Un nugolo di rughe profonde, e poi due occhi vivaci, e un piccolissimo sorriso sincero che si fa strada: così si presenta Shibata Toyo (1911-2013), poetessa salita alla ribalta in Giappone per aver pubblicato una raccolta di liriche composte in tarda età, capace di vendere oltre un milione di copie. Conosciuta in Italia proprio grazie a questo lavoro – Se sei triste guarda il cielo (recensito qui) –, è ritornata nelle librerie del nostro paese con Rialzati e sorridi (trad. di A. Maurizi, Mondadori, 2014, pp. 90, € 9,90, in offerta a 8,42), in cui trovano posto anche brevi prose.
Versi semplici e impastati di quotidianità, quelli di Toyo Shibata, ma capaci di far breccia nei cuori grazie alla tenerezza e alla positività che emanano. L’autrice, infatti, instancabilmente ottimista pur avendo avuto un’esistenza non priva di dolori e sacrifici, non smette mai di ribadire – senza mai dimenticare l’ironia – la propria passione per la vita, malgrado tutto o, piuttosto, in virtù di tutto.
Momenti felici, lutti, disavventure di ogni giorno, insospettabili gentilezze, riflessioni sulla morte intrise di serena attesa: di ciò vivono le poesie della donna, e basta un nonnulla – la vista del cielo dal letto d’ospedale, un portamonete regalatole dal figlio quand’era bambino, il ricordo d’un amore perduto – per farle germogliare dalla pagina e radicarsi nell’animo nel lettore.
Da mia madre
ho imparato a cucire,
da mio marito
ho imparato a essere paziente.
Mio figlio mi ha insegnato
a scrivere poesie.
Mi sono stati
tutti utili.E adesso,
alla fine della mia vita,
il terremoto mi ha insegnato
la gentilezza delle persone.Come sono contenta di vivere!
Foto tratta da Kanshin.