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Mishima contro la frigidità

Negli ultimi anni, abbiamo assistito ad un proliferare di cure, più o meno credibili e costose, per risolvere ogni sorta di problema. Tra queste ve n’è una che approvo in linea di principio, ma che nella pratica mi lascia dubbiosa: la biblioterapia (ossia: leggi che ti passa). La creatrice, Stéphanie Janicot, ha anche scritto un libro a riguardo, uscito da poco in Italia: 100 romanzi di primo soccorso per curare (quasi) tutto (Corbaccio, pp. 208, 15,60 €).
Tra i volumi consigliati per recuperare il benessere perduto, figura anche Musica di Mishima Yukio, che racconta la storia di una ragazza alle prese con la sua incapacità di percepire le melodie. Scavando a fondo, grazie anche all’aiuto di uno psicanalista, si scoprirà che la musica è metafora dell’orgasmo e che Reiko, la protagonista, è infatti frigida. La sua esperienza, secondo Mme Janicot, può aiutare molte donne a superare lo stesso problema attraverso la lettura del libro. Ma sarà vero?

 

Un anno di letture giapponesi

Con questo articolo, il blog festeggia il suo primo anno di vita.
Ho deciso di ringraziare voi lettori di Bibliotecagiapponese a modo mio, segnalando ebook e link utili per saziare la vostra fame di letture:

Yukichi Fukuzawa and the making of the modern world di Alan Macfarlane
Manga a volontà (ma non in italiano)
Hana di Akutagawa Ryūnosuke (in giapponese, con audio):
Poesia Kokeshi Dolls di Banana Yoshimoto
Lineamenti di storia della lingua giapponese di Aldo Tollini

Post scriptum: mi scuso con tutte le persone che hanno lasciato un commento e alle quali non ho ancora risposto. Vi prego di pazientare ancora un po’.

Appuntamenti coi libri

Ecco un breve memorandum per le prossime presentazioni di libri che concernono il Giappone:
– Roma,   17 novembre. Presentazione della Teoria delle nuvole di Stéphane Audeguy presso La Feltrinelli (Galleria Colonna), ore 18.
– Venezia, 20 novembre. Presentazione dell’Anima nascosta del Giappone di Marcella Croce presso la Libreria Mondadori (san Marco 1345), ore 18,30.
Firenze, 22 novembre. Presentazione dell’Anima nascosta del Giappone di Marcella Croce presso la Limonaia di Villa Strozzi (via Pisana 77), ore 11.

Roma: biblioteca dell'IsIAO

biblio_isiao
Sala di lettura della biblioteca

Oggi, finalmente, dopo mesi di rinvii, sono andata alla biblioteca dell’IsIAO, (Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente). La struttura, a prima vista, può apparire un po’ austera, ma la biblioteca è stata per me una piccola oasi. Purtroppo, ne ho esplorata solo una minima parte; in ogni caso, il poco che ho visto mi ha lasciata soddisfatta. I molti volumi interessanti presenti, le riviste piuttosto aggiornate e un’atmosfera serena hanno certo contribuito a farmi passare una piacevole ora di letture. Inoltre, pur essendo chiaramente una dilettante, ho trovato in tutti gentilezza e rispetto: e vi assicuro che ciò non capita spesso, soprattutto nei centri specializzati e destinati a un ristretto gruppo di studiosi.
Iscriversi alla biblioteca è molto semplice: basta portare un documento e riempire un paio di moduli, senza alcun bisogno di permessi o lettere di presentazione.
Per ulteriori informazioni, leggete qui.

Biblioteca IsIAO
Via Aldovrandi 16 (accanto allo zoo), Roma
http://www.isiao.it/2009/attivita-istituzionali/patrimonio/biblioteca/

Issei Sagawa: da cannibale a scrittore

E’ con una certa vergogna che confesso d’aver tratto ispirazione per il post da un servizio di Voyager. Tranquilli: non parlerò di ufo in cerca del Graal che atterranno sulle piramidi con la complicità dei templari, i quali, per depistare tutti, realizzano cerchi nel grano a Rennes-le-Château, ma “soltanto” di un giapponese cannibale, tale Sagawa Issei (佐川一政, 1949) che, nel 1981, attrasse con l’inganno nel suo appartamento di Parigi una collega universitaria, Renée Hartevelt,  con lo scopo di ucciderla e consumarne il corpo. Ciò non ha comunque impedito che abbia scritto recensioni gastronomiche e recitato in film porno, e che – soprattutto – sia ancora a piede libero.

Chiamato in Francia “il killer giapponese” e soprannominato in Giappone “il killer parigino”, il “padre eterno del cannibalismo”, come egli stesso si è definito, ha redatto diversi libri concernenti i crimini suoi e altrui: qui potete trovarne una lista.

Infine, vi consiglio fortemente di non approfondire ricerche fotografiche cercando il suo nome perché davvero ci si imbatte facilmente in materiali raccapriccianti, pubblicati – secondo me – senza alcun rispetto per la vittima e la sua famiglia.

Qui a sinistra, potete ammirarlo in una sobria foto per la copertina di un cd del gruppo musicale Gnaw, in cui finge  di cibarsi di una ragazza.  

"Il crisantemo e la spada" di Ruth Benedict

E’ stato recentemente ristampato da Laterza uno dei più famosi saggi del Novecento dedicati alla cultura giapponese, Il crisantemo e la spada di Ruth Benedict (pp. 350, € 20). Si tratta di un’opera commissionata all’autrice, docente alla Columbia University, dall’Office of War Information degli Stati Uniti nel 1944 per studiare il misconosciuto Giappone, in modo tale da colpire con più efficacia i suoi punti deboli.

Ecco la presentazione, tratta dalla Prefazione di Ian Buruma:

Il crisantemo e la spada è un classico in virtù della sua lucidità intellettuale e stilistica. La Benedict era una scrittrice eccellente che spiegava idee complicate senza ricorrere al gergo tremendo degli addetti ai lavori. Lo stile, qualcuno direbbe, è un riflesso del carattere. Era una scrittrice di grande umanità e generosità di spirito. Pur essendo la descrizione di un nemico mortale approntata in tempo di guerra, questo libro, se letto oggi, forse potrebbe non offendere un lettore giapponese, anche qualora lui o lei fosse in disaccordo con alcune delle conclusioni dell’autrice. Nonostante i numerosi cambiamenti che hanno trasformato il Giappone e i giapponesi nel corso dell’ultimo mezzo secolo, c’è molto in questo libro che ancora suona vero.

Indice: Prefazione di Ian Buruma – Ringraziamenti – I Il Giappone come oggetto di studio – II I Giapponesi e la guerra – III « Ognuno al proprio posto » – IV La riforma Meiji – V I debiti nei confronti del passato e del presente – VI La difficile impresa di ripagare l’« on » – VII Il modo più difficile di ripagare un debito – VIII Il dovere di cancellare il disonore – IX Le passioni umane – X Il dilemma della virtù – XI L’autodisciplina – XII L’educazione del bambino – XIII Il Giappone dal giorno della sconfitta – Glossario – Note – Indice dei nomi

Un brano dell’opera: La difficile impresa di ripagare l’« on »

L’on è un debito e come tale, bisogna pagarlo, ma, in effetti, i Giapponesi considerano le forme di pagamento vero e proprio come appartenenti a tutt’altra categoria. Essi ritengono la nostra etica, che confonde, teoricamente e praticamente, due categorie diverse quali sono quella degli obblighi e quella dei doveri, altrettanto curiosa di quanto sarebbero curiosi, ai nostri occhi, i rapporti commerciali in comunità tribali il cui linguaggio non distinguesse il «debitore» dal «creditore» nelle operazioni monetarie. Nella società giapponese, la più importante, ed onnipresente, forma di debito che va sotto il nome di on è totalmente distinta dall’atto assolutamente costrittivo con cui il debito viene pagato e per indicare il quale si usa una terminologia che denota un contenuto concettuale completamente diverso. L’avere un debito (un on) non è un segno di merito, mentre il ripagarlo lo è. Il merito è, infatti, legato al fatto che ci si dedichi attivamente all’« impresa » della riconoscenza. Per capire questa questione del merito, può essere utile per noi fare un parallelo con quello che avviene in America nel campo delle operazioni finanziarie, comprese le sanzioni previste per i trasgressori delle leggi sulla proprietà. La gente è obbligata a mantenere gli impegni assunti e non vi sono attenuanti per chi si appropria dei beni altrui, così come non si considera il fatto di pagare o meno il debito contratto con una banca collegato a una questione di impulsi personali e si ritiene il debitore responsabile dell’aumento degli interessi e della somma originaria presa a prestito. Invece, il patriottismo e gli affetti familiari, per esempio, vengono visti come appartenenti a tutt’altra sfera, in quanto l’amore è visto come un fatto emotivo, il cui valore aumenta, aumentando la spontaneità con cui viene dato. Il patriottismo, inteso come il fatto di porre gli interessi della propria patria sopra a tutto, è ritenuto un atteggiamento alquanto donchisciottesco, e del tutto incompatibile con la debolezza della natura umana, a meno che gli Stati Uniti non vengano attaccati dal nemico. Venendo a mancare il fondamentale postulato giapponese del grande debito contratto automaticamente da ogni essere umano per il fatto di essere stato messo al mondo, pensiamo che ogni individuo dovrebbe, in caso di bisogno, avere compassione dei propri genitori ed aiutarli, che non dovrebbe picchiare la moglie e che dovrebbe provvedere alle necessità dei propri figli. Non si considerano, però, questi doveri alla stregua di un debito pecuniario, né se ne trae un tornaconto come se si trattasse di una questione d’affari. In Giappone, invece, si considerano tutti questi comportamenti alla stessa stregua in cui si considera, in America, la solvibilità finanziaria e le sanzioni previste sono altrettanto severe di quelle previste in America per chi non paga i conti o non corrisponde gli interessi ipotecari. Per i Giapponesi si tratta, cioè, di questioni di cui non ci si deve preoccupare solo in casi di emergenza, come, ad esempio, in caso di una dichiarazione di guerra o di grave malattia dei genitori, ma sono cose che costituiscono una costante preoccupazione per ogni individuo indistintamente, paragonabile a quella di un piccolo agricoltore dello Stato di New York preoccupato per le ipoteche che gravano sul suo podere o a quella di un finanziere di Wall Street, che veda il mercato salire dopo aver venduto «allo scoperto». I Giapponesi dividono in categorie distinte, ciascuna con regole sue proprie, le forme di pagamento dell’on che non hanno limiti né di valore né di tempo, da quelle con un equivalente quantitativo e che si è tenuti a rispettare in casi particolari. Il pagamento illimitato di un debito si esprime con il termine gimu e di esso si dice: « Non è possibile ripagare neppure una decimillesima parte di (questo) on. Il gimu di ciascun individuo comprende due diversi tipi di doveri: ripagare l’on verso i propri genitori, indicato con il termine ko, e ripagare l’on verso l’Imperatore indicato con il termine chu.

Bookcrossing a Biblioteca giapponese?

Biblioteca giapponese, come sapete, si propone di diffondere la conoscenza della letteratura e della cultura del Sol Levante. Per questa ragione, voglio lanciare un piccolo progetto, all’insegna del book crossing: darò in prestito alcuni dei miei volumi d’argomenti giapponese a chi me lo chiederà. In cambio, vorrei solo che i testi non siano stati maltrattati e che magari serbino una traccia di chi li ha letti (che so: un post it con un saluto, un fiore appassito, una bustina di tè come segnalibro… etc).
L’idea mi è venuta leggendo il blog http://librinprestito.splinder.com/ e notando quanti pochi libri giapponesi siano in circolazione nelle librerie.
Chiunque voglia partecipare al progetto è bene accetto: basta spedirmi un’email a bibliotecagiapponese@gmail.it con la richiesta del libro che volete prendere in prestito o con la lista dei libri che potreste prestare.
Al più presto cercherò di definire le modalità del prestito e vi informerò di tutto.

Per ora, i libri che potrei dare in prestito sono:
– Tanizaki Junichiro, Morbose fantasie (racconti)
– Mishima Yukio, Inquietudine d’amore (pezzo teatrale)
– Yoshimoto Banana, Tsugumi (romanzo)
– Francesco Morena, Utamaro (saggio d’arte)

Ora vi pregherei di lasciare nei commenti la vostra opinione, così che io possa scoprire se la mia idea può aver seguito o meno. Grazie. 🙂

[foto tratta da qui]

Ciak! E' uscito "Japanese cinema"

Iniziamo settembre con una novità sicuramente interessante per gli amanti del grande schermo, Japanese cinema di Paul Duncan e Stuart IV Galbraith, edito dalla Taschen (192 pp.) e disponibile, al momento solo in inglese, a 19,99 €.
Intento degli autori è fornire ai lettori – soprattutto occidentali – una visione  approfondita del panorama cinematografico nipponico, esplorando anche generi e prodotti poco noti fuori dalla madrepatria. La grafica – come per tutti i bellissimi volumi Taschen – è curata e suggestiva; numerose immagini di buona qualità corredano il testo e favoriscono l’immersione in un mondo tanto affascinante quanto spesso misconosciuto.

Alcune pagine del volume
Alcune pagine del volume

Per avere maggiori informazioni, vi consiglio di dare un’occhiata al sito dell’editore.

Oggi thriller: Tokyo noir di Kenzo Kitakata

Non è decisamente il mio genere, ma qualche lettore potrebbe apprezzare Tokyo noir di Kenzo Kitakata, edito soltanto ora dalla Newton Compton (pp. 336, € 9,90), malgrado sia stato scritto dall’autore nel 1983.
Il sottotitolo, Chi semina odio raccoglie vendetta!, già la dice lunga, ma è bene lasciare la parola alla quarta di copertina e ad un corposo estratto del volume, che potete leggere cliccando qui.

Takino si è lasciato alle spalle il suo passato nella Yakuza, e adesso conduce una vita modesta e tranquilla. È sposato con Yukie e gestisce un piccolo supermarket a Tokyo. Ma la quiete delle sue giornate viene sconvolta da un improvviso desiderio di sentirsi di nuovo vivo, di riprovare quel brivido – la pistola, gli inseguimenti, gli agguati – da tempo represso. Deciso a portare a termine un’ultima “missione”, ricontatta un vecchio amico. Ma il gioco si fa più complicato del previsto. Risucchiato nel mondo sotterraneo della mafia giapponese, Takino scoprirà che in fondo tutto questo lo affascina: ha provato a essere un bravo cittadino ma forse la sua vera natura è un’altra. Bruciano le sigarette e scende la pioggia nella periferia di Tokyo. Takagi, il detective più decorato della polizia, è l’unico a sospettare chi si nasconde davvero dietro la spietata prova di forza in atto nelle strade di Tokyo…
Azione e colpi di scena, furia e violenza distruttrice nei bassifondi della capitale giapponese, pallottole e sangue in un inferno metropolitano senza eroi: il passato di Takino è ritornato prepotentemente. La belva è uscita dalla gabbia, ed è pronta a farsi giustizia a modo suo.

L'anima nascosta del Giappone di Marcella Croce

Studio, impegni e – lo ammetto – un po’ di vacanze mi hanno tenuto lontano dal blog, ma ora sono pronta a ricominciare.
Vi presento oggi con molto piacere un libro segnalatomi dalla stessa autrice, Marcella Croce, appena uscito, L’anima nascosta del Giappone (Marietti editore, pp. 120, € 30):

Lo spirito del Giappone, più che spiegato o studiato, va semplicemente ‘sentito’, assorbito. Ricopiando la sutra nell’atmosfera rarefatta del tempio, l’unico rumore che avvertivo era il battere implacabile della pioggia che innaffiava naturalmente i celebrati muschi, e ad ogni tratto del pennello affondavo lentamente sempre più nel terreno inesprimibile del sacro. La pioggia continuava incessante; invece che rovinare la nostra passeggiata nel giardino, l’aveva resa ancora più suggestiva. Scendendo una dozzina di scalini, mi sono ritrovata nel buio totale di un ambiente sotterraneo, che intendeva richiamare il ventre materno, che è anche il ventre della terra, e in pochi minuti ciascun visitatore, che lo volesse o no, diventava pellegrino e avvertiva totalmente cambiata la propria dimensione. Ma è anche possibile visitare il Giappone, o anche viverci, senza avere nessuna idea, nessun vago presentimento di tutto ciò. Il contrasto fra la bellezza assoluta e silenziosa di templi e giardini da un lato, e le città frenetiche dall’altro è indescrivibile.

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