Udite, udite! Per festeggiare i tre anni del sito e le oltre centomila pagine viste negli ultimi dodici mesi (probabilmente per i grandi siti si tratta di una bazzecola, ma per me rappresenta una bella soddisfazione), ho deciso di indire un giveaway tra i lettori del mio blog, ossia una sorta di piccola lotteria.
Le regole sono poche e semplicissime:
1. pensate al libro giapponese o riguardante il Giappone che amate di più; può essere un romanzo, una raccolta di racconti, un’antologia poetica, un saggio…;
2. scrivete qui sotto nei commenti il titolo, l’autore e il perché della vostra scelta. Non vi preoccupate se, una volta inviato il commento, non appare subito sotto il post: deve essere infatti prima approvato da me (non si tratta di una misura antidemocratica, ma semplicemente di un sistema che uso regolarmente per evitare spam e commenti molesti/autopromozionali/offensivi/etc. etc.).
3. aspettate fiduciosi il giorno dell’estrazione! 🙂
Il 7 novembre 2011 avrà luogo il sorteggio elettronico (realizzato tramite www.random.org) e verranno così selezionati due numeri: al primo estratto andrà in premio un libro (sorpresa!) e al secondo un oggetto legato al Giappone. Naturalmente, potete spargere la voce, diffondere l’iniziativa tramite il vostro blog, invitare parenti e amici: tutto quello che volete, purché rispettiate il regolamento. 😉
NOTA BENE:
– non sono ammessi manga e affini;
– non sono ammessi libri di testo per studiare il giapponese;
– ciascuno ha la possibilità di lasciare uno e un solo commento;
– mi riservo il diritto di escludere dal sorteggio eventuali commenti offensivi/discriminatori/fortemente autopromozionali, oppure indicanti testi che non ritengo consoni allo spirito del concorso (eliminerei, per esempio, il “Grande trattato sui bruchi giapponesi” o “Il meglio del cinema hentai di ogni tempo”);
– verranno esclusi tutti i commenti incompleti, ossia che non presentano il titolo dell’opera e/o la motivazione della preferenza;
– ai fini dell’estrazione contano _soltanto_ i commenti lasciati qui nel blog, e non nel gruppo Facebook;
– l’estrazione avverrà _solo_ se vi saranno _almeno 70_ partecipanti;
– piccola postilla aggiunta il 7/10: la motivazione della scelta non deve esser del tipo “mi piace perché è interessante/ perché è uno dei libri che più amo/ etc.”. Dal momento che dovrebbe trattarsi del vostro libro preferito legato al Giappone, è naturale che per voi sia bellissimo; quindi tirate fuori la fantasia e dateci dentro! 😉
In bocca al lupo!
Foto tratta da qui.
“After Dark” di Haruki Murakami. Perché semplicemente mi ha fatto vivere una notte persa nei meandri di Tokyo, una notte che rivivrei un milione di volte.
L’Ugetsu monogatari, Racconti di pioggia e di luna, di Ueda Akinari.
Per il fascino di una scrittura che alle storie orrifiche soprannaturali riesce infondere poesia e delicata bellezza.
“Novergian Wood” Haruki Murakami. Per lo stile di scrittura semplice ma raffinato, la caratterizzazione complessa ed articolata dei personaggi, l’ambientazione che ti catapulta nel suo mondo dalle molteplici sfaccettature.
“Memorie di una geisha”di Arthur Golden. ,nonchè l’unico libro che ho letto!XD.Mi piace perchè è un romanzo in grado di trasportarti in un altra realtà con i suoi tratti avvincenti e toccanti.E’proprio un bellissimo libro 🙂
“Norwegian Wood”(Noruwei no mori)di Haruki Murakami. Il primo suo libro che ho letto..E quando entri nel suo mondo non puoi e non vuoi più uscirne.
Seta – Alessandro Baricco – è un libro molto scorrevole, semplice ma appassionante come un giallo. Il filo della seta collega la Francia al Giappone, quindi due culture, quella occidentale e orientale. Il protagonista,occidentale, insieme al lettore rimane affascinato da questa nuova e sconcertante cultura tanto da rimanerne cambiato nell’animo.
Kokoro, di Natsume Sōseki per la sensibilità con la quale vengono descritti i legami e gli affetti familiari con tutti i sentimenti che questi comportano e con i quali ho trovato una grande affinità con la mia storia personale
Kitchen – Banana Yoshimoto
Kitchen è il mio libro riguardante il Giappone preferito, oltre ad essere il mio libro preferito in assoluto. E’ stato il libro che mi ha avvicinato a questo stupendo paese, la sua cultura, il punto di vista dei giapponesi, così diverso dal nostro.. veramente una bellissima opera! Presenta uno scritto acerbo, ma allo stesso tempo romantico! La prima volta che ne sono venuta a conoscenza, è stata tramite un’antologia delle scuole medie, in cui era inserito il pezzetto che racconta del Tanabata… lo lessi e subito me ne innamorai! Il Giappone diventerà il mio futuro, dal momento che studio questa lingua complicata e bellissima… a Kitchen devo tutto!
Shogun, di James Clavell
Perché leggendolo ho scoperto che le logiche possono essere invertite, quello che è normale può diventre assurdo, e che il punto di vista è tutto. Perché dopo aver letto Shogun nessuno può resistere alla voglia di vedere una realtà alternativa, l’altra verità. L’unica cosa da fare dopo averlo finito è prenotare l’aereo e partire. Io l’ho fatto.
Genji Monogatari, di Murasaki Shikibu. Perché è il primo, e perché leggerlo è come viaggiare indietro fino al periodo Heian e conoscere personalmente figure letterarie splendide, con pochi o forse senza eguali.
“Sonno Profondo” di Banana Yoshimoto.
Perchè è legato agli anni dell’università, di cui ho un ricordo bellissimo. Leggevo i libri di Banana Yoshimoto tutti d’un fiato, invece di studiare! E poi perchè mi ha fatto sentire davvero in sintonia coi personaggi della storia, che è una cosa che amo!
“Quando cadrà la pioggia tornerò” di Takuji Ichikawa, perchè la sua semplicità e dolcezza mi ha fatto emozionare e, a libro concluso, mi è rimasto un senso di benessere nel cuore.
“La belva nell’ombra” di Edogawa Ranpo.
Perchè riesce a fondere mistero, thriller ed eros in maniera perfetta ed elegante.
“Japón – Arte, cultura y agua” a cura di David Almazán, una raccolta di saggi e articoli sull’importanza dell’acqua nella cultura giapponese.
Perchè il filo conduttore, la cultura dell’acqua attraverso l’arte, la religione e la letteratura del Giappone, mi ha talmente affascinato che ho deciso di scegliere questo libro per la mia tesi di laurea di traduzione riuscendo così a conciliare la mia scelta universitaria con l’amore per la cultura giapponese.
“Platonic sex” di Ai Iijima, una biografia interessante che racconta senza troppi giri di parole gli aspetti della società giapponese moderna (anche quelli più bassi e imbarazzanti)
Le quattro casalinghe di Tokyo, di Natsuo Kirino
Perché è stato uno dei primi libri di autori giapponesi che ho letto. Perché è spietato, crudo, ma bellissimo. Descrive la società del Giappone degli anni 90 mettendo a nudo le problematiche di una vita difficile in un mondo che va avanti senza di te e che devi cercare di raggiungere con le tue sole forze… E capisci che la forza di vivere è dentro di te, sempre. Devi solo imparare ad usarla.
“Racconti fantastici” di Akutagawa Ryunosuke. Perchè, come l’autore,ti stordisce per la sua genialità.
Il mio libro preferito è “mille gru” (senbantsuru) di Kawabata Yasunari.
Perché perla di un Giappone, quello del dopoguerra fluttuante tra la tradizione e il cambiamento attraverso la poesia della cerimonia del tè.
George Ohsawa “La dieta macrobiotica”
Dall’unione delle parole greche: “makros” e “bios”, ha origine il termine “macrobiotica”, il cui significato è letteralmente: lunga vita.
E’ un’antichissima filosofia orientale, di 5000 anni fa, il cui orientamento di base è rappresentato da una visione olistica dell’uomo, dove ogni elemento è in equilibrio con gli altri.
Il cibo è considerato fondamentale per mantenere l’armonia tra la mente e il corpo.
Parlando di macrobiotica bisogna ricordare una figura molto importante, il medico e filosofo Nyioti Sakurazawa, meglio conosciuto come George Ohsawa. Nacque a Kioto nel 1893, viaggiò spostandosi tra gli Stati Uniti e l’Europa, fu un grande sostenitore della macrobiotica, alla quale dedicò parecchi studi e trattati, ispirandosi e osservando le regole alimentari dei monaci buddisti, morì, nella sua città natale all’età di 73 anni.
“L’uccello che girava le viti del mondo” di Haruki Murakami. Perchè mi ha introdotto al mondo di Murakami e mi ha fatto sognare per tutte le 700 pagine.
“Amrita” perchè è il libro più bello, assieme a “Kitchen”, della mia scrittrice preferita, Banana Yoshimoto. Lei sa raccontare molto bene sensazioni, pensieri ed emozioni.
“Gridare amore dal centro del mondo” di Kyoichi Katayama, perchè mi ha stupido la delicatezza nel raccontare una malattia così spietata che colpisce una ragazzina, della sua voglia di lottare e del ragazzo che ha avuto una forza d’animo particolare.
“quando cadrà la pioggia tornerò” di takuji ichiwaka. ricordi di persone che ci hanno lasciato ma saranno sempre con noi 🙂
Guanciale D’ erba di Natsume Soseki .
Perché il tempo in questo romanzo non esiste più ,tutto e immerso in un aura impalpabile, tutto è semplice ma allo stesso tempo denso e piano di significato.I ragionamenti del protagonista sono quelli che qualunque essere umano dovrebbe farsi prima o poi , durante il suo viaggio si pone il problema di giustificare l’ arte , ma in realtà saranno gli stessi eventi che vivrà che gli daranno una risposta.. Un bellissimo libro dove il viaggio diviene metafora del percorso che l’ uomo deve fare dentro di sè, e delle sue stesse contraddizioni …. Magico…
Sarò scontato, ma “Kitchen” di B. Yoshimoto. In poche pagine ti trascina dentro le vicende della protagonista e ti porta inevitabilmente a riflettere sulla vita e sulla morte.
Kojiki
Una cronaca della storia del giappone dalla mitologia fino all’imperatore Tenmu.
Lo scelgo perché rappresenta la mia prima lettura di un’opera di stampo nipponica e mi ha introdotto in una cultura che tutt’ora apprezzo e che è soggetto dei miei studi.
Da apprezzare particolarmente la prima parte, di stampo mitologico, che racchiude tutta la magia, le tradizioni, gli ambienti tipici del paese del sol levante.
“Neve sottile” di Yunichiro Tanizaki. Un bellissimo romanzo sulla società giapponese degli anni 30. Conoscere il passato aiuta a capire meglio il presente. In particolare ho amato le pagine dei viaggi in treno da Osaka a Tokyo, perchè ho rivissuto il mio viaggio in Giappone attraverso gli occhi della protagonista.
“Norwegian wood – Tokyo blues” di Murakami Haruki. Sarò banale, ma è il primo libro che ho letto di questo autore e uno dei primi libri giapponesi che ho letto in generale. Mi è rimasto nel cuore, anche perchè è stato anche grazie a Murakami che la mia passione per la cultura giapponese è sbocciata.
“Ore Giapponesi” di Fosco Maraini. Un bellissimo racconto di viaggio che mi ha portato nelle atmosfere e nella cultura del Giappone. Emozionante il resoconto del periodo in cui fu internato.
“Dance dance dance” di Murakami Haruki. Coinvolgente, fantasioso, inquietante, scorrevole insomma troppo bello!
Genji Monogatari. Il primo “monogatari” della letteratura giapponese, la scrittura delle dame di corte descrive situazioni e avventure in modo realistico senza dimenticare un pizzico di ironia e malizia.
“L’abito di piume” di Banana Yoshimoto. Sono rimasta affascinata da questo libro, come da tutti quelli della stessa autrice. Direi che il titolo è azzeccato dal momento che mi sono sentita fin da subito avvolta da un morbido tepore durante la lettura, forse per la delicatezza con cui vengono descritte le emozioni.
“Norwegian wood – Tokyo blues” di H.Murakami
E’ stato il primo libro che ho letto di quest’ autore. L’ho trovato semplicemente fuori dal comune.. è impensabile che possa cambiare così profondamente la vita di chi lo legge, o almeno lo è stato così per me. Pieno di emozioni fortissime, descrizioni che mi hanno trascinata completamente tra le righe di quella storia, in cui, neanche la descrizione della pioggia era noiosa.
“Io sono un gatto” di Natsume Soseki.
Sarà forse per l’amore che provo verso i gatti e per la particolare simpatia che mi suscita Soseki, ma questo romanzo l’ho trovato molto divertente, soprattutto nella prima parte, dove il gatto, con sguardo ironico e talvolta cinico, osserva la vita del professor Kushami (il professor “Starnuto”), suo padrone, e di tutti i suoi bizzarri amici. Un arguto sguardo satirico su una società, il Giappone di fine Novecnto, in frenetica trasformazione.
Due donne si contendono l’amore e l’attenzione di un uomo: una moglie, sposata seguendo la tradizione, devota, dolce ed apparentemente remissiva, ma dall’animo forte e determinato; una madre, che vede nel figlio primogenito il suo vanto, una donna bella anche da anziana, volitiva ed autoritaria. Il duello tra queste due donne, nella stessa casa, durerà una intera esistenza, senza scenate, senza bassezze, ma solo a forza di scontro di volontà e l’uomo le stimerà e sarà affezionato e leale ad entrambe, ma in nome della sua vocazione, la professione medica, in un periodo storico in cui non esisteva ancora l’anestesia, non esiterà però anche a servirsene…
Ariyoshi Sawako, l’autrice (1931 – 1984) non è molto conosciuta da noi, eppure due suoi romanzi si possono trovare, e sono entrambi bellissimi.
Questo è il primo che ho letto e ne sono rimasta incantata. Tra le righe, in modo squisitamente giapponese, si riesce anche a vedere l’amore.
Ariyoshi Sawako, “Kae o Le due rivali” edito da Jaka Book.
“Libro d’ombra” (ovvero l'”Elogio dell’ombra”) di Junichiro Tanizaki: perchè è un viaggio nella poesia che, anche nelle cose più piccole, persino banali, trova una sensibilità così diversa dalla nostra occidentale.
Natzuo kirino, Morbide guance, mi ha dato la forza di affrontare una dura separazione…grazie!
sicuramente “Memorie di una geisha”di Arthur Golden…xchè l’ho trovato appassionante, scorrevole e piacevole da leggere =))
piukina81@gmail.com
“Kitchen” di Banana Yoshimoto
Perché è il primo libro di un autore giapponese che ho letto, che mi ha fatto innamorare di questo Paese, avvicinano ad una cultura così diversa e affascinante dalla nostra, e fatto venire voglia di leggerne ancora e ancora!!!!
“Tokio Blues. Norvergian Wood” di Haruki Murakami. me lo prestò una cara amica e dopo averlo letto ne comprai una copia perché decisi che non potevo non averlo. l’ho trovato delicato e penetrante al tempo stesso. personaggi delineati, un piacere di leggere che mi ha accompagnato dalla prima all’ultima pagina. un libro che ho riletto e ho regalato perché certi tesori non vanno tenuti solo per sé.
cescar76@gmail.com
Il mio preferito è ‘La casa delle belle addormentate’ di Yasunari Kawabata, e per spiegarti il perché ti metto la mia piccola recensione Anobii.
Questo meraviglioso libro di Kawabata è un presagio. Un presagio a cui si arriva lentamente, attraverso quella porta stretta e misteriosa che è il sonno. Un sonno potente ed insidioso incarnato in corpi di donna. La casa delle ‘belle addormentate’ è una porta spalancata su un Altrove da cui ascoltare il suono di un mare invisibile assorbito dalla notte. E così ogni donna è un percorso a ritroso in cui si penetra attraverso un mondo di odori fondamentali e originari. L’odore dolce delle giovani vergini, così vicino a quello dei neonati è un addio a ciò che è stato; un crudele sigillo sul passato. Il silenzio della notte carico di umori è anche spazio per una riflessione dolorosa sulla violenza. Quella violenza sottile, imperiosa, inevitabile, che l’uomo impone alla donna. Le ‘belle addormentate’ sono tutte vergini, e gli uomini che giacciono con loro possono proiettare sui loro corpi il desiderio; ma mai renderlo concreto. Per la prima volta viene offerto all’Uomo, in questa casa vicino ad un oscuro mare, la possibilità di un impossibile ritorno. Perchè non esiste un ritorno possibile. Perchè nulla può cancellare la vita e l’orrore che porta con sè, e la violenza, e il desiderio, e lo scisma dei sentimenti, e l’incapacità di fondersi con la donna che l’uomo ha.
Un libro sulla morte come separazione, come orrore inevitabile. Una morte in cui sprofonda l’ultima ragazza della storia, trascinando con sè ogni ultimo ultimo bagliore di bellezza.
“Sotto il segno della pecora” di Murakami Haruki. Perché? perchè grazie a un forum in cui si cercava disperatamente questo libro (prima che l’einaudi lo ripubblicasse) ho scoperto la letteratura giapponese. Leggevo già manga, ma non romanzi. L’idea che centinaia di persone volessero leggerlo mi ha incuriosita…e mi sono messa alla ricerca. Ovviamente l’ho trovato, ma dopo aver letto altri libi di Murakami. Questo però è quello che mi è rimasto nel cuore sia per il tipo di scrittura limpida e immaginifica, sia per il modo di intrecciare realtà (anche plurime) e sogno, sia per il personaggio dell’uomo pecora (a volte mi sembra quasi di averlo incontrato veramente).
Dopo questo libro mi si è aperto un universo di letture.
Senza alcun dubbio ” Norwegian Wood ” di Murakami Haruki.
Questo libro è intriso di quella incredibile lentezza e delicatezza di cui solo gli autori giapponesi sono capaci nel raccontare storie: e la storia trattata in questo romanzo è un fulgido esempio di questo tipo di ‘tenerezza’.
La scrittura di Murakami è limpida, direi quasi scintillante: il lettore immagina perfettamente la storia raccontata, pagina per pagina, con gli occhi colmi di tinte pastello e di quella incredibile malinconia che sembra pervadere perfino le storie felici. Si immagina sempre la svolta che arriverà alla pagina dopo.. e che, invece, non arriva mai.
Struggente e doloroso, meno ‘ultraterreno’ di altre sue storie, lo consiglierei a chiunque. Con i Beatles in sottofondo, of course (:
pur nella difficoltà della scelta opto per “Confessioni di una maschera” di Mishima, un romanzo assolutamente splendido, composto con una scrittura davvero leggera e incantevole, eppure profonda e intensa. una lettura talmente toccante da essere stata da stimolo per tante altre splenditi intrattenimenti con questo autore.
“L’uccello che girava le viti del mondo” di Haruki Murakami.
Perchè nonostante la lunghezza del romanzo, l’autore riesce a coinvolgerti dalla prima all’ultima pagina, è onirico, intenso, davvero bello!
“Gridare amore dal centro del mondo” di Kyoichi Katayama: perchè ho scelto questo romanzo? Perchè è stato il mio primo romanzo giapponese! La storia (a mio parere) è dolcissima, e devo ammettere che ogni tanto la lacrimuccia tentava di scendere >.<
solo ora leggo…
allora quale potrebbe essere? 🙂
Lo zen e la cerimonia del tè di Kakuzo Okakura 😉
“Sly “Di Banana Yoshimoto .. E’ un libro che mi è rimasto nel cuore per l’argomento molto delicato trattato .. e per i valori dell’amicizia e dell’amore che sono più forti che mai !
Ciauu partecipo e condivido: scelgo Lucertola di banano yoshimoto perchè è stato uno dei libri che mi ha colpita di più… è molto profondo e fa riflettere il lettore ^^
“La ragazza dello Sputnik” di Murakami Haruki, perché ho desiderato di essere ognuno dei tre personaggi della storia: il ragazzo innamorato di una ragazza che lo considera solo un amico, la ragazza che confida all’amico la sua prima grande passione per una donna dal passato oscuro, la donna che trova nell’amore di una ragazza un’inaspettata ventata di vita.
E’ dura scegliere, ma alla fine opto per “La donna di sabbia” di Kobo Abe, un romanzo claustrofobico che celebra la libertà. La sabbia come metafora di schemi sociali e comportamenti cui è difficile sottrarsi. L’ho riletto più volte e ad ogni lettura mi sorprende.
“Le quattro casalinghe di Tokyo” di Natsuo Kirino.
Per le atmosfere reali e adrenaliniche che riesce a creare l’autrice, per la trama ricca di suspence che non ti permette di staccarti dal libro finchè non l’hai finito, per le coinvolgenti descrizioni sulle personalità delle protagoniste.
Vado per un classico, ossia “Ugetsu Monogatari” di Ueda Akinari. Due storie in particolare all’interno di questa raccolta mi hanno lasciato un solco profondo, ossia l’appuntamento dei crisantemi e la casa fra gli sterpi. La capacità dell’autore di pennellare le emozioni dei protagonisti ed i legami (in un caso d’amicizia e nell’altro d’amore) che trascendono ogni impedimento terreno, persino la morte, dona note molto struggenti al racconto.
Io adoro il “Genji monogatari”, in questo racconto Murasaki Shikibu riesce a trasportarci in un mondo lontano e a farci vivere e ragionare secondo la mentalità heian. Inoltre è pieno di descrizioni di danze, abiti, musica e cerimonie che sono talmente ben fatte che a tratti mettono in secondo piano la storia dei personaggi, la cui psicologizzazione è fantastica!
Adoro tutti i libri di Haruki Murakami ma se devo proprio scegliere…”Norwegian Wood (Tokyo Blues)”.
Il motivo? Lo trovo un romanzo d’amore bellissimo, che mi ha fatto riflettere, commuovere ed innamorare della cultura giapponese!
“l’abito di piume” Banana Yoshimoto.
Lo adoro, è il primo romanzo di un’autrice giapponese che ho letto ed è quello a cui sono legata maggiormente! E’ come un piccolo tesoro da custodire.
Ma poi, quale libro della Yoshimoto non è bello? XD
Memorie di una Geisha – Arthur Golden
Adoro questo libro perche’ racconta del Giappone antico quello di una volta, antico e lo descrive in modo molto realistico, anche agli occhi di una persona che non c’e’ mai stata sembrera’ di vederlo.
« Una storia come la mia non andrebbe mai raccontata, perché il mio mondo è tanto proibito quanto fragile, senza i suoi misteri non può soppravvivere. Di certo non ero nata per una vita da geisha, come molte cose nella mia strana vita, ci fui trasportata dalla corrente. La prima volta che seppi che mia madre stava male, fu quando mio padre ributtò in mare i pesci, quella sera sofrimmo la fame, “per capire il vuoto”, Lui ci disse. Mia madre diceva sempre che mia sorella Satsu era come il legno, radicata al terreno come un albero sakura. Ma a me diceva che ero come l’acqua, l’acqua si scava la strada attravverso la pietra, e quando è intrappolata, l’acqua si crea un nuovo varco. »
Il primo libro che ho letto di Murakami Haruki, “Dance Dance Dance”, perchè fa riflettere sulla fragilità degli esseri umani e sul fatto che nonostante tutto continuino a “danzare” durante il corso della loro vita! Molto particolare ^^
ORE GIAPPONESI del compianto Fosco Maraini, perché dopo tutti i romanzi giapponesi che avevo letto mi ha dato il punto di vista di un italiano che vuole capire il Giappone ma umilmente sa che non potrà mai farlo fino in fondo: ecco, mi ha fatto pensare che forse, avrei potuto farcela anche io. Questa la motivazione personale, poi vabbè, è uno dei libri più completi sul Giappone, più appassionati, più onesti. Imperdibile.
L’uccello che girava le viti del mondo di Haruki Murakami. È stato il primo libro di Murakami che io abbia letto, acquistato in uno di quei momenti magici nei quali l’istinto, la sorte, il genio dei libri o qualunque altra combinazione vogliate considerare, ti spinge ad allungare la mano verso un libro del quale non sai nulla. Mi ha letteralmente conquistata con il suo realismo magico temperato dalla millenaria filosofia giapponese, facendomi entrare in un mondo dal quale non voglio più uscire e in cui mi annullo ad ogni lettura di un testo di Murakami. Ho scoperto così il Giappone e mi sto interessando anche alla poesia, alla cucina, all’arte, alla scrittura. Spero di fare presto un viaggio in quella terra magica.
Grazie e salutissimi, Annarita
che scelta difficile…tra tutti quelli che ho letto scelgo “Kitchen” di Banana Yoshimoto..all’epoca non si parlava molto di Giappone, se non per i cartoni animati, Kitchen e’ stato il primo libro di una lunga serie che mi ha avvicinato sempre piu’ a questo fantastico Paese…un libro di una poesia unica, delicato e intriso cosi’ tanto di “giapponesita’” che non si puo’ non amare! 🙂
“Il maestro di Go” di Yasunari Kawabata. Parla del gioco del go e di un Giappone sospeso tra tradizione e modernità. L’ho letto per l’esame di letteratura giapponese ed è stato quello che più mi ha colpito, sia per la storia in sè, che per il periodo delicato che rappresenta! Per ora è il mio romanzo breve preferito collegato al Giappone 🙂 Lo consiglio a tutti gli appassionati.
“Il grido silenzioso” di Kenzaburo Oe. Un universo di metafore dal sapore della carne, della violenza e della fatica di essere vivi. La pienezza della prosa di Oe in questo “shinshosetsu” è pressoché perfetta, gli eventi frutto della vita di tre generazioni quasi commoventi: due fratelli ritornati alla loro valle natia, isolata, retrograda, sfigurata dal capitalismo del dopoguerra, ricordano le vicende di due infanzie trascorse nella stessa realtà ma vissute fin troppo diversamente. Non ho mai trovato tanta precisione poetica nel parlare degli esseri umani e tanta bravura nel riuscire a trasformare le parole in pensieri intimi. Se esiste un’anima della cultura giapponese, sono sicuro che questa vive di forti sentimenti fortissimi ma taciuti, un coro di grida silenzione.
“Solo con gli occhi” di Wataya Risa.Il libro parla della solitudine adolescenziale e mi è piaciuto perchè mi ha fatto riflettere su alcuni aspetti di uno dei valori che trovo più importanti:l’amicizia.
Norwegian wood (Murakami Haruki)
Per motivare la scelta che mi ha portato a prediligere questo titolo, ad elevare l’ autore persino al di sopra di Inazo Nitobe, che pur col suo impegno ha suonato la prima nota di shamisen nella mia vita, bisogna dire che “Tokyo Blues” è probabilmente l’ unico libro che non rileggerò in futuro, per nessuna ragione.
La spiegazione è limpida come la sua lingua: tutto ciò che questo romanzo aveva da dirmi l’ ha già espressa, in mille toni, mille figure, mille colori e mille mutazioni, naturalmente le mie.
Norwegian Wood insegna che non solo la facile e scorrevole lettura, ma anche quella dolorosa e faticosa è frutto di un amore tenero e di un messaggio eterno.
Un libro autobiografico nei rimandi alla memoria percettiva, nelle descrizioni opalescenti, e soprattutto nella veridicità dei sentimenti.
Un libro preferito perchè cambia la visione del mondo, la capovolge e con un senso di vertigine la ritira su: da questo momento niente è come prima, ogni cosa è mutata, tutto assume un nuovo senso.
Se delle parole sono capaci di incidersi nella pelle di una persona, esse sono ormai libere da ogni prigionia umana, trasformate in dubbi, capricci, passioni…
E una sola parola le può più definire: Capolavoro.
tra i tanti scelgo quello di un autore non giapponese: maxence fermine. il titolo del libro è neve. un libro così pieno di sentimenti, poesia… quasi impalpabile al tempo stesso. che non può assolutamente lasciare indifferenti e commuove.
(arrivo per la prima volta, ma ti seguirò con assiduità!)
kitchen- banana yoshimoto : l’atmosfera di una città che non dorme mai e in cui si può mangiare i ravioli in qualunque ora della notte – la tranquillità che ti da il ronzio del frigo- la famiglia atipica : questo libro fa parte della mia educazione sentimentale
“Il Giappone in cucina” di Graziana Canova Tura.
Un vero e proprio affresco della cultura giapponese, a tavola e non solo! Un vero e proprio universo culinario raccontato in maniera sapiente. Secondo me da non perdere!
“Ukigumo” hayashi fumiko
perchè l’ho letto (in inglese) e mi ha appassionato la storia di questa scrittrice “vagabonda”
Uffa è troppo difficile 🙁
Però scelgo Norvegian Wood di Murakami, perchè
è meraviglioso in ogni parola 😀
Partecipo e scelgo “Gridare amore dal centro del mondo”, di Katayama Kyoichi.Mi ha emozionato tantissimo!incrocio le dita*__*
Scelta molto difficile, direi “densha otoko” in italia train man. Un gruppo di sfigati otaku segue le vicissitudini di uno di loro su un forum ,che per la prima volta in vita sua, inizia ad uscire con una ragazza di tutt’altra estrazione sociale. Libro molto divertente
Uh, eccomi! Partecipo anche io: tra i miei libri preferiti sul Giappone c’è Ore Giapponesi di Fosco Maraini, tanto che lo sto leggendo da anni, e ancora non l’ho finito! Mi piace da morire l’atmosfera di un Giappone ormai “perduto”, che si respira pagina dopo pagina, e che il bravissimo Fosco contribuisce a ricreare con le sue meravigliose descrizioni.
Un bacio e a presto,
B.
Ho scelto Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki. Ci si muove nella realtà quotidiana di una metropoli come Tokyo a tratti squarciata da una dimensione onirica che ha del surreale. L’ho scelto perché oltre a catapultarti nella Tokyo dei giorni nostri con i suoi ritmi frenetici e i suoi angoli di quiete assoluta, con le sue stranezze e le sue tradizioni, ti svela lentamente uno di quei meravigliosi mondi possibili creati dallo scrittore lasciandoti sospeso in un’atmosfera visionaria fino alla fine. Un paese delle meraviglie “orientale” che insinua dentro di te sempre la solita domanda: ma esiste davvero?
Kitchen di Banana.
M sembrava di essere li dentro, in mezzo alle sue padelle, i suoi strofinacci, sentivo il profumo del ramen, dell’oden, riuscivo ad assaporare il tenpura. Mentre riga dopo riga conoscevo il Giappone cominciavo ad amarlo, potrei dormire su di un tatami… ma il mio fidanzato non ne vuole sapere! 😉
Anna
Me ne’piacciono tanti e’stata dura ma direi “Quel che resta del giorno”di Kazuo Ishiguro mi piace il genere storico e poi e’interessante il punto di vista del narratore che qui e’il domestico di famiglia.
Scusa credevo che l’autore dovesse essere Giapponese comunque e non il tema, un libro sul Giappone recentemente letto che mi e’piaciuto molto e’
“Totto-Chan, la bambina alla finestra”di Tetsuko Kuroyanagi e’autobigrafico e parla di una bambina oggi personaggio tv che ando’alle elementari su un vagone di un treno una scuola insolita in un periodo di guerra.
“Kafka on the Shore” Haruki Murakami, non ho mai vinto niente online ma tentare non nuoce 🙂
“Libro d’ombra” di Junichiro Tanizaki.
Perchè mi ha fatto vivere le emozioni del Giappone originario, quello della cultura dell’ombra, della bellezza nell’oscurità.
L’autore allo stesso tempo ricorda il passato, lo elogia, e critica il presente che sta vivendo.
autostop con Buddha – viaggio attraverso il Giappone di Will Ferguson. l’autore descrive il suo viaggio in Giappone seguendo gli itinerari più inconsueti, regalando al lettore un’immagine nitida e vera, ricca di inquietudini, squilibri e contraddizioni, accanto al vivido racconto di un’esperienza fatta di incontri, di persone e di caratteri indimenticabili. semplicemente fantastico.
Maurice Pinguet “La morte volontaria in Giappone” un saggio antropologico di grande raffinatezza e poesia
” Vado in Giappone sulla via del bonsai”
Autore: Marco Invernizzi
Mi è piaciuto particolarmente perchè racconta in modo semplice e divertente l’esperienza dell’autore in Giappone, dandone una visone da turista, ma anche da persona che vi ha vissuto per parecchio tempo e ama questa terra.
L’eleganza é frigida di Goffredo Parise perché grazie a questo reportage ho scoperto i grandi autori della letteratura giapponese, il cinema di
Oshima e le differenze tra l’Italia, il paese della politica, e il Giappone. E poi, é l’argomento della mia tesi! Insomma, lo consiglio a tutti!
MUSASHI di Eiji Yoshikawa. Romanzo storico che contiene più giappone di molti saggi storici sul Giappone.
ma è impossibile scegliere!! 🙂
pur adorando ogni singolo libro di banana yoshimoto e di haruki murakami…scelgo “Neve” di Maxence Fermine. Si tratta del primo libro che mi ha aperto gli occhi sul mondo giapponese, nonostante l’ autore sia francese. Fui attirata dalla copertina, candida come il titolo! Un libro delicato, al quale, in qualche modo, devo la mia passione per il Giappone!
”Kitchen” della Yoshimoto…scontato? Forse..ma fra tutti i suoi lo preferisco,perchè anche grazie a lei ho imparato ad amare Murakami(ho pensato che avrei dovuto sapere come un uomo dipingesse a parole il suo paese),ed inoltre sono stata trascinata da questa cucina così importante,ed ho pianto con il racconto finale ”Moonlight Shadow”..
L’uccello che girava le Viti del Mondo – Haruki Murakami , perchè calamitata dall’autore in un mondo surreale , coinvolgente ed enigmatico .
“Norwegian Wood” di Murakami Haruki
Il primo libro che ho letto di Murakami e che me ne ha fatto innamorare, spingendomi a leggere tutti gli altri libri di quest’autore. Probabilmente unico nel suo genere se paragonato agli altri di Murakami, ma non per questo meno bello. Le atmosfere che riesce a creare, quel soffermarsi su ogni particolare, anche i più insignificanti, e la perfezione con cui riesce a scavare nella psicologia dei personaggi sono solo alcuni degli innumerevoli motivi che mi hanno fatto apprezzare questo romanzo.
“Così triste cadere in battaglia” di Kakehashi Kumiko.
Perchè da quando sono tornato dal Giappone ho cercato di capire il profondo spirito dei giapponesi e questo libro mi ha aiutato molto a capirlo, oltre che commuovermi profondamente.
Geisha di Lesley Downer.
Il mondo fluttuante mi ha sempre affascinata, questo libro svela alcuni misteri che si celano dietro alle geishe, le “donna perfette” che con la loro arte e finezza riescono a conquistare gli uomini, questo fenomeno ha inciso il Giappone dal punto di vista: culturale e sociale.
“Gridare amore al centro del mondo” di Katayama Kyoichi. All’apparenza il solito libretto per ragazzine, che fa pensare all’autore come una sorta di Moccia nipponico; ma in realtà mostra nella maniera più penetrante quanto può essere intenso l’amore verso un altro individuo. E il senso di inutilità che si prova quando la persona amata se ne va, senza essere riusciti a salvarla.
Che bella iniziativa! E’ difficile scegliere, tra Soseki, Kawabata e i maestri dei romanzi gialli, ma mi si e’ accesa una lampadina: “Una notte sul treno della Via Lattea”, di Miyazawa Kenji. Una raccolta di fiabe adatte ai bimbi ma anche ai grandi, di cui amo in particolare il racconto che da’ il titolo alla raccolta, poetico e delicato (e commovente…).
Mi sono seduta qui davanti e il primo titolo che mi è venuto in mente è stato “Kafka sulla spiaggia” di Murakami Haruki. Mi ha trasportato in un mondo magico dal quale ho fatto fatica ad uscire. Non credo che ci siano parole per descrivere la sensazione che mi ha lasciato questo romanzo. Quando l’ho terminato ho rifiutato di leggere altri libri per quasi un mese. Io ero ancora laggiù,con Kafka.
Io sono un gatto, di Soseki
(forse non è il mio preferito, ma è un classico e mi piace tanto il titolo)
A casa del burbero professor Kushami arrivano e partono continuamente i personaggi più disparati. La condizione di gatto-filosofo del narratore gli permette un punto di vista speciale sugli affari domestici, mentre la società giapponese nei primissimi anni del ‘900 si trasforma, con particolari surreali e grande ironia.
io scelgo invece “il ristorante dell’amore ritrovato” di Ito Ogawa…è il libro più bello, dolce, commovente che io abbia mai letto. ringo-chan è, più o meno, il mio alter-ego perchè certe volte, vorrei essere, almeno un pochino brava ai fornelli come lei.
un saluto, Alessia
Allora..per me è “Un viaggio chiamato vita” di Banana Yoshimoto…per me si è rivelato in un viaggio dentro me…un testo profondo..che cadde a fagiolo..aveva le risposte che stavo cercando..oserei dir terapeutico per l’anima
che idea carina quella di un giveway con i libri!
Il mio libro preferito in assoluto è “Morbide guance” di Natsuo Kirino che ho letto durante una vacanza in Nuova Zelanda. Era assurdo: mi trovavo in una sorta di paradiso eppure non vedevo l’ora di fermarmi un momento, trovare lavori in strada e dover aspettare in coda, una giornata di brutto tempo che mi costringesse a rimanere chiusa in albergo, qualsiasi scusa pur di trovare il tempo per leggere questo libro.
Ikakuzo Okakura – Lo zen e la cerimonia del tè
Traduzione a cura di L Gentili
“Lo splendore del meriggio illumina il bambù, le sorgenti gorgogliano lentamente, e nelle nostre teste risuona il mormorio dei pini. Abbandoniamoci al sogno dell’effimero, lasciandoci trasportare dalla meravigliosa insensatezza delle cose.”
E’ così che l’Autore ci invita a scoprire i molteplici aspetti che riguardano la cerimonia del tè, quella che Blailer definisce come “un sacramento di carattere sociale”.
Opera destinata al lettore occidentale, la versione originale è infatti scritta in inglese, “Lo zen e la cerimonia del tè” inizia con la trattazione della storia di questa bevanda, dalle sue origini cinesi fino all’importazione in Giappone (e nel Mondo Occidentale), dalla selezione delle molteplici qualità fino alle diverse metodiche di preparazione, l’infusione e il tè in polvere.
Come dice l’Autore stesso, il tè, dopo la resistenza all’invasione mongola del 1281 (quando il “vento divino” o “kamikaze” respinse le navi nemiche a largo delle coste giapponesi), divenne un pretesto per praticare il culto della persona. Di conseguenza molti sono gli aspetti che devono essere curati in tale pratica: dalla stanza da tè, o Sukiya, alla quale si accede mediante un piccolo sentiero (il roji) che serve a spezzare i legami col mondo esterno, alla diposizione dei fiori, altro aspetto fondamentale, anche perché questi vanno a costituire l’unico ornamento all’interno della sukiya.
Il cammino alla scoperta della cerimonia del tè culmina con la trattazione dell’influenza che i vari maestri del tè hanno esercitato su di essa. In particolare viene messo in luce il famoso Rikyu, del quale mi riprometto di leggere la storia al più presto.
Veniamo ora alle considerazioni personali. Ho trovato questo libro affascinante. Lungi da una trattazione lunga e noiosa nella quale l’Autore avrebbe potuto incappare facilmente data l’importanza e la complessità che l’argomento riveste all’interno della cultura giapponese, questo libro da una parte riesce a far comprendere al lettore quanti aspetti vi siano dietro quella che ad un estraneo potrebbe sembrare una banale “bevuta in compagnia” (mi scuso per il termine un po’ crudo), d’altra parte riesce a non annoiare mai, grazie all’incisività con cui i vari argomenti vengono trattati.
“Lo zen e la cerimonia del tè” è una lettura che consiglierei a tutti, sia a coloro che vogliono approfondire questo aspetto della cultura giapponese, sia a chi inizia ad accostarsi alla scoperta di questo meraviglioso popolo.
Kitchen,
perchè il modo in cui viene amato Yuichi -vicino e lontano, seguendo gli slanci e soffocando tra i dubbi, inconsapevolmente ma perdutamente, e gelosamente, affondando in un pullover azzurro che odora di foglie cadute e bevendo tè sperando di lasciare scie luminose- è il mio modo di provare ad amare.
OT: Devo dire che a partire da una semplice proposta (esprimere una preferenza letteraria), con il contributo di tutti i partecipanti è venuto fuori un piccolo tesoro: prima di scrivere ho letto tutti i commenti precedenti, un coro di voci, ognuna con la sua sensibilità e la generosità di condividere la propria esperienza, e una cascata di libri, dove alcuni si guadagnano una certa maggioranza, ma al tempo stesso fanno timidamente capolino le opere più rare e/o dimenticate.
Avete citato capolavori di eleganza e delicatezza, dei quali ne conoscevo solo una parte. Spero non me ne vogliate se mi spingo in una proposta un po’ diversa, ma che dentro di me fa a gomitate tra i libri preferiti in assoluto: “Battle Royale” di Koushun Takami.
Quest’opera distopica è per me degna di essere paragonata ai libri di Orwell; un gioco spietato in cui gli studenti di una classe delle medie sono costretti ad eliminarsi a vicenda si trasforma in un’indagine nel profondo dei tipi umani, una riflessione sull’amicizia, l’umanità e la disumanità, gli aspetti fondanti del contraddittorio essere umano. Il tutto è condito da una narrazione serrata e densa di suspence, che si destreggia tra 40 personaggi.
Il romanzo è stato convertito in manga e film piuttosto splatter che non gli rendono affatto giustizia.
“Il paese delle nevi” di Yasunari Kawabata.
Perché mi è stato regalato da un’amica a cui tengo molto. Perché dice più di quanto vi è semplicemente scritto. Perché ha un andamento quasi lirico, è più una lunga poesia elegiaca che non un romanzo. Perché contiene tutto: bellezza, amore, natura, morte, pigrizia, gelosia, ebbrezza, sfrontatezza, inedia, follia, malinconia… Perché non mi è bastato leggerlo due volte per esserne sazia. Perché la neve giapponese che sbianca le stoffe ha in sé qualcosa di magico. Perché l’intera Via Lattea vi partecipa. E, infine, perché le immagini che Kawabata costruisce, quasi epifanie, hanno la grazia e la bellezza dei fiori disposti dall’ikebana insieme ad una prorompenza ed energia che ti toglie il respiro.
“leggero il passo sui tatami” Di Antonietta Pastore.
perchè è il racconto di un giappone vissuto da un italiana che non ci fa vedere solo le belezze di questo paese, ma ci parla anche dei suoi difetti.
“Neve” di Maxence Fermine.
Mi sono letteralmente innamorata di questo libro e anche di quest’autore per la poesia e la sublimazione di ogni singola parola. Il libro parla di un giovane ragazzo, Yuko, che vuole lasciare la famiglia per dedicarsi alla poesia, ma la sua poesia è esclusivamente rivolta alla neve e quindi paradossalmente è priva di colori…bianca. Quello a cui mi fa pensare questo libro è a come Fermine tramite questa storia bellissima e delicata riesca a riprodurre con estrema esattezza la bandiera stessa del Giappone. Il rosso, colore simbolo per antonomasia dell’amore, tingerà la bianca poesia di Yuko…proprio quando lui incontrerà Neve, una giovane donna europea. Questo libro non solo ricrea perfettamente le piccole atmosfere che solo chi ama veramente il Giappone può capire, ma è stato anche per me una “guida spirituale”, perchè donare amore non è una cosa facile, bisogna esserne capaci…
La fine del mondo e il paese delle meraviglie di Haruki Murakami. E’ quasi indubbiamente uno dei miei libri preferiti in assoluto e il motivo è forse la potenza stupefacente con cui mi sento letteralmente immersa in entrambe le dimensioni che mi racconta…la ricchezza di simboli, di suggestioni. Ci sono immagini bellissime e mi ha dato rivelazioni introspettive importanti.
‘Né di Adamo né di Eva’ di Amélie Nothomb.
E’ il racconto del ritorno in Giappone dell’autrice(che è nata a Kobe)e delle sue vicissitudini sentimentali.Lo scelgo perché racconta il tentativo di una donna occidentale di integrarsi in Giappone e delle difficoltà di capire quel mondo così diverso..
Ivan Morris, “Il mondo del principe splendente”.
Il primo saggio letto su questo paese di sogno, mia seconda patria, mio pianeta alternativo, mia vita parallela. Il titolo si riferisce al principe Genji, circondato da questa corte Heian del X secolo che Morris descrive con eleganza, precisione e passione. Una vita fondata sullo stile e la bellezza, criteri ultimi e assoluti. La complessa divisione in ranghi della corte, che comprendeva il rango dei fantasmi e quello della gattina preferita dell’imperatore. Il culto della calligrafia che fu allora la vera religione. La poesia del giorno dopo, fatta recapitare alla dolce cortigiana con cui si è passata la notte. Un’immagine in particolare non ho mai dimenticato: sette strati di kimono, con la manica man mano più corta per lasciare intravedere quello di sotto, e 7 colori accuratamente assortiti tra loro. L’estetica spinta al suo limite.
Non è stato semplice sceglierne uno solo… Forse non sarò molto originale, ma credo che il mio preferito sia il Genji Monogatari di Murasaki Shikibu perché in esso vengono cristallizzate forme e topoi della cultura e dell’immaginario letterario giapponese che continuano a essere utilizzate ad infinitum fino ai nostri giorni. Oltre a ciò rende conto come poche altre opere dello splendore della corte Heian e del profondo senso estetico che caratterizza l’essenza dell’animo giapponese.
“Seta” di Alessandro Baricco.
E’ meraviglioso il fatto che uno scrittore italiano abbia saputo così magistralmente rappresentare un Giappone misterioso e sensuale. Un libro davvero breve ma molto intenso,capace di stregare e di lasciare il lettore col fiato sospeso. Da leggere e rileggere continuamente.
Tsugumi di Banana Yoshimoto, per la storia narrata in base ai ricordi di due ragazze nella loro quotidianità con una scrittura abbastanza scorrevole. l’ho letto in un giorno.
Io, ho difficolta’ a scegliere, quindi scelgo partendo dallo scrittore e questo e’ Mishima Yukio(allievo di Kawabata Yasunari),uno dei primi scrittori giapponesi che ho avuto il piacere di leggere, poi penso al suo libro che piu’ mi ha stupito.Quindi pur non essendo di facile lettura propongo Colori Proibiti di Mishima Yukio.Personalmente l’ho letto almeno un paio di volte e il suo romanzo,pur essendo del 1951 e’ estremamente attuale.
Odio le scelte, sono davvero negata 🙂 ma scelgo il primo che vedo da qui sullos caffale.
“Memorie di una Geisha” di Arthur Golden.
E’ un regalo che il mio ragazzo mi ha fatto quando ha visto i miei occhi illuminati davanti al film che tanto avevo insistito di comprare e vedere.
Lo scelgo perchè dopo averlo letto il mio sguardo è divenuto ancor più luminoso. L’autore ha colto uno scenario che più affascinante non si può, ponendovi dei protagonisti eccezionali.
Indipendentemente dalle controversie scaturite da questo romanzo, rimane per me un capolavoro.
Grazie per la chance 🙂
Uno dei primi libri legato alla cultura Giapponese che ho letto è stato: “Storia di Genji” di Shikibu Murasaki.
Un affascinantissimo spaccato di Giappone classico: le poesie, gli amori, le atmosfere soffuse, i tralci di ciliegio, gli aceri in autunno. . .una lettura meravigliosa e appassionante.
Semplicemente Un sogno ad occhi aperti.
“autostop con buddha” will ferguson
non ho letto molti libri riguardanti il giappone ma questo mi ha fatto viaggiare piacevolmete tra i luoghi e i personaggi di un bellissimo paese
Delfini di Banana Yoshimoto.
Ho una grande passione per quest’autrice che non solo illustra il giappone senza tanti misticismi, ma sa anche inserire un alone di tristezza e di realismo.
Delfini mi ha portata a riscoprire la Yoshimoto dopo anni di storie molto simili tra loro.
(ho inviato questo secondo messaggio per correggere un errore visto che l’altro non è stato ancora approvato)
Makura no Soshi, o Note del Guanciale di Sei Shonagon.
E’ un libro che ti accompagna nel tempo e cresce insieme a te.
Lo puoi leggere in anni o in una notte e trarne ispirazione.
Stupisce accorgersi che dall’epoca Heian ad oggi, nulla è cambiato nel cuore femminile così come in quello maschile.
Ed è bello sentire di poter essere amica di una dama di corte sofisticata ed intelligente vissuta secoli fa ma così vicina e preziosa oggi, qui, e per tanto tempo a venire.
^__^
Scelta difficilissima, ma opto per ” La fine del mondo e il paese delle meraviglie” di Murakami Haruki, perché lo reputo un “capolavoro scervellante”, un libro che ti tiene incollata alle parole dall’inizio alla fine, una storia ricca di elementi estremamente creativi, e soprattutto ricca di un’attenta e minuziosa analisi a livello psicologico del protagonista e di tutto ciò che lo circonda.
Una storia appassionante, con delle trovate davvero geniali, con un intreccio molto ben costruito, che non rischia mai di annoiare il lettore.
Ciao a tutti, il libro speciale nella mia personale biblioteca giapponese è Kafka sulla spiaggia di Murakami Haruki; l’ho letto in un periodo in cui viaggiavo in metropolitana per andare al lavoro dunque l’ho letto in metro. in quell’ora e mezza di lettura giornaliera entravo in un altro mondo, adoro la sensazione di irrealtà e la sovrapposizione di diverse dimensioni, non mi è mai venuto da chiedermi “sarà vero?” o da fare una netta distinzione tra una dimensione e l’altra, semplicemente in quel momento tutto ciò che leggevo e che prendeva forma nella mia mente esisteva. meraviglioso.
Gridare amore dal centro del mondo di Katayama Kyoichi
“Amare una persona significa che lei viene prima di tutto”
Pensieri come questo riescono a rendere un tema che a prima vista può sembrare già visto, quello del primo amore e della morte che lo separa, una dichiarazione di amore che va oltre il semplice rapporto uomo donna, che tocca l’amore sublime e si imprime dalle piagine bianche e nere al cuore di chi legge. La figura nonno di Sakutaro, una saggezza che sa di antico. Più flashback che fondono sapientemente passato e presente nella delicatezza tipica del concetto giapponese della shibusa, l’estetica dell’essenziale…un amore gridato quasi in silenzio. Ecco perchè ho scelto questo libro
Grazie per l’opportunità ^^ (amo ogni volta che mi viene dato lo spunto per ricordare questo libro)
Izumi Shikibu Nikki, Diario di Izumi Shikibu. Il primo classico giapponese che ho letto, non posso dimenticarlo. Con il nikki di questa poetessa, onna di cui non saprò mai il vero nome, ho capito cosa significa il “mono no aware”.
Con ritardo e pelo pelo. Gomennasai!
“寡黙な死骸 みだらな弔い” (Kamokuna shigai midarana tomurai) di Ogawa Yoko. Una raccolta di racconti sul tema della morte, della sua oscenita’, del lutto.
Racconti che si incastrano tra loro perche’ un personaggio protagonista in uno diviene figura di sfondo in un altro e viceversa. Cosi’ i luoghi in cui le storie si sfiorano spesso senza mai toccarsi.
E’, a mio parere, il punto piu’ alto della poesia di Ogawa Yoko. L’opera in cui il suo mondo vien fuori con maggiore intensita’.