Vivere momento per momento, volgersi interamente alla luna, alla neve, ai fiori di ciliegio e alle foglie rosse degli aceri, cantare canzoni, bere sake, consolarsi dimenticando la realtà, non preoccuparsi della miseria che ci sta di fronte, non farsi scoraggiare, essere come una zucca vuota che galleggia sulla corrente dell’acqua: questo, io chiamo ukiyo.
Asai Ryōi, Racconti del mondo fluttuante (Ukiyo monogatari – 1662)
Nell’immagine: una stampa di Tsuchiya Koitsu (1870-1949), appartenente alla corrente degli shin hanga
Bellissimo il concetto e bellissimo lo shin hanga. A me piacciono molto le ukiyioe tradizionali (soprattutto quelle di Hokusai e Hiroshige), ma anche gli shin hanga e il loro stile più ibrido con la pittura occidentale sono sempre graziosi e trasmettono serenità. Uno dei miei autori preferiti è Kawase Hasui.