In un matrimonio, specie se di lunga durata, l’amore spesso si intreccia a sentimenti sfuggenti, rancori, resistenze.

Copertina del romanzo La chiave di Tanizaki Quello tra Ikuko e suo marito è esattamente così; nonostante i molti anni insieme, la tensione erotica fra i due rappresenta sempre un terreno problematico e irrisolto, tanto che la disimmetria delle aspettative sembra esser evidente e profonda, a tratti inconciliabile. Tutto ciò, senza dubbio, costituisce un’ottima ragione per iniziare a spiare i segreti dell’altra persona, quando (inavvertitamente?) questa lascia a portata di mano i propri segreti e i propri pensieri in un diario.

Grazie alle loro testimonianze scritte, apparentemente, della coppia sappiamo tutto o quasi: eppure, le singole versioni non sempre collimano. La realtà dei fatti è, in fondo, opaca non solo per chi legge, ma per i protagonisti stessi, che sono confusi e, al tempo stesso, affascinati da questa incertezza e dalla possibilità di manipolare le emozioni altrui.

quanto più la mia gelosia cresce tanto più ne traggo piacere e raggiungo l’obiettivo finale. (p. 78)

 

Ma chi davvero tenta di plagiare chi? E chi esercita controllo sul corpo e sui sentimenti dell’altra metà della coppia?

Forse mi stavo lasciando trasportare dall’immaginazione ma, continuando a fissare gli occhi di mio marito nella penombra, avevo la netta sensazione che in fondo a quello sguardo vago e offuscato si agitassero i fantasmi di notti passate…

 

Ne La chiave (trad. G. Coci, Neri Pozza, 2022), ormai un classico della letteratura giapponese, Tanizaki, con maestria, ci restituisce questo clima ambiguo e carico di pulsioni sessuali in cerca di una via di liberazione. Ma anche dotato di un potenziale dissolutorio e distruttivo terribilmente affascinante.