Pressoché sconosciuti in occidente e amatissimi in Giappone, gli tsukemono (cibi in salamoia) costituiscono un piatto semplice e sfizioso che può esser declinato in mille modi.
Agrodolci, fermentati, saporiti, rappresentano uno stuzzichino leggero e diverso dal solito, perfetto se accompagnato da una bella birra ghiacciata.
Poiché in Italia non sembrano esistere volumi sull’argomento, vi consiglio l’ebook Asian Pickles Japan di Karen Solomon (fotografie di Jennifer Martiné, Ten Speed Press, pp. 56, € 2,37), in lingua inglese, ma facilmente comprensibile.
Dopo una rapida introduzione dedicata agli ingredienti principali da utilizzare (in primis verdure) e alle modalità di preparazione e presentazione, vi aspettano oltre quindici preparazioni per accontentare tutti i palati: troviamo così i celebri umeboshi (prugne in salamoia) e il gari (zenzero marinato), ma anche i meno noti (ma altrettanto buoni) tsuekomono di alghe, di cavolo, di shiso…
Qui, per voi, la ricetta dello tsukemono di carote e rafano, veloce ed economico:
- 450 grammi di carote sbucciate, preferibilmente di vari colori
- 4 cucchiaini di rafano
- 1 cucchiaio di sale kosher (ma al suo posto potete usare quello grosso)
- 4 cucchiaini di zucchero
- 1 cucchiaino di peperoncino sminuzzato
- 1 cucchiaino e mezzo di zenzero tritato molto fino
Preparazione
- Con un pelapatate o con un affettaverdure tagliate le carote a nastri.
- Mescolate le carote col rafano, il sale, lo zucchero, il peperoncino e lo zenzero, e mescolate molto bene.
- Coprite con un coperchio sul quale dovrete posizionare un peso (mezzo chilo va bene) e lasciate riposare per 30 minuti; non gettate alcun liquido che fuoriesce dalle verdure.
- Trascorso il tempo necessario, mescolate di nuovo e potete servire in tavola.
- Gli tsukemono così preparati si possono mantenere – se conservati in un contenitore ben chiuso collocato in un posto fresco – anche sei mesi.
Buon appetito!
Foto di Jennifer Martiné, tratta dal libro.
Ciao! a Kyoto davanti al Nishi Hongan-ji ricordo un negozio solo di tsukemono gustosissimi… 🙂
Tu ormai sei il Gambero Rosso di qualsiasi località: non c’è osteria, baretto, bettola, locale o ristorante stellato che tu non conosca! 😉