Allevare un passerottino. Passare davanti a qualcuno che sta facendo giocare un bambino. Distendersi su cuscini, dopo aver bruciato incenso prezioso. Guardarsi in uno specchio cinese d’argento lievemente annerito. Un giovane splendido che, sceso dalla carrozza, davanti al portone, dà ordini ai servi che s’inchinano con riverenza. Lavarsi la testa, truccarsi e indossare vesti di seta profumata d’incenso; anche se nessuno ci vede, il nostro cuore gioisce per una tale situazione di agio e di armonia. Le notti in cui si attende qualcuno; soprattutto quando, udendo lo scrosciare improvviso della pioggia o il frusciare carezzevole del vento, si sussulta pensando che sia giunto l’amato.
da Sei Shōnagon, Note del guanciale, trad. di Lydia Origlia, ed. SE, p. 36
Opera di Torii Kotondo (1929)