confronto tra la nuova e la vecchia edizione
Poche settimane fa, dopo anni di attesa, è finalmente uscita la prima vera edizione italiana del Genji Monogatari di Murasaki Shikibu, tradotta dal giapponese da Maria Teresa Orsi, apprezzata docente universitaria; l’opera, con il nome di Storia di Genji, è stata pubblicata da Einaudi e arricchita da alcune bellissime illustrazioni di Yamaguchi Itarō (pp. 1493, € 90; ora in offerta su Amazon.it a 76,50 cliccando qui). (altro…)
Andiamo al cinema a vedere un libro? “Il ristorante dell’amore ritrovato” di Ogawa Ito
Per inaugurare la nuova rubrica “Andiamo al cinema a vedere un libro?”, avrei potuto optare per una pellicola celebre o d’effetto; la scelta, invece, è ricaduta con naturalezza su un’opera delicata e bizzarra come Rinco’s restaurant (食堂かたつむり – Shokudo Katatsumuri, 2010, regia di Tominaga Mai), adattamento del romanzo di Ogawa Ito, noto in Italia come Il ristorante dell’amore ritrovato; (altro…)
“Andiamo al cinema a vedere un libro?”: la nuova rubrica dedicata ai romanzi giapponesi trasformati in film
Dall’inizio di giugno, Biblioteca giapponese ospiterà una nuova rubrica, dedicata ai film ispirati ad alcuni celebri libri della letteratura giapponese.
Al momento, tra i titoli in programma ci sono (non in ordine cronologico):
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La geisha più celebre parla di sé e della sua “Storia proibita di una geisha” in un podcast
Iwasaki Mineko, la geisha più celebre del Giappone, a cui si è ispirato Arthur Golden per il suo Memorie di una geisha, nonché autrice di Storia proibita di una geisha (che ho recensito qui) (altro…)
Un sogno lungo trent’anni: “La vergine eterna” di Ōe Kenzaburō
Ho cercato a lungo una sua foto, un ritratto qualunque: nulla. Mi sarebbe bastato un ritaglio di giornale, una polaroid dai bordi ingialliti, persino un necrologio seguito da un vecchio scatto stinto dagli anni. Malgrado ciò, sono certa che Sakura Ogi Magarshack sia davvero esistita. Che sia stata un enfant prodige del cinema nipponico, che abbia consacrato la sua vita al palcoscenico, che durante l’occupazione americana in Giappone nel secondo dopoguerra abbia comparso bambina in un ambiguo cortometraggio ispirato ad Annabel Lee (una delle più note liriche di Edgar Allan Poe), diretto da un soldato dell’esercito statunitense che sarebbe poi divenuto suo marito.
Me lo ha rivelato Ōe Kenzaburō in uno delle sue opere più recenti, La vergine eterna (trad. di G. Coci, Garzanti, 2011, pp. 251, € 18,60; ora in offerta su Amazon.it cliccando qui a € 15,81), e io gli credo. (altro…)
Intervista a Silvia Pareschi, traduttrice di “Venivamo tutte per mare”
Dopo aver recensito Venivamo tutte per mare (qui il mio intervento), oggi sono felice di poter intervistare Silvia Pareschi, la traduttrice che ci ha dato la possibilità di leggere il romanzo di Julie Otsuka in una bellissima versione italiana.
Silvia ha tradotto mostri sacri del livello di Jonathan Franzen, Don DeLillo, Cormac McCarthy e E. L. Doctorow, solo per fare qualche nome, collaborando con Mondadori ed Einaudi.
Cura inoltre un blog, Nine hours of separation (http://ninehoursofseparation.blogspot.com), in cui annota da San Francisco – città in cui vive – riflessioni acute e spesso ironiche su letteratura, cultura, attualità e, naturalmente, sulla traduzione in tutte le sue sfaccettature.
Biblioteca giapponese (da ora abbreviata BG): Silvia, innanzitutto grazie per avermi concesso questa intervista.
Molte delle opere di cui ti sei occupata appartengono alla letteratura statunitense. Nel leggere e, successivamente, nel tradurre Venivamo tutte per mare – nato in seno all’idioma inglese – hai captato delle qualità (letterarie, stilistiche, linguistiche…) o degli scarti peculiari? Si percepisce insomma, a tuo parere, quella che, genericamente, potrebbe esser chiamata impronta giapponese? (altro…)