Osannato per i suoi racconti, celebrato dal cinema grazie a Rashōmon per merito di Kurosawa, nonché apprezzato da autori quali Sōseki e Murakami, Akutagawa Ryūnosuke (1892-1927) rimane a tutt’oggi uno degli scrittori giapponesi di cui forse in Italia non si parla mai abbastanza.
Un corposo ma pressoché ignoto tesoro della sua produzione è costituito da oltre mille haiku, composti nell’arco di tre decenni; solo settantasette di essi per sua volontà confluirono nella raccolta Chōkōdōkushū, pubblicata postuma nel 1928. Di essa ci offre una splendida traduzione – la prima integrale in una lingua occidentale – Lorenzo Marinucci in Haiku e scritti scelti (La Vita Felice, pp. 103, € 10; in offerta a € 8,50), apparsa pochi mesi fa in libreria. (altro…)