Categoria: narrativa

Amélie (Nothomb) e il Giappone: “Il fascino indiscreto dell’amore” (Tokyo fiancée)

tokyo fiancee amelie nothomb

Buon cast, ambientazioni suggestive, trama non originalissima, ma comunque gradevole: in potenza, Il fascino indiscreto dell’amore (Tokyo fiancée) di Stefan Liberski avrebbe le carte in regola per essere una commedia riuscita. E invece, a mio parere, si limita a essere un film piacevole, o poco più.

Ispirato al romanzo autobiografico Né di Eva né di Adamo di Amélie Nothomb (qui la mia recensione), la pellicola ci presenta il ritorno dell’omonima protagonista (Pauline Étienne) in Giappone, dove è nata vent’anni prima. In cerca di tutte le identità che si nascondono in lei e determinata a diventare una scrittrice, la ragazza si mantiene dando lezioni di francese a Tokyo; ed è grazie a queste che conosce Rinri (Taichi Inoue), un coetaneo nipponico col quale instaura un rapporto tenero e bizzarro. (altro…)

Una favola noir: “La strana biblioteca” di Murakami

la strana biblioteca murakami haruki racconto
“Nella biblioteca regnava un silenzio assoluto, più profondo del solito. Mentre avanzavo sul linoleum grigio del pavimento, le mie scarpe di cuoio nuove di zecca scricchiolavano in maniera strana, non mi parevano neanche le mie. Ogni volta che metto delle scarpe nuove, mi ci vuole un po’ di tempo per abituarmi al loro suono.”

E’ un ragazzo preciso, lui: riconsegna i libri in biblioteca in tempo, tiene i suggerimenti della madre ben piantati in testa, obbedisce sempre – spontaneamente si potrebbe dire – agli ordini ricevuti. Ed è proprio questo che lo trascinerà in un’avventura inaspettata, narrataci da Murakami Haruki nel racconto La strana biblioteca (trad. di Antonietta Pastore, Einaudi, 2015, pp. 88, € 15, ora in offerta a 12,75), arricchito, nella versione italiana, dai disegni di Lorenzo Ceccotti.

L’anonimo protagonista – in cerca di volumi sulle tasse nell’Impero ottomano – si immerge nei meandri della biblioteca, sino a esserne risucchiato; e questa sua discesa, in fondo, non è che un inoltrarsi nell’abisso dell’animo umano, nelle sue paure e nelle sue macabre fascinazioni. La storia, infatti, è ricca di riferimenti metaforici e di richiami al più tipico immaginario di Murakami: basti pensare alla figura dell’uomo pecora (già vista ne Nel segno della pecora), all’attenzione per il cibo o al motivo dei mondi contigui (messi in comunicazione da un uccello, come ne L’uccello che girava le viti del mondo), che possono esser penetrati grazie alla fantasia, capace di andare oltre ogni limite fisico e ogni imposizione.

la strana biblioteca murakami haruki racconto
“Invece di rispondere, la ragazza fece un dolce sorriso. Un sorriso così radioso che l’aria intorno a lei sembrò farsi più sottile.”

Scandita da un alternarsi di luce e tenebra, vita e morte, sottomissione e reazione, questa favola (oltre che costituire una riflessione sul potere della lettura) potrebbe con facilità apparire noir; eppure, in fondo, veicola con sé un messaggio positivo. La conoscenza non solo ci rende migliori e più ‘appetibili’ (“[…] i cervelli pieni di conoscenze sono squisiti […]. Sono cremosi. E al tempo stesso granulosi.”), ma permette – letteralmente – di spalancare nuove dimensioni persino in una prigione.

Sebbene, quindi, vi sia più di uno spunto interessante, a mio parere, però, al racconto di Murakami manca qualcosa: forse quel senso di schiettezza e sincerità (in più punti, infatti, la trama sembra eccessivamente costruita a tavolino) che ci spinge a tuffarci a capofitto nelle pagine di un libro, anche a costo di smarrirci nei nostri incubi.

Lavoro, dunque sono: le donne giapponesi e il lavoro secondo Itoyama Akiko

Japanese office lady

(mio articolo originariamente apparso su Nippop)

23 novembre, giornata del ringraziamento per il lavoro. «Che effetto volete che mi faccia? Ė un giorno come un altro per i disoccupati», pensa Kyōko. D’altronde, sperimenta spesso le attese ai centri per l’impiego e l’imbarazzo di abitare con la madre a quasi quarant’anni; per di più, con indicibile vergogna di conoscenti e familiari, si ostina a esser sciatta, single e poco incline alle nozze. Un caso senza speranza (sebbene lei paia non preoccuparsene eccessivamente), al punto da spingere una solerte vicina di casa a organizzare per lei un miai, un incontro a scopo matrimoniale: ma come legare con un uomo mediocre, innamorato della propria azienda, che giudica le donne alla stregua di un commerciante di bestiame?

Ė ciò che si chiede con un pizzico di sarcasmo Itoyama Akiko (絲山秋子; 1966) in Kinrō Kansha no Hi (勤労感謝の日; Il giorno del ringraziamento per il lavoro), il primo dei due racconti pubblicati ne Le Jour de la Gratitudine au Travail (traduzione francese di M.-N. Ouvray, Picquier, 2010), inediti nel nostro paese. (altro…)

La necessità di ricordare: “Nagasaki. Racconti dell’atomica” di Hayashi Kyōko

orologio nagasaki bomba atomica
Tomatsu Shomei, “Atomic Bomb Damage: Wristwatch Stopped at 11:02, August 9, 1945, Nagasaki”

  Le vittime della bomba atomica, prima ancora di essere vittime della guerra o dello scontro generato tra nemici e alleati, sono vittime del genere umano.

E’ questa, con buone probabilità, una delle frasi che meglio riassume il senso di una consistente parte dell’opera di Hayashi Kyōko, sopravvissuta – come narra in Nagasaki. Racconti dell’atomica (trad. di M. Suriano, Gallucci editore, 2015, pp. 231, € 18, in offerta a € 15,30) – all’esplosione dell’ordigno nucleare rilasciato sull’omonima città.

Tra il rombo del motore del Bockscar che risaliva e la distruzione della fabbrica ci fu solo il tempo per quelle brevi parole: ‘Un raid!’ E in quel lasso di tempo 73889 persone morirono all’istante. Quasi lo stesso numero, 70499, furono scaraventate fuori nel sole cocente di piena estate, con la pelle scorticata come il coniglio bianco di Inaba.

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6 siti e blog per conoscere meglio Murakami Haruki

murakami haruki letteratura giapponese romanzi musica

Avete appena incrociato Murakami nelle vostre letture e vorreste saperne di più? Oppure cercate qualche informazione insolita rigurdante quello che ormai è il vostro autore preferito da anni? Ecco sei fra siti e blog dove poter saziare la vostra curiosità (se invece preferite la cara, vecchia carta, potete dare un’occhiata a I segreti di Murakami di Tsuge Teruhiko – trad. di Ramona Ponzini, Vallardi, 2013, pp. 199, € 12,90, in offerta a 10,97).

  • Sito ufficiale americano (in inglese): ricco e curato nei minimi dettagli, HarukiMurakami.com offre più o meno tutto quello che un amante dello scrittore possa desiderare: news, recensioni, approfondimenti, guide per la lettura, interviste, playlist… C’è persino una selezione di foto, scelte da Murakami stesso, per mostrare il (suo) Giappone al pubblico degli Stati Uniti.
  • Sito ufficiale inglese (in inglese): decisamente più asciutto e tradizionale rispetto al corrispettivo d’oltreoceano, questo spazio online è utile soprattutto a chi voglia tenersi aggiornato sulle pubblicazioni dello scrittore in Gran Bretagna.
  • HarukiMurakami.it (in italano): purtroppo fermo da qualche tempo, il sito contiene comunque dei contenuti più che validi per approfondire la conoscenza dell’autore di 1Q84. Imperdibile la sezione dedicata ai racconti inediti, in cui figurano circa trenta scritti tradotti in italiano, accessibili grauitamente.
  • Nel segno di Murakami (in italiano): propone testi di e su Murakami, fornisce aggiornamenti sulle sue nuove uscite dello scrittore, riporta curiosità che lo riguardano…. Insomma: non c’è di che annoiarsi!
  • Haruki Murakami Stuff: A Murakami Fan Blog (in inglese): una sterminata e affascinante collezione di frammenti liberamente ispirati all’universo di Murakami: si va dalle classiche citazioni dei suoi lavori sino ad arrivare a illustrazioni e persino tatuaggi che rievocano questo o quel libro. Chiunque, da ogni parte del mondo, può contribuire a questo gigantesco puzzle di foto, parole, suggestioni visive.
  • Translating Haruki Murakami (in inglese): nato grazie alle traduttrici di Murakami in norvegese e in polacco (rispettivamente, Ika Kaminka e Anna Zielinska-Elliott), questo blog vuole essere un punto d’incontro per chi è alle prese con le traduzioni dei testi dello scrittore; inoltre, condivide spesso notizie sulle pubblicazioni in uscita, recensioni e riflessioni sul mestiere del traduttore.

Ho dimenticato qualcosa? Avete dei suggerimenti da darmi?

Immagine tratta da qui.

Desiderio e tormento: “Il lago” di Kawabata Yasunari

japanese girl sequence kimono naked by roberto manzoli
Roberto Manzoli, “Japanese Girl, Naked and wearing a Kimono” (2000)

I piedi. Quei piedi ripugnanti, scimmieschi, da nascondere a ogni costo, ma sempre pronti a seguire una donna, per avvicinarla poi con una scusa qualunque, sino a percepirne l’odore della pelle. A loro Ginpei pensa costantemente. Quelle estremità così sgraziate sembrano quasi poter rivelare la sua indole, il suo famelico appetito di bellezza.

E’ così che, un giorno, i suoi passi incrociano per caso quelli di Miyako. Intimorita e, al tempo stesso, stregata in modo sotterraneo dall’incontro, non può fare a meno di riviverlo in sé, ancora e ancora. I pedinamenti degli sconosciuti, infatti, costituiscono una delle scarsissime fonti di appagamento nella sua monotona routine di venticinquenne concubina alle dipendenze di un vecchio misogino assillato dall’idea della giovinezza che sfugge e che, volontariamente, gli sfugge (ama, infatti, crogiolarsi nella gelosia provocata dalle attenzioni di ignoti verso la sua amante).

Kawabata Yasunari è – come già visto ne La casa delle belle addormentate – maestro nel manipolare una materia narrativa e, soprattutto, umana complessa. Anche qui, nel suo romanzo Il lago (trad. di Lydia Origlia, Guanda, 2015, pp. 189, € 8,50), lo scrittore si muove con estrema abilità al limite fra sensualità, lirismo e attrazione per il morboso, senza mai scadere nel volgare o in un erotismo dozzinale. (altro…)

“L’animale d’allevamento”, un racconto di Ōe Kenzaburō

Ōe Kenzaburō L'animale d'allevamentoI giochi fra la polvere, gli appostamenti per rubare cani selvatici, la fame atavica resa più acuta dai tempi di guerra, l’osservazione minuziosa e, allo stesso tempo, pigra della quotidianità per scovarci dentro qualche segno nuovo, sorprendente.

E poi, tutt’a un tratto, un giorno, una cometa di metallo e fumo segna il cielo: un aereo nemico è precipitato laggiù, sulla montagna. Nello squallido villaggio in cui persino le maestre giungono mal volentieri per far lezione a studenti tanto miseri, tutti si mobilitano per vedere l’essere bizzarro fuoriuscito dai rottami: un pilota di colore, americano, enorme e taciturno.

Eccitati dall’inaspettata novità, i ragazzi si avvicinano con timore all’uomo – fatto subito prigioniero dagli abitanti – e indagano ogni suo minimo movimento. Ciascun dettaglio del suo corpo, ciascuna azione fa germogliare curiosità: (altro…)

“Un mondo innocente” di Sakurai Ami

Araki my Wife Yoko Sakurai Ami Un mondo innocente
© Nobuyoshi Araki, dalla serie “My Wife Yoko”, 1968-1976

Una pioggia di commenti negativi sparsi per la rete.
Una trama non rassicurante, anzi.
Una copertina alquanto discutibile.

E così, per anni, mi sono tenuta alla larga da Un mondo innocente di Sakurai Ami (trad. di S. Di Natale, Newton & Compton, 2012, pp. 154, € , in offerta a 4,36). Sino a che un giorno, per caso, una copia non è finita fra le mie mani.

Sesso, incomprensioni, rabbia, noia adolescenziale, e poi ancora sesso: consumato, immaginato, desiderato. Ma la vita della diciassettenne protagonista è, a ben vedere, altro, altrove. (altro…)

“Treni in corsa nelle notti di Kyoto” di Patrick Holland

treni in corsa nelle notti di kyoto
“Travel of galactic railroad”, foto di Katagiri Hideyuki

Un treno e ancora un altro, una notte dopo l’altra: è in questo curioso modo che Patrick Holland vive il suo primo incontro col Giappone. Giunto qui ad agosto, nel pieno delle commemorazioni per O-bon, dal momento che nessun alloggio è più disponibile, decide di trascorrere le ore dopo il tramonto in vagone, come racconta nei primi capitoli del suo Treni in corsa nelle notti di Kyoto (trad. di Giacomo Falconi, Exorma, 2015, pp. 252, € 15,90, ora in offerta a 13,52), volume dedicato ai ricordi dei suoi soggiorni in Giappone, Cina e Vietnam.

Facendo, dunque, di necessità virtù, lo scrittore poco alla volta si lascia andare al flusso inatteso delle esistenze che si dipanano lungo e attorno i binari, finendo così per scoprire aspetti poco noti della società nipponica e, soprattutto, storie di uomini e donne che hanno forse perso tutto, tranne la dignità. (altro…)

Libri di letteratura e cultura giapponese: novità gennaio-giugno 2015

Murakami Haruki Uomini senza donneQuesta prima metà del 2015 ci ha regalato molti interessanti titoli, fra cui l’edizione economica del Genji monogatari curata da Maria Teresa Orsi e Uomini senza donne di Murakami Haruki. I libri in arrivo per l’autunno e l’inverno 2015 potete invece trovarli qui.

*Romanzi*

  • Uomini senza donne di Murakami Haruki (trad. di Antonietta Pastore, Einaudi, pp. 250, € 16,15). Dalla presentazione dell’editore: “Il protagonista di Samsa innamorato, un giorno, si sveglia in un letto e scopre con orrore di essersi trasformato in un essere umano. Non ricorda nulla della sua vita precedente. Sa solo che si chiama Gregor Samsa. Che fine ha fatto lo spesso carapace che lo proteggeva? E perché adesso è ricoperto da questa sottile, delicata pelle rosa? Chi, o cosa, era prima di quel risveglio? Insomma, adesso Samsa dovrà adattarsi alla nuova e “mostruosa” condizione di uomo. Quando però alla sua porta bussa una ragazza il cui fisico è deformato da un’enorme gobba, Samsa dovrà fare i conti con qualcos’altro di sconosciuto: il desiderio e l’erotismo visto con gli occhi nuovi di chi sa andare oltre le apparenze. Habara, il protagonista di Shahrazàd, è un uomo solo, confinato in una casa nella quale gli è vietato ogni contatto col mondo. Non sapremo mai perché, e in fondo non è importante: quello che sappiamo è che il suo unico svago sono le visite regolari di una donna misteriosa che lo rifornisce di libri, musica, film… e sesso. Ma soprattutto gli racconta delle storie, come faceva Shahrazàd nelle Mille e una notte. E in queste storie Habara si tuffa come un bambino, finalmente libero.”.

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