La Biblioteca universale Rizzoli, per festeggiare il suo primo sessantennio di vita, ripropone, insieme ad una serie di classici, una nuova edizione delle Novelle orientali di Marguerite Yourcenar (trad. di Maria Luisa Spaziani, Rizzoli, pp. 120, 4,90 €; ora in offerta a € 4,17).
Il titolo lascerebbe intuire facili seduzioni levantine, eppure, in realtà, in questo caso appare difficile tirare in ballo, sbrigativamente, l’esotismo, coi suoi clichés e le atmosfere di maniera. Le pagine, difatti, appaiono quasi sottratte al deserto, alle fini pergamene, alle oziose ore di un pascià. Ma non c’è quiete: l’equilibrio e l’incanto si mostrano sempre sul punto di spezzarsi; soltanto la parola ― lieve, aggraziata, talvolta impalpabile ― riesce a distillare l’ombra inquieta che vaga su questi cammei dal sapore fiabesco, ma tutt’altro che infantili.
Con la sua caratteristica, misurata eleganza, la Yourcenar fa rivivere sulla carta scenari da leggenda: il suo sguardo solca il Mediterraneo e si spinge ancora più in là, fino ad approdare sulle sponde dell’arcipelago giapponese. Qui è ritratto con estrema delicatezza l’ultimo amore dello splendente principe Genji (come ricorda l’omonimo titolo del racconto, ispirato al romanzo di Murasaki Shikibu) o, meglio, della Signora-del-villaggio-dei-fiori-che-cadono, concubina e dama d’onore che si consuma per lui nell’ombra da lunghi anni.
Fra le innumerevoli amanti del Rifulgente, solo lei ha la tenerezza e la forza di restare al suo fianco nel romitaggio in cui il nobile attende la morte, dissimulando ogni giorno se stessa ed il suo passato con infelice devozione; ma il suo pertinace amore è destinato a scontrarsi con le squisite, ultime vanità del principe dalla bellezza divina, incapace di accettare l’inevitabile condizione di mortale.