manga star comics Il Giardino Delle ParoleOgnuno ha le sue buone ragioni per sfuggire a una routine che non sente propria: è questo che Takao intuisce quando conosce per caso Yukari. Di lei non sa nulla – se non che ama la birra, la cioccolata, la poesia e che, come lui, si rifugia nel parco durante le mattine di pioggia.

Quello che era nato come un incontro fortuito diviene presto un’abitudine, e i silenzi si trapuntano di frasi brevi e piccole gentilezze della durata di un temporale. Eppure, a prima vista, i due sembrano così diversi: l’una è una giovane donna dall’impeccabile aspetto professionale, l’altro un liceale che sogna di diventare stilista di calzature; entrambi, però, condividono lo stesso bisogno di trovare un luogo che li possa accogliere, anche solo per breve tempo. E così, fra goccia e goccia, lo spazio fra loro si colma di sguardi, di speranze e di versi: Takao culla i suoi progetti e misura la distanza (che gli pare spaventosa) dalla vita adulta, mentre Yukari per qualche minuto dimentica le sue pene.

Questa storia, resa più delicata da un pizzico di romanticismo, è stata resa celebre nel film di animazione Il giardino delle parole (2013) di Shinkai Makoto, da cui è stato tratto questo manga con disegni di Motohashi Midori (trad. di Manuela Capriati, Edizioni Star Comics, 2015, pp. 208, € 5,50). Il volume non ha nulla da invidiare rispetto al prodotto cinematografico: una buona orchestrazione delle tavole e una certa cura per il dettaglio riescono, infatti, a rafforzare una sceneggiatura piuttosto semplice, ma capace di suscitare tenerezza e complicità.

* Questa recensione si riferisce all’edizione del manga pubblicata nel 2015 dalle Edizioni Star Comics. Nel 2017 ne è uscita un’edizione ampliata per J-Pop.

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