Lo ammetto: così proprio non me lo aspettavo. Probabilmente è stato il titolo a ingannarmi, a farmi credere che si sarebbe trattato di un romanzo piano, senza scossoni, delicato; insomma, per usare una parola vecchio stampo che calza a pennello: garbato.

Ma Musica (trad. di E. Ciccarella, Feltrinelli, pp. 208, € 7,50; ora in offerta cliccando qui su Amazon.it a € 5,62) di Mishima Yukio si rivela in realtà ben altro, malgrado agli esordi dia tutta l’impressione di voler presentarsi soltanto come un puntuale e accurato referto clinico (non a caso, il sottotitolo dell’opera è Un’interpretazione psicoanalitica di un caso di frigidità), stilato in prima persona da un tal dottor Shiomi Kazunori, analista di successo, alle prese con Reiko, giovane paziente ossessionata dalla sua incapacità di abbandonarsi alla soave melodia dell’orgasmo e con una spiccata tendenza alla menzogna.

Man mano che la narrazione procede – sempre all’insegna della lucidità e del rigore scientifico – s’infiltrano nella trama elementi perturbanti in grado di creare scompiglio nella vita e nell’interiorità di chiunque abbia a che fare con Reiko; più la ragazza tenta di avvicinarsi alla verità, più sente il bisogno di confondere se stessa e gli altri, suscitando conflitti e sentimenti ambigui.

Ciò che ne scaturisce è un racconto capace di mettere in discussione non soltanto la presunta normalità sessuale, ma una vasta gamma di valori e di certezze (la sanità della famiglia borghese, i metodi infallibili della psicoanalisi, la purezza dell’amore…), inevitabilmente corrotti dalle vischiose zone d’ombra dell’animo umano.

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