julian opie The Ortega Family
Julian Opie, “The Ortega Family” (2008)

Tsutomu Morishita è uno dei molti colletti bianchi che popolano le imprese di Tokyo. I suoi ritmi sono piuttosto regolari; una vita da pendolare spesa dalla sua desolata abitazione alla compagnia elettrica per cui lavora, dove anche presta servizio come segretaria la riluttante Akiko Mikawa, che continua a rifiutare ogni suo corteggiamento. Tutto scorre liscio e senza turbolenze fin quando una mattina il notiziario del mattino riporta l’ennesimo fallito tentativo da parte di Tsutomu di invitare Akiko per un tè. No, non era un’allucinazione: le ultime su Tsutomu si allargano a macchio d’olio e a velocità della luce, comprendendo quanti più mezzi di comunicazione possibili. La vita di questo banale impiegato sta per varcare il luccicante mondo della notorietà, ma non senza eliminarne i rischi

Sempre a Tokyo, un impiegato di successo è alle prese con la sua famiglia, che trova soffocante a causa della zuccherosa e artificiale felicità che sembrano sprigionare ad ogni respiro. La sua utilità in questo ecosistema familiare è unicamente quella di provvedere incessantemente un livello di lusso tale da non cadere nel discredito. Soffocato da tanta superficialità e dal ruolo di cui è stato investito da una società maschilista, questo irritabile personaggio non esiterà a sfogare le proprie frustrazioni pestando brutalmente madre, moglie e figlio in fasce. La gita al mare che propone alla sua famiglia altro non è che un’altra di quelle convenzioni che la famiglia giapponese medio borghese deve sfoggiare a testimonianza della loro scelta consumeristica, ma metterà a dura prova i già fragili legami di questo nucleo…

Lontano da Tokyo, dal Giappone e dal pianeta Terra, invece, si staglia nel sistema solare Kabuki il pianeta Porno. Qui una troupe scientifica terrestre fa indagini sulla bizzarra flora locale; purtroppo però, durante un’esplorazione, la Dottoressa Shimazaki viene ingravidata accidentalmente da una spora emanata da una felce selvatica. La gravidanza non desiderata deve essere stroncata quanto prima, ma nella base mancano le strutture per praticare un aborto. Solo gli indigeni del pianeta Porno, data l’esperienza, potrebbero conoscere la soluzione alternativa. Solo un problema però: il loro aspetto impudico e le loro attitudini estreme li rendono inavvicinabili. I “Mammalasiani” infatti hanno fattezze umane, ma se ne vanno in giro nudi, e la loro cupidigia sessuale è irrefrenabile e indifferenziata. Verranno mandati in avanscoperta due scienziati – un vecchio altero sessualmente disinteressato e un giovane voyeurista – e un aiutante – il vizioso custode della base – al fine di reperire le informazioni utili per procedere all’aborto. Raggiungere il covo dei Mammalasiani però non è un’impresa facile: si deve passare attraverso una giungla popolata da ignobili creature ninfomani, e cercare di non rimanere vittime delle loro perversioni. Questo incredibile viaggio segnerà profondamente la vita dei protagonisti, che vedranno esaudite le loro ambizioni o non-ambizioni sessuali.

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salmonella men on planet porno Yasutaka TsutsuiQuesto è solo un assaggio della versione inglese della raccolta intitolata Salmonella Men on Planet Porno (Poruno Wakusei no Sarumonera Ningen, 2005; it.: Uomini salmonella del pianeta Porno), un’esilarante collezione di racconti brevi dell’autore – pressappoco sconosciuto in Italia – Yasutaka Tsutsui (1934-). Scrittore prolifico, in Giappone è considerato uno dei pilastri della scrittura fantascientifica. Il lettore occidentale, però, farà fatica ad identificare i contenuti dei racconti nel genere fantascientifico. Né Asimov né Gibson, Tsutsui è piuttosto assimilabile a un Marquez del Realismo Magico sudamericano o ad un Calvino del periodo fantastico. Non dobbiamo infatti aspettarci scenari catastrofici o anti-utopie ipertecnologiche da questa lettura, bensì un’esagerazione satireggiante della realtà di tutti i giorni, un surrealismo scientifico. Potremmo identificare lo stile di Tsutsui – almeno per la raccolta in questione – in una sorta di “soft science fiction” come da definizione wikipediana, quella branca della fantascienza che si occupa del lato “soft” della scienza – quello umanistico. Psicologia, sociologia o antropologia sembrano elementi molto cari a Tsutsui, che traccia in maniera esemplare i modelli psicologi dell’uomo moderno e li rimette nel più macroscopico contesto socio-politico, dipingendo aspramente e sarcasticamente la realtà di oggi. Così, gli eroi delle sue storie non saranno sensazionali androidi o epici salvatori del pianeta Terra, ma goffi impiegati, casalinghe avide e ordinarie famiglie borghesi. Gli ambienti, non visioni futuristiche, deserti tecnologici o universi sconfinati, ma il quotidiano tran-tran della metropoli o la monotona quiete dello spazio familiare. Tuttavia, in questo clima ordinario l’autore gonfia ed esaspera uno o più elementi, lasciando però immutate le reazioni dei personaggi. Così, episodi brutali di violenza domestica diventano un fenomeno socialmente accettato, e la persecuzione di un comune cittadino un evento all’ordine del giorno. Questa strategia narrativa sortisce nel lettore due tipi di effetti: il disorientamento, dovuto al realismo illogico del testo, e il disdegno, causato dall’apparente accettazione di comportamenti dis-umani. Tsutsui denuncia e fa sorridere; la sua retorica è così sottile che a volte viene da chiedersi se stia davvero scherzando, o se in fin dei conti, ciò che produce la sua penna non sia proprio una premonizione inquietante del futuro che ci aspetta.

Storia d’eccezione è forse l’ultima delle tredici che dà il titolo alla raccolta;Salmonella Men on Planet Porno ” riecheggia i toni della “hard science fiction”, quella fantascienza più comune che rimanda a temi più prettamente futuristici e tecnologici. Eppure, la studiosa americana Susan J. Napier ipotizza che il racconto sia in realtà un’allegoria della società moderna giapponese, e lo classifica nel gruppo di quelle scritture fantastiche in cui le figure femminili sono lasciate volutamente al di fuori della narrazione. La Dottoressa Shimazaki, la scienziata infamemente impregnata da una felce, non è mai presente né partecipa attivamente alla successione degli eventi, ma è bensì citata e derisa alle spalle. Il motivo di questo vilipendio è da ritrovarsi nel corso degli eventi storici: il secondo dopo guerra ha segnato radicali cambiamenti in ambito sociale, soprattutto nel campo dell’identità di genere. Il ruolo della donna è cambiato e continua a cambiare: non più mogli devote e madri sagge, le donne si dedicano a studi e carriera lasciando le prospettive di matrimonio in secondo piano sempre più frequentemente. Tale atteggiamento sembrerebbe minare il ruolo dominante di pater familiae attribuito al tipico giapponese di sesso maschile. E’ forse così che Tsutsui denuncia la mentalità del presente che ancora prevede rigide distinzione di genere e concepisce la sessualità come tabù, rivestendo di ridicolo gli sgraziati protagonisti della vicenda.

Perché leggere “Salmonella Men on Planet Porno”:

  • Perché è in inglese

Benché io detesti le traduzioni in inglese dei testi giapponesi, che a mio parere tagliano e impoveriscono gran parte dell’originale, l’inglese si presta molto in questo caso poiché rende la lettura immediata e non ampollosa come potrebbe accadere in una traduzione in italiano

  • Perché è in inglese II

Nonostante l’autore sia popolarissimo in Giappone e rinomato in Inghilterra e Francia, le sue opere non sono riuscite ad arrivare nell’Europa del sud, probabilmente a causa di scelte editoriali. Acquistare un suo prodotto tradotto in lingue anglofone (o francofone) potrebbe attirare l’attenzione delle case editrici, che potrebbero convincersi a investire nella traduzione dei suoi romanzi (a meno che tu non parli giapponese, allora capirei che non tutto ciò non ti interessi).

  • Perché è fantascienza, ed è giapponese

Se la letteratura è uno dei maggior veicoli di comunicazione, la fantascienza è sicuramente uno strumento efficace per la descrizione di grandi stravolgimenti sociali. La fantascienza, già dai suoi primi esordi mondiali, rappresentava lo specchio cinico delle prime società industriali. Leggere della fantascienza giapponese quindi significherebbe guardare al Giappone per quello che è eliminando quegli stereotipi e quei cliché che da sempre ne hanno alterato l’immagine. Praticamente una radiografia dei fiori di ciliegio.

  • Perché è divertente

Provare per credere

Elena Faccenda**

Bibliografia

Bolton, C. et al. (2007) Robot ghost and wired dreams: Japanese science fiction from origins to anime, Minnesota: University of Minnesota Press

Matthew, R. (1989) Japanese Science Fiction – A view of a changing society, London & New York: Routledge

Napier, S.J. (1996) The fantastic in modern Japanese literature – the subversion of modernity, London: Routledge

Roberson, J.E. et Suzuki, N. (2003) Men and Masculinity in Contemporary Japan – Dislocating the salaryman doxa, London: RouletledgeCurzon

Tsutsui, Y. (2008) Salmonella men on Planet Porno, translated by Driver, A. (2006), Richmond: Alma Books LTD

Risorse elettroniche

Yasutaka Tsutsui’s profile (Online) Available at: http://www.jali.or.jp/tti/en/index.htm (Accessed: 16/11/2014)

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** Elena Faccenda nasce nel 1987 a Roma, dove consegue la laurea in Lingue e Civiltà Orientali presso l’università La Sapienza. Si trasferisce a Londra nel 2012 dove frequenta la SOAS (School of Oriental and African Languages), University of London,  ed ottiene il Master in Studi Giapponesi. Attualmente risiede a Londra in veste di insegnante e scrittrice.

 

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