Yamamoto Hisaye con alcune donne al campo di dislocazione di Poston (anni '40)

Di solito, non festeggio l’8 marzo.

Mi è sempre parsa una giornata di false promesse e di buoni propositi (tanto da parte femminile, quanto maschile, intendiamoci), puntualmente disattesi, riguardo la dignità e la promozione sociale delle donne, il sostegno alla maternità, l’impegno contro la violenza e via discorrendo.

Non a caso, quando ho letto questo brano della scrittrice nippo-americana Yamamoto Hisaye, l’ho subito apprezzato. Per la sua schiettezza intellettuale (quanti, ancora oggi, avrebbero il coraggio di criticare Gandhi?), per la sana indignazione contro i perbenisti e, soprattutto, per la cruda sincerità. (altro…)