Categoria: saggistica

Shonen Ai: il nuovo immaginario erotico femminile tra Oriente e Occidente di V. Sabucco

Shonen Ai: il nuovo immaginario erotico femminile tra Oriente e Occidente: il titolo è tutto un programma. L’ opera, firmata Veruska Sabucco (Castelvecchi editore, pp. 192, € 9), tratta di un tema curioso, dotato di significativi risvolti psico-sociologici, ma spesso trascurato dalla saggistica ufficiale. Come si legge dalla quarta di copertina: shonen_ai1

Uno dei settori più fiorenti del mercato editoriale giapponese è rappresentato dagli shonen ai, cartoni animati e fumetti a tema erotico e romantico omosessuale maschile ma prodotti da e destinati a donne in larga parte eterosessuali. In Occidente esiste un genere, chiamato slash, distribuito esclusivamente in forma non ufficiale, in cui le relazioni tra i personaggi maschili di serei TV come «Star Trek» o «X Files» vengono rilette in chiave omosessuale. Anche in Italia, dalla metà degli anni Novanta, il fenomeno ha cominciato a prendere piede. Lo studio di Veruska Sabucco, attraverso un’attenta disamina della cultura shonen ai, è l’introduzione a un universo femminile alternativo e complementare ai modelli erotico-sentimentali consolidati che permette di esplorare una nuova dimensione del piacere.

Grazie a Google books, è possibile leggere qui corposi estratti del libro; qui, invece, un’intervista alla simpatica autrice.

Presentazione del libro Satoshi Kon a Roma

satoshi-konDomani, sabato 7 marzo, alle ore 18,30, presso l’associazione VersOriente di Roma (vicolo Cellini 17, non lontano da piazza Navona), si terrà la presentazione del libro Satoshi kon – il cinema attraverso lo specchio, a cura di Enrico Azzano, Andrea Fontana e Davide Tarò (pp. 264, € 15).
Vi riporto quanto scritto nella pagina dell’evento:

Satoshi Kon è, fra i registi di animazione giapponese della nuova generazione, il più conosciuto e apprezzato, grazie anche alla partecipazione dei suoi lavori a importanti festival cinematografici. Il libro, primo studio in Italia su una figura artistica così importante, si propone di analizzare le complesse tematiche di Kon, attraverso l´analisi dei suoi film (Perfect Blue, Millennium Actress, Tokyo Godfathers e Paprika) e della sua produzione televisiva (Paranoia Agent), grazie anche ad approfondimenti “trasversali” curati dai maggiori esperti nazionali e internazionali di animazione giapponese che toccano tutti gli aspetti del suo cinema.

Riguardo al libro, invece:

Fra i talenti dell’animazione giapponese Satoshi Kon è maestro di eccessi e contraddizioni, da sempre tutto e il contrario di tutto. La sua energia tocca il neorealismo magico (Tokyo Godfathers), il thriller surrealista (Perfect Blue), la riflessione sull’arte (Millennium Actress), la narrazione anticonvenzionale, sfuggente e selvaggia (Paprika), sempre all’insegna della dimensione onirica. Satoshi Kon è artista che divora i generi e li risputa nell’animazione in pura salsa cromatica, descrivendo nella sua opera  un immaginario indomabile. Il volume è impreziosito dalla prefazione di Marco Müller e contiene saggi di Andrea Fontana, Davide Tarò, Enrico Azzano, Brian Ruh, Alessia Spagnoli, Stefano Gariglio, Matteo Boscarol, Mario A.Rumor, Raffaele Meale, Luca Della Casa, Marcello Ghilardi e Paola Valentini.

Il taccheggio dei libri

Come ben sappiamo grazie al bombardamento mediatico, la crisi economica si fa sentire dovunque; e se in Italia japanese-books-close-up1qualcuno, per contrastarla, confida nel taccheggio, anche in Giappone, dopo tutto, non la pensano tanto diversamente. Da noi, “vanno a ruba” (nel senso letterale del termine) rasoi, parmigiano reggiano e cartucce della stampante; nell’arcipelago del Sol Levante questa (triste) sorte è riservata ai libri. Le nostre Feltrinelli non hanno da temere fenomeni del genere (tranne qualche esproprio proletario di tanto in tanto); al contrario, le librerie nipponiche sono invece seriamente preoccupate:  i danni, infatti, ammontano a circa 4 miliardi di yen all’anno (ossia più di 36 milioni di euro), cifra raddoppiata dal 2003.
Il taccheggio è un fenomeno in espansione soprattutto tra i giovani giapponesi, ma sono coinvolti anche  anziani oltre i sessantacinque anni e casalinghe. Alle radici dell’indebita sottrazione di libri, non vi sono ragioni romantiche, come si potrebbe immaginare:  gli autori del furto, infatti, non sono intellettuali squattrinati assetati di sapere, scrittori respinti dalle case editrici o contestatori dell’industria culturale, ma nella maggior parte dei casi dei semplici individui che sperano di raggranellare qualche soldo vendendo il maltolto.
Le grandi librerie riescono, grazie a telecamere ed altri sistemi di sicurezza, a contenere il fenomeno; a farne le spese, come al solito, sono quelle medio-piccole, già in crisi per la concorrenza dei bookshop on line (ben quattromila sono state costrette a chiudere tra il 2001 e il 2007).

[fonte: Japan Times on line; foto tratta da qui]

Guida online per un viaggio in Giappone

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Fioritura dei ciliegi a Kichijoji, Tokyo

Se state pensando di organizzare un viaggio in Giappone,  ma il budget non consente l’acquisto della classica Lonely Planet , allora vi consiglio di dare un’occhiata a questa guida online gratuita: http://wikitravel.org/en/Japan.

Come dice lo stesso nome, si tratta di un wiki, ossia un “sito web (o comunque una collezione di documenti ipertestuali) che può essere modificato dai suoi utilizzatori e i cui contenuti sono sviluppati in collaborazione da tutti coloro che vi hanno accesso”. Il testo, quindi, è stato realizzato da un gruppo di volontari che hanno messo insieme le loro esperienze per dar vita ad un panorama quanto più esaustivo possibile sul Paese del sol levante.

Attrazioni principali, festività, storia, clima, mezzi di trasporto, buone maniere, cibi, bevande, tipi di ristoranti e di alberghi, e molto altro:  la trattazione cerca davvero di abbracciare ogni argomento utile.

Attenzione, però: se cercate informazioni sul tale hotel o su un buon locale dove darci sotto col karaoke, non troverete le informazioni desiderate; diciamo che la guida, sotto questo punto di vista, è un po’ teorica, anche se non mancano indicazioni pratiche sulla sicurezza del Giappone, sulle buone abitudini da acquisire e sui gesti da evitare (soffiarsi il naso in pubblico, ad esempio); inoltre, apposite sezioni sono dedicate ai viaggiatori omosessuali e a coloro che vogliano lavorare o studiare nell’arcipelago nipponico.

Detto tutto ciò, non mi resta che augurarvi buona lettura e buon viaggio!

[foto tratta da qui]

Per conoscere la cucina giapponese

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Maschera del teatro kabuki realizzata col cibo

Oggi, come avviene ormai sempre più spesso, ho trovato nella cassetta delle lettere un dépliant di un nuovo servizio di sushi a domicilio. A parte la grafica, tutta a base di bandiere nipponiche, tori, katana ed inspiegabili macchie rosse stampate qua e là tipo sugo, il vero pezzo forte è il messaggio promozionale: “Da oggi potrete avere a casa vostra la vera cucina giapponese di qualità a prezzi contenuti – CHEF ITALIANO!!!”. Andando sul sito internet dell’attività commericiale, poi, si scopre che essa organizza anche corsi di sushi al modico prezzo di 450,00 € + IVA per venti ore di lezione. Wow.
Grazie a questo illuminante volantino, ho pensato di scrivere un post  dedicato a chi voglia tentare per conto suo di preparare le pietanze nipponiche. Inizio subito con La cucina giapponese e coreana di Anne Wilson (ed. Koneman, p. 64, 1,50 €). Il testo è arricchito da molto foto che spiegano passo passo il procedimento da seguire, accompagnandosi ad istruzioni semplici; malgrado io non abbia sperimentato alcuna ricetta e non possieda grandi conoscenze in questo ambito, il libro, a pelle, non mi ha convinta.
Recentemente, infine, mi è stato regalato il cofanetto Sushi (Edicart, 22,50 €): contiene una piccola guida al mondo del sushi (strumenti, descrizione dei pesci da utilizzare, consigli per la scelta, preparazione dei condimenti, ricette…) ed un mini kit (bacchette e stuoia di canne, detta makisu):  diretto e piacevole, anche questo testo è d’impatto immediato, grazie alle belle fotografie presenti in almeno metà delle pagine.
Concludo qui il versante della “pratica del sushi”; spero di postare a breve un intervento dedicato invece alla “teoria”, elaborata da Barthes nell’Impero dei segni. Alla prossima!

Dell'arte di leggere libri a scrocco: tachiyomi

tachiyomiDopo anni di convinta e piuttosto spudorata lettura a scrocco in libreria, non può che farmi piacere scoprire il medesimo hobby in un’ampia porzione  di giapponesi.
La pratica nel Sol Levante è chiamata tachiyomi, ossia lettura in piedi, ed è abbastanza diffusa, soprattutto nei conbini (abbreviazione di convenience store, una sorta di minimarket). Otaku, insospettabili impiegati in giacca e cravatta o kogal, non importa: la ghiotta occasione di leggere gratis il manga del momento (quando si ha la fortuna di non trovarlo rivestito di cellophan) o sfogliare l’ultimo numero della rivista preferita non sfugge a nessuno. Il fenomeno, però, non sembra preoccupare più di tanto le librerie, piuttosto tolleranti nei confronti di questi lettori.

[foto tratta da qui]

Letture giapponesi per i più piccoli

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Izanami e Izanagi (Laura Di Francesco)

Se -come me- anche voi desiderate plagiare menti innocenti, instillando loro sin dalla più tenera età amore per il paese del Sol Levante, vi consiglio allora due libri.

Il primo, Giappone di Marc-Henry Debidour (EDT edizioni, pp. 32, 9 €) aiuterà i più piccoli ad avvicinarsi alla cultura nipponica attraverso la conoscenza delle tradizioni locali, della geografia, della natura, dell’economia e di tanto altro ancora (qui è possibile leggerne l’anteprima su Google Books).

Il secondo libro tocca invece il cuore delle leggende giapponesi: in Kyoko e la nascita del Giappone di Laura Canestrari , con illustrazioni di Laura Di Francesco (Sinnos editrice, pp. 47, 11,50 €), la piccola Kyoko scopre a casa dei nonni il Kojiki e ne rimane affascinata.

Non mi resta che augurarvi buona scelta e buone letture!

"Lo zen e la cerimonia del tè" di Okakura Kakuzō

Okakura Kakuzō
Okakura Kakuzō

Oggi vado a presentarvi un volume ritenuto ormai un classico: Lo zen e la cerimonia del tè di Okakura Kakuzō (Feltrinelli, pp. 99, 7 €).
Il titolo originale, The book of tea, rende meglio l’essenza del libro: spiegare agli occidentali “l’orientalità dell’Oriente” (Cina, India, Giappone…) tramite uno dei suoi simboli, il tè (non a caso, il libro fu pubblicato in inglese, a New York, nel 1906, e fu tra i primi nel suo genere). Ripercorrendo le tappe principali della storia di questa bevanda (ma chiamarla così è riduttivo), Okakura delinea il profilo del taoismo e del buddhismo (in particolare Zen), e ne rileva le influenze sullo stile di vita, sull’estetica e sulla mentalità asiatica.
Alla trattazione della vera e propria cerimonia del tè non è dedicato molto spazio (il titolo dell’edizione italiana è chiaramente commerciale). Chi si aspetta di trovare un Giappone di maniera, rimarrà certo deluso: l’autore, pagina dopo pagina, tenta di svincolarsi dagli opprimenti stereotipi prodotti dagli occidentali, e difende orgogliosamente la grandezza della propria cultura, spingendosi talvolta alla polemica.
Lo stile è piano, regolare; colto, ma non difficile. I brani più belli del libro, a mio parere, sono quelli dedicati alla descrizione della sukiya (la stanza del tè), alla musica prodotta dal bollitore e al maestro del tè Rikyû: la penna di Okakura qui si fa leggera, divenendo quasi pennello.
I suoi strali contro alcuni aspetti dell’occidente possono apparire noiosi ma, nel complesso, quest’opera è un’introduzione più che dignitosa per tutti coloro che vogliano avvicinarsi seriamente al Giappone.
E’ possibile leggere o scaricare la versione inglese online cliccando qui.

P.s. : una piccola curiosità per gli appassionati di tè come me: in Sicilia -più precisamente a Raddusa (CT)- è possibile visitare l’unico museo italiano dedicato al tè; naturalmente, una sezione è dedicata al Giappone.

Il tè è un’opera d’arte, e solo la mano di un maestro può renderne manifeste le qualità più nobili. Esiste un tè buono e uno cattivo, così come esistono dipinti belli a altri brutti – questi ultimi più frequenti. Non esiste ricetta per preparare il tè ideale, così come non ci sono regole che consentano di creare un Tiziano o un Sesson. Ogni modo di preparare le foglie ha una propria individualità, una particolare affinità con l’acqua e il calore, un patrimonio ereditario di ricordi da rievocare, un modo tipico di raccontare. Ma in esso la vera bellezza deve essere sempre presente.
Okakura Kakuzō, Il libro del tè

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