Murakami è il vostro scrittore preferito, ma non avete tempo di leggerlo ogni giorno? No problem: basta acquistare l’app Murakami Diary per iPhone e iPad su iTunes (prezzo: 2,69 €) ed avrete la vostra dose quotidiana di Murakami (in inglese) sotto forma di citazioni tratte dai suoi libri e immagini legate alla sue opere; inoltre potrete leggere sei racconti inediti in esclusiva.
L’app è stata creata dalla casa editrice Random House per il lancio di 1Q84 (qui la recensione alla prima e alla seconda parte; qui alla terza) per integrarsi perfettamente con la funzione calendario, e viene tuttora aggiornata.
Se decideste di scaricarla, fatemi sapere come vi trovate!
Cercando informazioni per un precedente articolo su Murakami Haruki, sono finita nel suo sito ufficiale.
Grafica accattivante, musica di sottofondo leggermente ansiogena (almeno per me), e tante, tante rubriche: a dire il vero, forse, troppe. Sfogliandole, difatti, ho avuto l’impressione che la stima e l’apprezzamento per lo scrittore sembrassero sfociare in una sorta di culto della persona, di feticismo attento persino ai suoi gesti minimi, coltivato con zelo -si presume- da consulenti per il marketing e l’immagine. Il fine dell’operazione ve lo lascio immaginare.
Mi è parso di riscontrare indizi di fanatismo in particolare in una sottosezione della categoria About the author (trovate il link nella sua biografia; non posso inserirlo per motivi tecnici, scusatemi), dedicata a cosa Murakami ha preferito bere (il drink Siberian Express: vodka Smirnoff, acqua e limone), mangiare (anguille) e ascoltare (Radiohead e Beethoven) durante la redazione di Kafka on the shore. Vengono inoltre citati una statuetta felina e due fermacarte (un sasso dipinto e una pietra con un insetto scolpito) presenti sulla scrivania dello scrittore (il gatto ed il ciottolo compaiono anche nel libro); infine, è specificato persino il modello del computer utilizzato (un Apple iBook soprannominato Ryoka).
Al momento, come abbiamo visto, Mr. Norwegian wood è ritenuto lo scrittore più “cool” del pianeta: ma ciò giustifica l’attenzione tendente al morboso nei suoi confronti? E, soprattutto, lo scrittore cosa penserà di tutto questo?
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