Il mimikaki è un oggetto così tipicamente nipponico e, al tempo stesso, così modesto e quotidiano da non esser particolarmente noto a chi giapponese non è. Si tratta di una specie di bastoncino, cilindrico o appiattito utilizzato per detergere l’orecchio; spesso è di bambù, ma può anche esser di metallo o plastica (lo vedete qui nella foto).
Eppure, è molto di più di uno strumento igienico: rievoca, infatti, quel gesto di amorevole cura che una madre tradizionalmente compie nei padiglioni auricolari del proprio figlio o della propria figlia; stimola una delle aree più sensibili del corpo umano secondo l’agopuntura e, a quanto pare, riesce anche a indurre un grande stato di rilassamento. Questo è vero al punto che in Giappone esistono diversi saloni in cui si possono ricevere servizi di pulizia con i mimikaki da donne appositamente formate per questo.
La proprietaria che gestisce una simile piccola attività a Yamamoto è una di loro: riservata, gentile, sempre perfetta nel suo kimono. Sui tatami della sua stanza si sdraiano decine di persone per apprezzare la sua abilità, capace di procurare molto di più del semplice sollievo.
Se nella Taverna di mezzanotte le diverse pietanze offrono il pretesto per raccontare le storie degli avventori e delle avventrici del locali, nel manga Mimikaki. Un piacere per le orecchie Yaro Abe (trad. Prisco Oliva, Bao Publishing, 2021, pp. 192, € 10,90) affida la stessa funzione alle esperienze di numerosi personaggi – di ogni età e condizione – con i mimikaki. Non importa che si tratti di adolescenti alle prese con il primo amore, anziani o donne ormai disilluse: il mimikaki permette loro di scoprire – o riscoprire – un rapporto intimo con i propri desideri, i propri bisogni e il proprio corpo, anche nelle sue sfumature più erotiche e vitali.