Imponente naso aquilino, altezza rilevante, uno spiccato interesse per tutto ciò che ha che fare con un mistero: Sherlock Holmes non può non distinguersi anche nel Sol Levante, dove è finito – celandosi dietro l’identità fittizia dell’esploratore norvegese Sigerson – per scampare alle vendetta del clan del professor Moriarty, da lui ucciso ne L’ultima avventura.
Alle prese con sushi, buone maniere giapponesi e inchini, l’investigatore più celebre di tutti i tempi rivela una certa goffaggine, che svanisce non appena si trova alle prese con un caso da risolvere nella piccola e sonnolenta cittadina di Karuizawa, ospite del dottor Watanabe, che non solo sostuisce egregiamente Watson, ma si rivela un’ottima e indispensabile guida per comprendere usi e costumi locali.
E’ questa la sostanza delle otto storie raccolte in Strane avventure di Sherlock Holmes in Giappone (trad. a cura degli allievi della Scuola di Traduzione editoriale Tuttoeuropa, Marcos Y Marcos, pp. 252, € 15, ora in offerta su Amazon a 12,75) di Dale Furutani, autore nippoamericano già noto per la sua trilogia dei samurai (A morte lo shogun, Vendetta al palazzo di giada, Agguato all’incrocio).

Che si tratti di un’inchiesta su episodi di spionaggio internazionale capaci di mettere a rischio la sicurezza della Gran Bretagna (L’avventura dei progetti della corazzata), di un furto apparentemente da golosi (L’avventura dei sottaceti rubati) o di un’indagine che tira addirittura in ballo inquietanti presenze dell’aldilà (Il caso della voce del demone), il detective britannico – ricorrendo alle sue famose quanto inconsuete tecniche – getta luce su ogni problema insoluto e garantisce alla giustizia i malviventi: riuscirà però anche a far chiarezza sulla morte della giovane moglie del dottor Watanabe, scomparsa in circostanze poco chiare?
Con uno stile piano e non di rado venato d’ironia, Furutani conduce il lettore alla scoperta della cultura nipponica primo-novecentesca in cui la modernità e il desiderio di emulare l’occidente convivono con la tradizione (e talvolta si scontrano con essa), senza però tradire l’originaria essenza della saga di Arthur Conan Doyle: il risultato è un volume scorrevole , nel quale l’odore acre della pipa di Sherlock Holmes sa piacevolmente confondersi con i profumi di un Giappone perduto.
Immagine tratta da Holmes Japan.
Di Dale Furutani ho avuto il piacere di leggere la trilogia giallo/storica dedicata al personaggio del samurai Matsuyama Kaze. Ambientata agli esordi dell’epoca Edo, è un’occasione per potersi calare con leggerezza in un affascinante quanto crudele periodo storico del Giappone, a tratti divertente a tratti istruttiva, con palesi riferimenti evocativi ai film di Kurosawa (La fortezza nascosta, La sfida del samurai…). Nell’ordine, i romanzi di Furutani di questa serie sono: Agguato all’Incrocio – Vendetta al Palazzo di Giada – Morte allo Shogun, editi sempre da Marcos y Marcos. Sono molto curiosa di leggere anche questo libro, lo stile di Furutani è gradevole, proprio come suggerisce la recensione di Annalisa.
Come Barbara ho letto con piacere la trilogia e ho appena acquistato questo libro che coniuga lo stile piacevole di Furutani con la presenza di uno dei miei idoli letterari preferiti. È in lista d’attesa sul comodino per la lettura! 😀
molto gradevoli tutti e tre. l’ambientazione storica e le avventure si coniuagano in modo davvero piacevole e interessante