Nel maggio 2014, il prof. Giorgio Amitrano – uno dei massimi esperti italiani di letteratura giapponese – ha tenuto un’interessante conferenza presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, dal titolo “Murakami e gli altri. La costruzione di un nuovo spazio narrativo in Giappone“.
Da qualche anno a questa parte, sempre più spesso le case editrici pubblicizzano i loro libri con i book trailer, clip capaci di riassumere in pochi minuti la trama e, soprattutto, le atmosferedel volume sponsorizzato.
Oggi ho scelto per voi quelli a tema Giappone che, a mio parere, sono fra i migliori apparsi in Italia e all’estero: qual è il vostro preferito?
Affrontare lo studio di una cultura differente dalla propria non è mai impresa facile; figurarsi cercare di svelarne fondamenta, significati, sfumature. Il linguaggio muto della natura. Percorsi d’arte nella cultura giapponese (a cura di Lorenzo Casadei, CasadeiLibri, 2014, pp. 78, € 16, in offerta a 13,60) – frutto dell’omonima rassegna tenutasi presso l’Orto botanico di Roma nell’aprile 2014 – riesce, invece, perfettamente nell’intento espresso dal sottotitolo, tracciando sentieri sicuri. I densi testi, intervallati da numerosissime fotografie, sono infatti in grado di farci percepire tutto il silenzioso – seppur eloquentissimo – fascino dei rapporti creatisi fra Giappone e natura nel corso dei secoli. (altro…)
Bisogna avere l’occhio lungo, per notarla. Lì, giusto all’incrocio fra via Gessi e lungotevere Testaccio, annunciata da un piccolo cancello: ecco la libreriaL’angolo dell’avventura (lungotevere Testaccio 10, tel. 06/57289275; qui la sua pagina Facebook).
Capitata qui per cercare un regalo, ho scoperto con piacere uno dei maggiori spazi romani dedicati ai viaggi e alla filosofia che li anima. I tavoli e gli scaffali della libreria non ospitavano solo cartine o guide turistiche, bensì – anche e soprattutto – volumi monografici, album fotografici e testi di saggistica sugli argomenti più disparati (dal cicloturismo alla storia dei giardini nel mondo). (altro…)
Innanzitutto, grazie mille per aver partecipato così numerosi al contest per i cinque anni di Biblioteca giapponese e avermi dato tanti spunti per conoscere meglio il Giappone.
Chiedo a tutti scusa per il ritardo con cui pubblico i risultati ma, per una serie di ragioni, sono rimasta lontana dal blog per qualche settimana. Oggi, però, sono felice di potervi comunicare i vincitori del concorso, ottenuti tramite un’estrazione casuale effettuata con RandonResult.com (potete vedere qui accanto lo screenshot):
numero 2: Barbara
numero 14: Adriano
numero 40: Elechan
Oggi stesso contatterò i vincitori; in caso di mancata risposta entro una settimana, estrarrò il/i nuovo/i vincitore/i. Ancora grazie a tutti e al prossimo contest!
“Morire, dormire./ Dormire, forse sognare.”, recita l’Amleto di Shakespeare nel suo celebre monologo.
Oggi, a secoli di distanza, anche Murakami si sofferma a riflettere su questi temi in un racconto, Sonno, già apparso diversi anni fa nella raccolta L’elefante scomparso e altri racconti e ora ripubblicato in un volume apposito, insieme alle bellissime tavole dell’artistica tedesca Kat Menschik (trad. di A. Pastore, Einaudi, 2014, pp. 77, € 15, ora in offerta a 12,75), a cui avevo già accennato qui.
Se nel romanzo After darktroviamo Eri, una giovane sprofondata da settimane in un torpore dal quale non sembra volersi riscuotere, qui, invece, abbiamo a che fare con un’anonima trentenne che non può e, in fondo, non desidera neppure abbandonarsi al riposo.
Un’esistenza da casalinga come tante, un marito, un figlio, un appartamento accogliente, un passato da studentessa brillante, i piccoli impegni quotidiani che si affastellano l’uno sull’altro, sino a trasformare i giorni in una routine incolore. E poi, una notte, all’improvviso, una visione – terribilmente incredibile, incredibilmente vera: il desiderio e il bisogno di dormire si dileguano, per una, due, quattro, troppe notti per trattarsi soltanto di una coincidenza.
Eppure, la donna non sembra risentire della sua insonnia: il suo corpo anzi si rinvigorisce e l’interiorità sembra liberarsi con sollievo delle ombre e delle remore che le impedivano di contattare le parti più vere di sé. Ecco che allora le ore di veglia si trasformano in tempo prezioso; la madre e la moglie esemplare che di giorno si affanna in casa lascia il posto a una ragazza che, dopo il crepuscolo, tenta di evadere dalla sua vita attraverso letture frenetiche o fughe in auto.
Al di là delle sue palpebre, però, nel buio, è sempre in agguato un mondo sconosciuto, percorso da un angoscioso senso di morte e rivelazione:
Una sensazione di gelo mi pervade fin nel midollo e mi paralizza. Di nuovo rimango ferma ad occhi chiusi. Non riesco piú ad aprirli, guardo il buio spesso che si erge davanti a me, un buio profondo e disperato come l’universo stesso. Sono sola. La mia coscienza si sta concentrando e dilatando. Ho l’impressione che volendo potrei vedere l’universo tutto intero, fino in fondo. Però non lo faccio. È troppo presto.
Le numerose illustrazioni di Kat Menschik riescono visivamente a mostrarci il lato onirico e a tratti ossessivo dell’esistenza della protagonista; i tre colori utilizzati – bianco, nero, grigio – sembrano quasi alludere al conflitto fra la vita, la morte e l’insolita condizione intermedia sperimentata nell’opera. Se esista una via di fuga da questa situazione, sta al lettore intuirlo.
Sì, Murakami prende decisamente sul serio la corsa.
Anno nuovo, vita nuova e, di conseguenza, tanti buoni nuovi propositi. Essere ben motivati a perseguire i propri obiettivi è fondamentale: perché allora non farsi aiutare da dieci libri a tema Giappone? Tutti pronti? Via!
1. “Parola d’ordine: sport!”: il tuo preparatore atletico d’eccezione sarà addirittura Murakami Haruki che, nel suo L’arte di correre(trad di A. Pastore, Einaudi, 2013, pp. 146, € 9,35), condivide coi lettori una delle sue maggiori passioni – quella per la corsa, appunto -, trasformata in filosofia di vita. (altro…)
Classico è, secondo una delle tante definizioni che se ne possono dare, un libro esemplare per il suo tempo, capace di condensare le atmosfere e il sentire di un’epoca. Rientra appieno in questa definizione un romanzo spesso sottovalutato, Madame Chrysanthèmeo, nella traduzione italiana curata da Maurizio Gatti per ObarraO (prefazione di Francesca Scotti, pp. 177, 2014, € 14, ora in offerta a 11,90), Kiku-san. La moglie giapponese, pubblicato per la prima volta nel 1887 da Pierre Loti, viaggiatore, avventuriero e scrittore.
Uomo di mare originario della Francia – nel quale, oltretutto, vi sarebbe più di un semplice riflesso dell’autore -, il protagonista (nonché voce narrante) approda a Nagasaki col preciso intento di trovare una giovane moglie che possa alleviare la sua solitudine e permettergli di dimenticare, almeno per poco, le fatiche dei lunghi viaggi. Sebbene frettolose, le ricerche procedono capillarmente, fra dubbi, esitazioni e rifiuti decisi: quel che in realtà il marinaio desidera è, infatti, una donna creata sulla falsariga degli stereotipi europei, più simile a un fragilissimo giocattolo che a un essere umano dotato di volontà e sentimenti. Ubbidiente, quieta e, a tratti, deliziosamente capricciosa, la ragazza giapponese ideale incarna infatti l’esotico addomesticato, l’inoffensiva e momentanea tentazione del diverso.
Madame Chrysanthème, Nagasaki, 1885.
Durante un incontro organizzato da un sensale di matrimoni, lo straniero incontra per caso Crisantemo (Kiku in giapponese), che viene ceduta volentieri dalla famiglia in cambio di un degno compenso. L’eccitazione per il matrimonio, però, sfuma immediatamente: già dopo una manciata di giorni di convivenza, il francese mal sopporta la fanciulla, le sue abitudini e – si direbbe – l’intera cultura nipponica.
Seducente ma, al tempo stesso, sottilmente ripugnante, il Sol levante pare all’uomo popolato da una moltitudine di individui meschini e ridicoli, quasi fossero insulse figurine appena uscite da uno dei tanti paraventi esposti nei negozi parigini consacrati all’arte orientale, tanto di moda negli ultimi decenni dell’Ottocento per via del japonisme. I valori, le virtù e i difetti nipponici vengono così costantemente deformati, mal compresi e più di una volta addirittura denigrati dal protagonista, spesso immerso in pregiudizi e rimpianti.
Per quali ragioni leggere Kiku-san, allora? Non solo perché l’opera sarebbe stata fra le fonti d’ispirazione della Madame Butterflydi Puccini, ma soprattutto perché fornisce un quadro politically incorrect di come molti europei guardavano all’arcipelago giapponese e ai suoi abitanti sul finire del diciannovesimo secolo, a pochi decenni dall’apertura della nazione asiatica all’occidente. Lo scritto ci offre, infine, l’occasione di riflettere sui luoghi comuni legati al Sol Levante che oggi, tenacemente, resistono, per andare oltre l’immagine – ancora affascinante per alcuni – di un paese adorno di fiori di ciliegio e incomprensibili gentilezze.
Nata nel 1925, The New Yorker è una delle riviste più lette e apprezzate nel mondo; oltre che per le sue leggendarie copertine, è famosa anche per i contributi firmati da autori del calibro di Philip Roth, J. D. Salinger, Truman Capote, Alice Munro, Vladimir Nabokov e, non ultimo, Murakami Haruki.
Lo scrittore ha pubblicato qui diversi racconti (alcuni dei quali inediti in Italia), che sono felice di proporvi nell’originale inglese o nella sua traduzione in questa lingua:
Potete, invece, trovare tutti gli articoli riguardanti Murakami apparsi nel periodico a questo indirizzo. A questo punto, insomma, non mi resta che augurarvi buone letture!
Macerie, rovine, sfollati: questo ci hanno prevalentemente raccontato i mass media nei mesi seguenti il terremoto giapponese dell’11 marzo 2011 e ai successivi avvenimenti di Fukushima. Le telecamere amavano soffermarsi sugli sguardi dei più piccoli, sulla stanchezza degli anziani, sulla grande dignità del popolo nipponico dimostrata anche in queste circostanze. Poco altro sapevamo, poco altro potevamo intuire.
Nel novero relativamente ristretto delle opere pubblicate nel nostro paese legate a questi fatti di cronaca, una di quelle che meglio sa – spingendosi al di là dei luoghi comuni – raccontarci di quei giorni è un delicatissimo manga di Ichiguchi Keiko, La promessa dei ciliegi (trad. di Accademia europea di manga, Euromanga edizioni, 2014, pp. 122, € 9,60), che presenta anche una bella appendice in cui l’autrice spiega le origini del fumetto e le tecniche da lei utilizzate per realizzarlo. (altro…)
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