Il mondo fluttuante (ukiyo) e la vita istante per istante

Summer Moon at Miyajima
“Luna estiva a Miyajima” (1936) di Tsuchiya Koitsu

Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sake, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell’acqua: questo, io chiamo ukiyo.

Asai Ryōi, Racconti del mondo fluttuante (Ukiyo monogatari – 1662)

 

Nell’immagine: una stampa di Tsuchiya Koitsu (1870-1949), appartenente alla corrente degli shin hanga

“Japan pop. Parole, immagini, suoni dal Giappone contemporaneo”: alla scoperta del pop nipponico

yoshimoto nara, arte giapponese, nippop
Un’opera di Yoshitomo Nara, esponente dell’arte pop giapponese

Complessa, sfaccettata, perennemente in mutamento: è così che appare in tutte le sue manifestazioni la cultura nipponica del ventunesimo secolo. Di essa ci offre un’ottima mappa Japan pop. Parole, immagini, suoni dal Giappone contemporaneo (Aracne editrice, 2013, pp. 711, € 27; l’ebook è acquistabile a € 16,20; qui è possibile consultarne alcune pagine), a cura di Gianluca Coci, (altro…)

Sei Shōnagon e le notti d’estate

Lucciole nei boschi giapponesi. © Hiramatsu
Lucciole nei boschi giapponesi. © Hiramatsu

L’aurora a primavera: si rischiara il cielo sulle cime delle montagne, sempre più luminoso, e nuvole rosa si accavallano snelle e leggere.
D’estate, la notte: naturalmente col chiaro di luna; ma anche quando le tenebre sono profonde.
È piacevole allora vedere le lucciole in gran numero rischiarare volando l’oscurità, oppure distinguere solo le luci di alcune di loro.
Anche quando piove, la notte ha un suo fascino.

Sei Shōnagon, Note del guanciale (trad. di L. Origlia, ed. SE)

“Hokusai”, un manga per conoscere il grande artista giapponese

Un’imponente onda domina la scena, colmando lo sguardo di blu. Sullo sfondo, quasi in disparte, il vero soggetto della grande onda hokusaistampa: la montagna più celebre del Giappone, protagonista indiscussa de Le trentasei vedute del monte Fuji.

L’opera potrebbe forse apparire una metafora della lunghissima e complessa carriera del suo creatore, Hokusai (1760-1849): strega molti con la sua affascinante semplicità densa di particolari, ma pochi riescono a scorgervi la profondità e la ricchezza di significati, frutti di un’instancabile ricerca artistica e esistenziale.

hokusai mangaRipercorre questo affascinante cammino l’omonimo fumetto Hokusai (trad. a cura di Francesco Nicodemo; Edizioni BD, pp. 592, € 12; ora in offerta a 9,69), realizzato dal celebre mangaka Ishinomori Shōtarō, allievo di Tezuka Osamu: (altro…)

Imparare il giapponese/1: i libri per la scrittura (ideogrammi, hiragana, katakana)

scrittura giapponeseImparare il giapponese da autodidatta? E’ possibile: con un po’ di sana fatica e tanta, tanta, tanta buona volontà. Visto l’alto numero di amanti del Sol Levante che vogliono cimentarsi con lo studio della sua lingua, ho deciso di dedicare una serie di post ai libri più efficaci per apprenderla.

Oggi mi soffermerò sulla scrittura (composta da due alfabeti sillabici, lo hiragana e il katakana, più i kanji, ossia gli ideogrammi); nelle prossime settimane sarà il turno dei libri di testo, delle grammatiche (ma ricordatevi che da sole non permettono di assimilare un idioma), dei dizionari, di volumi incentrati su particolari aspetti particolari del giapponese o utili per la preparazione del JLPT (Japanese Language Proficiency Test, anche conosciuto come Nihongo Nōryoku Shiken; con questo nome si indica la serie più nota di esami di certificazione del giapponese).

Detto questo, è ora di andare al sodo: ecco dunque quattro opere che consiglio per imparare e memorizzare i caratteri giapponesi: (altro…)

Novità: “La madre del comandante Shigemoto” di Tanizaki Jun’ichirō

la madre del comandante shigemoto tanizakiBuone notizie per gli amanti di Tanizaki Jun’ichirō: nei prossimi mesi uscirà La madre del comandante Shigemoto, con la traduzione di Andrea Maurizi e la prefazione curata da Giorgio Amitrano (Einaudi, pp. 180, € 18, ora in offerta a 15,30).

L’opera – ambientata nella Kyoto del X secolo, fra nobili e cortigiane – prende le mosse da uno dei personaggi del Genji Monogatari di Murasaki Shikibu, Heijū, «esperto delle vie dell’amore» e seduttore impenitente. Alternando narrativa, saggistica e critica letteraria, lo scrittore ci restituisce un quadro complesso della società Heian, in cui violenza, passione e tenerezza sono destinate a scontrarsi con le rigide convenzioni dell’alta società e con i lati più fragili dell’animo umano.

Ps: grazie mille a Nana per la segnalazione.

[Recensione] Le dieci icone del bue: una storia zen e un ciclo pittorico per scoprire la ‘buddhità’

Generazioni di artisti occidentali hanno abituato i nostri sguardi a figurarsi i misteri della religione cristiana – le resurrezioni, i miracoli, persino l’immacolata concezione; dieci icone del buema in quale modo riusciremmo mai a dare una forma all’essenza del buddhismo?

L’impresa sembra ardua, eppure qualcuno vi è riuscito: è il caso del monaco zen giapponese Shubun (XV secolo), che al tentativo dedicò un ciclo pittorico, custodito presso il monastero Shokokuji di Kyoto, noto col nome de Le dieci icone del bue e ispirato a un celebre racconto zen. Molti anni prima, un saggio – interrogato sulla ricerca della ‘buddhità’ – rispose infatti «È come [cercare] un bue mentre lo stai cavalcando»: in che maniera definire meglio qualcosa che percepiamo come separato ma che in realtà fa già parte di noi? (altro…)

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