Racconti giapponesi: "La monaca tuttofare, la donna serpente, il demone beone"

Alcuni titoli di libri hanno il potere di colpire subito l’immaginazione; naturale, dunque, che io sia rimasta sorpresa da La monaca tuttofare, la donna serpente, il demone beone. Racconti dal medioevo giapponese (trad. di Roberta Strippoli, Marsilio, pp. 232, € 16). Per chi volesse (come me) saperne di più, ecco la presentazione dell’editore:

Nobili principi che si innamorano di fanciulle non nobili; monaci e monache che possiedono ben poco oltre al saio e alla ciotola; furbi campagnoli in grado di conquistare dame di rango elevato e altri meno acuti che scambiano uno specchio per un demone; demoni che amano il vino e la compagnia delle belle ragazze e guerrieri pronti a rischiare la vita per sconfiggerli. Una donna che in preda alla gelosia si trasforma in enorme rettile e corre all’inseguimento del giovane monaco che ha rifiutato le sue proposte amorose. E ancora, personaggi immaginari, e poi volpi, gatti e topi che interagiscono con gli esseri umani. Questi racconti, alcuni dei quali tradotti per la prima volta in una lingua occidentale, offrono uno spaccato di gesta eroiche, ideali romantici e sogni di arricchimento a testimonianza del grande dinamismo culturale e sociale di un paese in trasformazione, dove l’ordine che per secoli ha stabilito l’identità del dominante e del dominato viene finalmente messo in discussione. Gli otogizo-shi sono racconti del tardo medioevo giapponese che rielaborano, con umorismo e originalità, temi e motivi appartenenti alle tradizioni orali e letterarie delle epoche precedenti, come i monogatari di corte di epoca Heian e i monogatari guerreschi di epoca Kamakura. Ne sono giunti fino a noi circa quattrocento, che si presentano sotto forma sia di rotoli illustrati sia di libretti copiati a mano o stampati e vantano molteplici origini: alcuni furono creati e diffusi oralmente da cantastorie girovaghi, altri furono scritti da intellettuali di vario genere – monaci, guerrieri e nobili decaduti – e non conobbero mai una forma orale. Per l’estrema vivacità e inventiva del linguaggio, con descrizioni dalla fantasia quasi rabelaisiana di luoghi, personaggi e situazioni, rappresentano una delle eredità culturali più importanti del Giappone medievale.

Tre volumi sulla musica giapponese

Oggi, post artistico, dedicato ai suoni del Sol Levante. Iniziamo subito con Musica giapponese. Teoria e storia (ed. LIM, pp. 223, € 15). volume curato dall’etnomusicologo Daniele Sestili, con contributi di Akira Hoshi, Eishi Kikkawa, Shigeo Kishibe, Fumio Koizumi e Mario Yokomichi
<<Concepita come un’introduzione alla musica giapponese, l’opera raccoglie i lavori di cinque fra i maggiori studiosi giapponesi e si articola in due sezioni: una storica e una teorica. L’edizione italiana è arricchita da un apparato di note, una prefazione sulla cultura musicale giapponese e una nota bibliodiscografica.>>
Per ripercorrere la storia della musica nipponica, sempre dello stesso autore consiglio Musica e danza del principe Genji – Le arti dello spettacolo nell’antico Giappone, pubblicato da Libreria Musicale Italia (pp. 188, € 19) e La voce degli Dèi. Musica e religione nel rito giapponese del «kagura» (Ut Orpheus ed., pp. 176, € 18.50), di cui qui sotto trovate la presentazione.

Sotto una patina di occidentalizzazione e secolarizzazione, il Giappone contemporaneo conserva gelosamente una vita religiosa complessa e ricca di elementi di grande antichità. Tra i momenti maggiormente rilevanti del culto si collocano senza dubbio i kagura, azioni rituali comunitarie volte a rinvigorire l’energia dei partecipanti tramite l’evocazione delle divinità. Tali cerimonie, capillarmente diffuse su tutto il territorio del Giappone propriamente detto, sono caratterizzate da specifici comportamenti coreutico-musicali, i quali contribuiscono in modo sostanziale all’essenza del kagura stesso. Gli ensemble formati da tamburi, cimbali e flauti, nonché l’intervento vocale, accompagnano e guidano l’azione dei danzatori-attori; la musica punteggia e sorregge, imponendo la sua specifica temporalità, l’intero impianto rituale. Recuperando in modo organico i diversi lavori scientifici (demoetnologici, storico-religiosi, etnomusicologici) e sulla base di una personale ricerca sul campo, l’autore si propone di analizzare la presenza della musica nei kagura – finora trascurata come fenomeno unitario – per tentare di svelarne essenza e funzione, al di là della frammentazione localistica.
Calata nel complessivo contesto rituale, la componente sonora della cerimonia rivela intime connessioni con comuni concezioni religiose sottostanti, mentre le valenze magico-simboliche degli strumenti musicali impiegati appaiono nitidamente. Nel complesso la ricerca, condotta in un’ampia prospettiva storica e con richiami al più vasto contesto est-asiatico (in particolare alla realtà coreana), permette di tessere una fitta trama di riferimento indispensabile per la corretta comprensione dell’universo musicale dei kagura. A naturale completamento del suo specifico percorso, il volume giunge a riflettere sul più generale tema della musica nella ritualità giapponese, evidenziando come il comportamento sonoro si manifesti quale dimensione privilegiata nella relazione con il divino in tutta la cultura tradizionale. In tal senso, la natura più vera della musica dei kagura appare allora compiutamente sintetizzata nell’espressione ripresa nel titolo del presente volume: né metafora né immagine poetica, bensì antica credenza popolare, secondo la quale il suono del flauto impiegato nel rito sarebbe, appunto, la voce degli dèi.

Buone letture e buon ascolto.

La katana giapponese

A chi, di fronte un’ingiustizia, vorrebbe sfoderare la katana;
a chi – come me – sogna di uscire dal metrò con un’arma in mano, nella speranza di intimorire la folla sulla banchina che ti respinge dentro il vagone;
a chi, semplicemente, ama le arme giapponesi…

dedico questo post. Il libro di oggi, fresco di stampa, è infatti Nippontō di Sergio Magotti (Ponchiroli editori, 190 pp. a colori, 200 foto, 50 illustrazioni; formato 30 x 30; € 68), in cui si ripercorre la storia della katana giapponese; non mancano, inoltre, consigli per valutare le lame e curarle al meglio. Ecco la presentazione della casa editrice:

Fredde e spietate strumenti di offesa, nel tempo le spade giapponesi hanno conquistato nell’immaginario collettivo una propria dimensione metafisica – vero e proprio oggetto di culto, nel senso più moderno del termine – trasformandosi in icona nobile e affascinante dell’arte e della cultura orientale.

La loro storia, le leggende e le tecnologie costruttive tramandate di generazione in generazione, il loro valore intrinseco e quello simbolico sono il filo conduttore di una trattazione che si presta a più livelli di lettura. Quello documentale, che inquadra l’evoluzione della spada nelle diverse epoche della storia giapponese. La dimensione mitica, che evoca le vicende di lame taglientissime e indistruttibili, di spiriti e dei, di fabbri divenuti essi stessi – al pari di spade tuttora conservate con rispetto e venerazione – “tesoro nazionale vivente” del Giappone. Il piano culturale e artistico, con centinaia di splendide fotografie inedite di lame, montature e accessori tutte rigorosamente a colori.

Infine, il dettagliato approfondimento tecnico attraverso una vera e propria “anatomia” della spada: appassionati e addetti ai lavori potranno confrontarsi con ogni più piccolo elemento, ricostruito con maestria nell’ambito di suggestive illustrazioni e rappresentazioni tridimensionali. Completano il quadro diverse tavole di riferimento temporale, un glossario particolarmente ricco ed una serie di indicazioni teoriche e pratiche per muoversi con maggior cognizione di causa nell’affascinante ma procelloso mercato internazionale della spada giapponese.

Per maggiori informazioni, visitate il sito http://www.spadegiapponesi.com/.

Omossessualità in Giappone: eventi a Roma

L’omosessualità, purtroppo, in molte culture (compresa la nostra) è ancora un tabù. Per questa ragione, sono felice di presentarvi una serie di eventi dedicati a questo tema che si svolgeranno a Roma presso il Doozo Art (via Palermo 51/53, dalle parti di via Nazionale), mercoledì 30 giugno 2010 alle ore 18.30. Questo il programma:

TUTTI I COLORI DEL GIAPPONE. RIFLESSIONI SULLE IDENTITÀ SESSUALI
Interventi:
h 18:30 DIRITTI UMANI E SESSUALITÀ IN GIAPPONE Maria Gioia Vienna
h 19:00 PERCORSI DI LETTERATURA OMOEROTICA: IL CASO
…GIAPPONESE
Diego Cucinelli
h 19:30 LA CONDIZIONE DEGLI OMOSESSUALI IN GIAPPONE
Giulia Carri

Il libro consigliato del giorno è Il grande specchio dell’omosessualità maschile (Frassinelli, pp. 368, € 9,30) di Ihara Saikaku (1642-1693).

Ps: colgo l’occasione per ringraziare tutte le persone che lasciano commenti nel blog: grazie mille, sia che esprimiate idee simili alle mie, sia che la pensiate in modo completamente diverso. Senza di voi il blog sarebbe un noioso monologo. 🙂

"La nave per Kobe" di Dacia Maraini

Lo ammetto: il titolo mi ha tratto in inganno. Forse troppo ingenuamente mi aspettavo che, al centro di quest’opera, ci fosse il Giappone. E invece no.
La nave per Kobe (Rizzoli, pp. 176, € 8) di Dacia Maraini raccoglie diverse pagine tratte dai diari della madre dell’autrice, redatte per lo più nel Sol Levante, intervallandole con numerosi excursus sulla vita familiare e il passato dei Maraini. Nel 1938, il grande etnologo Fosco Maraini si trasferì  nel Sol Levante per ragioni di studio con la famiglia; qui, nel 1943, non avendo voluto giurare fedeltà alla Repubblica di Salò, fu rinchiuso con moglie e figlie in un campo di concentramento.
Poiché avevo iniziato questa lettura convinta di avere davanti un testo che mi avrebbe descritto la situazione nipponica degli anni ’30-40, sono rimasta piuttosto delusa dalla superficialità con cui la questione è stata trattata. Riguardo al Giappone e a temi affini vien detto ben poco (gli Ainu vengono pure canzonati); grande spazio è invece riservato ad argomenti di tutto rilievo quali le simpatie alimentari della signora Maraini, le malattie avute da lei e le sorelle, eccetera eccetera. Inoltre, ho trovato insopportabile la tendenza della scrittrice a porre sempre in primo piano con nonchalance le sue conoscenze celebri (quali l’amico Pier Paolo Pasolini,  l’amica Maria Callas, il compagno Alberto Moravia).
In conclusione: La nave per Kobe è una lettura più per “marainiani”, interessati a conoscere tutto sulla scrittrice, piuttosto che per nippofili.

“Canta & impara il giapponese”

Più volte, nel blog, ho dedicato spazio ad iniziative e volumi per far conoscere ai bambini la lingua e la cultura del Giappone. Anche il libro di oggi rientra in questo ambito: si tratta infatti di Canta & Impara il giapponese (ed. Curci Young, p. 24, € 14,90; cd incluso). Il volume fa parte di una simpatica serie volta all’apprendimento delle lingue attraverso il gioco e il canto. I bimbi, tramite il karaoke e le illustrazioni, possono fissare meglio i concetti e le parole, imparando senza fatica. Un corso del genere, senza dubbio, servirebbe anche a noi adulti. 😉
Anteprima del libro (pdf)

Per non lasciare a bocca asciutta neppure i più grandi, ecco una perla  attribuita ad Alessandra Mussolini, Tokyo fantasy.

Imparare il giapponese e i kanji con i manga

Per tutti i disperati che, come me, confondono i kanji, dimenticano di continuo il loro significato e così via, la Kappa edizioni ha compiuto una buona azione:  è infatti fresco di stampa il volume Giapponese coi manga. Impara gli ideogrammi di Chihiro Hattori e Glenn Hardy (pp. 193, 12 euro).
Tanto per rimanere in argomento, ricordiamo anche, sempre della Kappa edizioni, Il giapponese a fumetti. Corso base di lingua giapponese attraverso i manga di Marc Bernabé (pp. 293, € 22) e, sempre dello stesso autore, Il giapponese a fumetti. Vol. 2: Corso intermedio di lingua giapponese attraverso i manga (pp. 208, € 22), appena uscito.
Buone letture.

Maison de la culture du Japon a Parigi

Una domenica mattina umida e grigia come questa mi pare un buon pretesto per sognare da lontano Parigi.


Dopo il post sulla libreria Junku , oggi è la volta della Maison de la culture du Japon à Paris (ossia Casa della cultura del Giappone a Parigi), che purtroppo non ho mai visitato.
La Maison propone un gran numero di eventi ed iniziative: concerti di jazz e non solo (per esempio, della cantante nippo brasiliana Lisa Ono, che vi consiglio), atelier musicali, laboratori di cucina, conferenze (su teatro, politica, filosofia, cultura giapponese, etc.), proiezioni di documentari e film, e molto altro.
Il programma dei corsi offerti è variegato: alla Maison è possibile imparare, oltre che la lingua giapponese, la calligrafia, il go, l’ikebana, il chadô (letteralmente, “la via del tè”, ossia la cerimonia del tè), l’arte dei manga, e persino il kôdô (l’affascinante “via dell’incenso”) e come comporre haiku, insieme alla  poetessa Madoka Mayuzumi.
Non mancano neppure le attività per i bambini, come i corsi di origami e quelli di introduzione all‘umami, il quinto sapore.
I prezzi sono piuttosto onesti e ci sono sconti per bambini e studenti al di sotto dei ventisei anni.
Per concludere, ecco alcuni dati utili.  La Maison è situata al 101 bis, quai Branly 75015, Parigi. Il centro è aperto dal martedì al sabato, dalle 12 alle 19; il giovedì sera sino alle 20. I giorni festivi, le domeniche e i lunedì è chiuso, così come dal 1 al 31 agosto. Per avere maggiori informazioni telefonate a 01 44 37 95 01 o visitate http://www.mcjp.fr/.
A questo punto, non posso che augurarmi che qualcuno di voi abbia già fatto il biglietto per Parigi. 😉
[Le foto sono tratte dal sito http://www.mcjp.fr/]

"1Q84" di Murakami: in Giappone è uscito il terzo volume

Per tutti i fan di Murakami, in attesa che la sua ultima fatica letteraria, 1Q84, esca in Italia, un’anticipazione del terzo volume, appena apparso in Giappone. Dei due precedenti abbiamo già parlato qui.
L’articolo presentato è di Yoko Kubota.

TOKYO (Reuters) – I fan giapponesi si sono lanciati oggi sul nuovo volume del romanzo “1Q84” dell’acclamato Haruki Murakami, dopo aver atteso per quasi un anno dall’uscita dei primi due episodi della surreale love story.

“Resterò alzata tutta la notte per leggerlo”, dice Ayako Arai, una 29enne impiegata in un’agenzia pubblicitaria che si è accaparrata una copia del libro di 602 pagine, che costa l’equivalente di 14 euro.

“E’ passato un po’ da quando ho letto il volume uno e due… lo stavo aspettando”.

I primi due volumi di “1Q84”, che raccontano la storia di una donna, Aomame, e di un uomo, Tengo, affrontano temi come i culti, la violenza e la perdita, il sesso, l’amore e l’omicidio.

Decine di persone si sono messe in fila in tarda serata davanti alle librerie di Tokyo per comprare il terzo libro a mezzanotte, hanno scritto i media.

La vendita del libro -con un titolo che ricorda il “1984” di George Orwell, anche perché il 9 in giapponese si pronuncia come la lettera Q in inglese – sono da record anche per Murakami, uno degli scrittori giapponesi più letti al mondo.

Dei primi due volumi di “1Q84” sono state stampate in totale oltre 2 milioni e 400mila copie rilegate, per il terzo se ne stamperanno 700mila nelle prossime settimane.

L’uscita dell’ultimo volume, come quella dei primi due, è stata circondata dal mistero: solo sette persone e l’editore hanno potuto leggere il manoscritto e i libri sono stati spediti nelle librerie in scatole di cartone, anziché nel solito involucro di plastica.

Le opere del 61enne Murakami, che è da tempo al centro dell’attenzione dei media come potenziale vincitore del Nobel, sono state tradotte in oltre 40 lingue.

Di “1Q84” è in corso la traduzione in diversi paesi, ma non si hanno informazioni sulla pubblicazione.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi