Gli spruzzi delle onde, frammisti alla pioggia cadente, colpirono Shinji in pieno viso. La fresca e frizzante salsedine gli scendeva giù per le guance bagnate, lungo il naso, e gli ricordò il sapore della labbra di Hatsue.
Le nubi correvano al galoppo nel cielo buio, rotto da un fluttuare inquieto di luce ed oscurità. A tratti, ancor più in alto nel cielo, Shinji coglieva bagliori di nubi cariche di luce opace, che parevano promettere schiarite future, ma poi subito s’estinguevano.
Shinji era così intento a contemplare il cielo che un’ondata sopravvenne proprio dove egli si trovava bagnandogli la cinghia degli zoccoli di legno. Ai suoi piedi trovò una splendida conghiglia rosa, evidentemente trasportata da quella stessa onda.
La raccolse e la esaminò. Era di forma perfetta, senza la minima screpolatura sui bordi sottili come carta. Decise che sarebbe stato un bel regalo e la ficcò in tasca.Mishima Yukio, La voce delle onde, p. 65 (trad. di Liliana Frassati Sommavilla, Feltrinelli, pp. 180)
La sabbia umida. L’aria gonfia di salsedine. (altro…)