Tag: sessualità

“Doll” di Yamashita Hiroka

copertina del romanzo Doll di Yamashita Hiroka
Spregiudicato, graffiante, caustico: Doll è un romanzo che mette totalmente in discussione l’immagine edulcorata e soffusa che abbiamo del passaggio dall’infanzia alla pubertà. 
 
In quest’opera di Yamashita Hiroka che le è valso, giovanissima, il premio Bungei (ora tradotta e curata da Valentina Franchi per Atmosphere, 2020, pp. 180, € 16), l’adolescente Yoshizawa è in rotta con tutto il suo mondo: i rapporti con la famiglia sono superficiali e privi di sentimento, quelli con i suoi coetanei caratterizzati per lo più da tensioni, aggressività e confuse pulsioni di ogni genere.
 
Bullizzato, senza amici, ignorato dalle ragazze a cui pure si interessa, Yoshizawa filtra la realtà attraverso il suo​​ corpo e, in particolare modo, la sua sessualità, il cui oggetto privilegiato sono da sempre le bambole. 
 
Yuriko, una love doll che custodisce con grande cura, è la sua preferita: con lei tenta di instaurare una goffa relazione affettiva, che comprenda tanto la condivisione della quotidianità quanto la scoperta della propria fisicità. 
 
Volevo prendermi cura di lei, dare tempo al tempo. Forse non sarebbe servito a molto, ma avrei aspettato. Era la cosa più adorabile che avessi mai visto. Bellissima, oltre ogni misura. Ancora non sapeva nulla. Di me, o del mondo. Forse era proprio la sua purezza a renderla così incantevole. La realtà avrebbe compromesso questo suo nonsoché. Ciò nonostante volevo che facesse le sue esperienze. Che venisse a conoscenza di me e del mondo. Volevo rimuovere attentamente, strato dopo strato, ogni membrana sottile e invisibile che ricopriva i suoi occhi. (p. 18)
 
È lo stesso Yoshizawa a raccontarci tutto questo, con parole semplici, acerbe ma disarmanti per il loro carattere esplicito: l’età dell’innocenza è definitivamente tramontata. 

Un’inquietante sinfonia: “Musica” di Mishima Yukio

Lo ammetto: così proprio non me lo aspettavo. Probabilmente è stato il titolo a ingannarmi, a farmi credere che si sarebbe trattato di un romanzo piano, senza scossoni, delicato; insomma, per usare una parola vecchio stampo che calza a pennello: garbato.

Ma Musica (trad. di E. Ciccarella, Feltrinelli, pp. 208, € 7,50; ora in offerta cliccando qui su Amazon.it a € 5,62) di Mishima Yukio si rivela in realtà ben altro, malgrado agli esordi dia tutta l’impressione di voler presentarsi soltanto come un puntuale e accurato referto clinico (non a caso, il sottotitolo dell’opera è Un’interpretazione psicoanalitica di un caso di frigidità), stilato in prima persona da un tal dottor Shiomi Kazunori, analista di successo, alle prese con Reiko, giovane paziente ossessionata dalla sua incapacità di abbandonarsi alla soave melodia dell’orgasmo e con una spiccata tendenza alla menzogna.

Man mano che la narrazione procede – sempre all’insegna della lucidità e del rigore scientifico – s’infiltrano nella trama elementi perturbanti in grado di creare scompiglio nella vita e nell’interiorità di chiunque abbia a che fare con Reiko; più la ragazza tenta di avvicinarsi alla verità, più sente il bisogno di confondere se stessa e gli altri, suscitando conflitti e sentimenti ambigui.

Ciò che ne scaturisce è un racconto capace di mettere in discussione non soltanto la presunta normalità sessuale, ma una vasta gamma di valori e di certezze (la sanità della famiglia borghese, i metodi infallibili della psicoanalisi, la purezza dell’amore…), inevitabilmente corrotti dalle vischiose zone d’ombra dell’animo umano.

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