Complessa, sfaccettata, perennemente in mutamento: è così che appare in tutte le sue manifestazioni la cultura nipponica del ventunesimo secolo. Di essa ci offre un’ottima mappa Japan pop. Parole, immagini, suoni dal Giappone contemporaneo (Aracne editrice, 2013, pp. 711, € 27; l’ebook è acquistabile a € 16,20; qui è possibile consultarne alcune pagine), a cura di Gianluca Coci, ricchissimo volume che riunisce oltre quaranta fra interventi e saggi dedicati a rilevanti esponenti del pop e alla loro produzione, quali gli scrittori Murakami Haruki e Kirino Natsuo, il mangaka Nagai Gō, i registi Miike Takashi e Wakamatsu Kōji, solo per fare qualche nome.
Far conoscere al pubblico del nostro paese tematiche o artisti altrimenti destinati a rimanere nell’ombra del mainstream, vagliare le articolate relazioni tra le manifestazioni culturali e la realtà estremo-orientale, fornire degli strumenti per destreggiarsi in un panorama poliedrico e talvolta contraddittorio… : questi sono solo alcuni degli obiettivi che via via si delineano. Numerosi studiosi ed esperti italiani e stranieri hanno collaborato alla stesura dell’opera, suddivisa in quattro sezioni (letteratura; manga e anime; cinema; arte, poesia, teatro); per ragioni di spazio, mi soffermerò brevemente sulla prima, quella che ha suscitato in me maggiore interesse.
Rebecca Suter indaga la ricezione di Murakami Haruki in patria e in occidente, col quale dialoga (e scherza) a proposito delle sue esperienze e delle sua passioni; Yoshinori Shimizu (insieme poi a Gianluca Coci) esamina ruoli e valori degli adolescenti quattordicenni nella letteratura contemporanea, con riguardo per Murakami Haruki e Murakami Ryū; Micheal Emmerich rilegge alcuni brani evidenziando i significati della rappresentazione di Tokyo ieri e oggi; Nakamata Akio analizza il “network vegetale” che lega i romanzi di Abe Kazushige; Gianluca Coci mostra le influenze del rock e la sua valenza dirompente negli scrittori degli ultimi decenni, mentre Paola Scrolavezza si concentra sulle trasformazioni registrate in Giappone nei gialli e nei noir al femminile (di cui la regina incontrastata è Kirino Natsuo), generi divenuti (anche) strumenti di critica verso una società che ancora non riesce a riconoscere in tutto e per tutto le donne.
Puntuali, ricchi di spunti e – non di rado – brillanti, i lavori presentati nel libro sono adatti anche ai non specialistici, desiderosi di conoscere aspetti del Sol Levante che appaiono tanto eclatanti (basti pensare al successo dell’autore di 1Q84 o all’elevato tasso di lettori di manga), quanto non sempre compresi a sufficienza in Italia. Insomma: una raccolta di scritti, quelli di Japan Pop, indispensabili per decifrare il presente e il futuro – sociale, artistico, culturale – del Giappone.
C’è un refuso: non è Yoshimoto Nara bensì Yoshitomo Nara ^^
Correggo subito, grazie!