Tag: storia

“Dien Bien Phu”, un manga di Nishijima Daisuke

A primo impatto, è difficile prendere sul serio il Vietnam di Dien Bien Phu (trad. Gigi Boccasile, Bao Publishing, 2021), per quanto il manga prenda il nome dalla celebre battaglia del 1954 che sancì la divisione del paese in due stati – stati che poi, a strettissimo giro, diventeranno teatro del lungo conflitto fra vietnamiti e statunitensi (1955-1975).

Copertina del manga "Dien Bien Phu" di Nishijima

Nishijima Daisuke si concentra, appunto, su quest’ultimo e lo dipinge con tratti bizzarri: i personaggi hanno un aspetto spesso kawaii, mentre l’atmosfera che si respira è quasi surreale, per quanto carica di una tensione capace di assumere sfumature esoteriche. Prendete, per esempio, Hikaru, il protagonista di origine giapponesi che, seppur ingaggiato dall’esercito americano come fotografo di guerra, ha un aspetto adolescenziale ed è sempre fuori posto, mentre i piccoli Bao e Nhieu dimostrano invece un’intraprendenza e un’audacia fuori dal comune. Anche le avventure dei personaggi hanno un che di sorprendentemente inaspettato: leggenda e miseria, misticismo e sensualità, morte e anelito alla vita convivono, si intrecciano, si confondono.

Ma perché rappresentare in questo modo un evento della portata – ideologica, politica, bellica – della guerra del Vietnam, addirittura per tutta una saga? Le risposte potrebbero essere tante: per esempio, in questo modo è possibile mettere meglio a nudo la crudezza e l’insensatezza del conflitto; evidenziare l’umanità – con tutte le sue possibili storture –  di chi vi fu coinvolto; spingere a rileggere in modo ampio un processo storico fondamentale, facendo leva su figure e situazioni tutt’altro che perfetti ma, proprio per questo, verosimili e in grado di suscitare una vasta gamma di emozioni nel pubblico.

Sia come sia, una cosa però è certa: è difficile non rimanere colpiti – nel bene o nel male – da Dien Bien Phu.

“L’avvocato di Madama Butterfly” di Giorgio Fabio Colombo

Colombo, L'avvocato di Madama ButterflyDa oltre un secolo, la Madama Butterfly (1904) di Giacomo Puccini costituisce un punto di riferimento per coloro che amano il Giappone, pur veicolandone una visione di questo piuttosto stereotipata.

Nel breve ma denso saggio L’avvocato di Madama Butterfly (O barra O edizioni, 2016, pp. 68, € 7), Giorgio Fabio Colombo (professore associato di Diritto comparato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Nagoya) indaga l’intera storia dal matrimonio alla morte auto inferta di Cio Cio San da un punto di vista legale, fornendo anche utilissimi cenni sul contesto culturale e sociale dell’epoca. Nell’operazione, l’autore tiene inoltre conto dei testi che hanno ispirato il compositore toscano, nonché dei luoghi comuni e dei pregiudizi circolanti in Italia fra Otto e Novecento, quali quelli sulla diffusione del suicidio fra i giapponesi o sulla possibilità per un europeo di disfarsi facilmente di una (presunta) donna-giocattolo come Butterfly.

In conclusione, non soltanto il lavoro è puntuale e articolato, ma, inoltre, ha il (raro) pregio di presentare la materia giuridica in maniera appassionante e chiara perfino per i non specialisti. Ma, più di ogni cosa, il volumetto riesce a far ciò quello che gran parte degli spettatori desidererebbero per la protagonista: renderle, una volta per tutte, meritata giustizia.

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Per approfondire: Giorgio Fabio Colombo,”Madama Butterfly e il diritto. Il Giappone di Puccini attraverso lo sguardo del giurista”, in Riflessioni sul Giappone antico e moderno IIIa cura di Paolo Villani, Naomi Hayashi, Luca Capponcelli. Roma: Aracne, 2018, pp. 153-176

“Underground” di Murakami Haruki: ricordando l’attentato a Tokyo di Aum Shinrikyō

attentato tokyo Aum Shinrikyō Tokyo, 20 marzo 1995, un lunedì qualsiasi: cinque persone salgono in altrettanti convogli della metropolitana, in cinque diverse stazioni. Sono vestite come tutti, si muovono come tutti, si confondono con facilità in una folla di lavoratori, studenti, cittadini qualunque.

Sono membri della setta Aum Shinrikyō e portano con sé un sacchetto di sarin, un potente gas nervino, ufficialmente riconosciuto arma chimica di distruzione di massa. Al momento stabilito, circa alle 8 del mattino, entrano in azione – bucano i contenitori e li abbandonano nei vagoni -, per poi fuggire vigliaccamente. Il bilancio dell’attentato sarà di tredici morti e seimilatrecento vittime tra feriti e individui rimasti segnati a vita dalle inalazioni.

Murakami Haruki, (altro…)

[Recensione] “Alle mie amate sorelle” di Nakajima Shōen: pensieri femministi nel Giappone dell’800

kikuchi keigetsu
La geisha che asseconda i desideri maschili. La donna che procede dietro all’uomo, ricalcando i suoi passi. La fanciulla che, silenziosa, sottostà all’autorità del padre, dei fratelli, del marito. Queste alcune delle immagini – e dei luoghi comuni – che affiorano alla mente pensando al Giappone di non molti decenni fa.

A rivoluzionare le nostre idee interviene Alle mie amate sorelle di Nakajima Shōen (1863-1901), interessante raccolta di interventi presentati per la prima volta in italiano daAlle mie amate sorelle Chiara Candeloro (con prefazione di Giuliana Carli; Aracne, 2012, pp. 136, € 9), accompagnati da note e approfondimenti utili al lettore.

Pubblicata nel giornale del Partito Liberale Jiyū no tomoshibi (Il Faro delle libertà) nel 1884, nel cuore dell’epoca Meiji – tutta tesa a trasformare il Giappone in una nazione moderna, industriale e occidentalizzata -, l’opera si configura come un insieme di riflessioni articolato (ma di scorrevole lettura) riguardante le condizioni di vita e di sviluppo delle donne nipponiche, tradizionalmente svantaggiate rispetto agli uomini (sotto il punto di vista familiare, economico, sociale, intellettuale…), «disprezzate e trattate come se fossero serve».

Ispirato alle considerazioni condotte da studiosi e pensatori stranieri (quali il filosofo Herbert Spencer e la suffraggetta Millicent Garrett Fawcett), il testo affonda le sue radici nel contesto e nella storia estremo-orientale, demolendo le argomentazioni utilizzate dai misogini per rivendicare invece eguali diritti e possibilità tra i due sessi in ogni campo

Lo sguardo di Nakajima Shōen spazia così dalle scrittrici Murasaki Shikibu e Sei Shōnagon sino a personaggi quali la zarina Caterina e Maria Teresa d’Austria, per mostrare come le donne posseggano doti e capacità assolutamente pari a quelle virili, spesso purtroppo soffocate da pregiudizi e limitazioni di ogni sorta.

Acuta e caustica, l’autrice non risparmia giudizi taglienti sulla realtà contemporanea e sulle stesse debolezze delle donne, talvolta accusate di esser troppo remissive e preda di facili timori. Eppure, esse dispongono dell’arma più potente, l’unica forse davvero in grado di vincere ogni battaglia. E è a questa che l’autrice si appella quando, all’apice dello sdegno, invoca: «noi donne, tutte insieme, occupiamoci di scacciare questo demone [del potere maschile] utilizzando la forza dell’intelligenza».

 

Immagine: Kikuchi Keigetsu, Fare una passeggiata (1934)

Samurai: istruzioni per l’uso

Il nome di Stephen Turnbull a molti, probabilmente, non dirà nulla; eppure, se amate il Giappone, ci sono buone possibilità che vi siate imbattuti in lui senza saperlo. Laureato a Cambridge e specializzatosi in storia militare asiatica (in particolare, per tutto ciò che concerne i samurai), ha lavorato come consulente per il videogioco Shogun: Total War e per il film 47 Ronin (ispirato alla celebre omonima leggenda) con Keanu Reeves, che uscirà a novembre in Italia.  
A breve, per i tipi L’Ippocampo, verrà pubblicato l’ironico volume dello studioso, Samurai. Il manuale “non autorizzato” del guerriero giapponese (pp. 208, 116 illustrazioni, € 15; solo ora in offerta a 12,75); (altro…)

Una storia delle geisha, firmata Lesley Downer

Potevamo farci mancare l’ennesimo volume sul fluttuante, inebriante, intrigante mondo delle geisha? Ovviamente no, e quindi oggi vi presento Geisha. Storia erotica del Giappone raccontata dalle maestre del piacere, di Lesley Downer (Piemme,  pp. 400, € 11, ma disponibile ora su Amazon.it cliccando qui a 7,15), già autrice de Il kimono rosso (di cui ho parlato qui) e de L’ultima concubina. In realtà, nel volume non vengono svelati chissà quali misteri dell’eros giapponese, bensì viene ricostruita la storia della figura della geisha nel corso degli anni.

Volevo sapere quali donne si celassero in realtà dietro a quelle facce dipinte, conoscere meglio quel loro affascinante chiacchiericcio e il loro eterno sorriso enigmatico, convinta che la geisha fosse una dispensatrice di sogni, che il suo fosse un nebuloso mondo romantico creato per la gioia e il divertimento degli uomini, in cui anche il più squallido impiegato poteva sentirsi re. Non avevo nessuna intenzione di cancellare quell’illusione o di profanare il sacro recinto, però, da donna, mi chiedevo da quale passato arrivassero le geishe. Chi erano i protagonisti di un tale modo di vivere nel Giappone moderno? Se per gli uomini era un mondo fantastico, chi erano le donne impegnate a creare questo mondo? Confidavo nella possibilità di diventare amica delle geishe e di entrare in quel loro mondo sui generis.

L’autrice racconta la sua indagine in prima persona, passo dopo passo, fra critiche e reticenze degli abitanti dell’arcipelago, poco disposti a parlare di quelle donne divenute per gli occidentali un simbolo del Sol Levante e da questi ultimi erroneamente assimilate a raffinate prostitute; persino le geisha stesse e le loro apprendiste, le maiko, non sembrano voler svelare le proprie abitudini o concedere fiducia alla straniera.
Vi lascio con un breve estratto del libro, dedicato a un incontro tra la scrittrice e una mama-san (la direttrice dell’okiya, la residenza dove vengono ammaestrate le geisha) alquanto severa:

Nei molti anni passati in Giappone avevo conosciuto molte donne, quasi tutte sposate, persone forti, con notevole autostima, eppure felici di avere per amica una straniera. Non avevo mai incontrato tanto sospetto e tanta intransigenza. Sembrava quasi che donne di tal fatta si fossero costruite un loro mondo e che per loro io fossi solo una mosca, una presenza fastidiosa. Non avevano bisogno di me, volevano solo scacciarmi con un gesto della mano. Ecco finalmente la mama, deliziosa e impettita come sempre. Accettò i miei prelibati dolci degnandoli appena di un’occhiata; poi mi chiese che cosa volessi bere.
«Ocha de mo ii desu, il tè va benissimo» risposi.
«Che modo rozzo di parlare! Deve dire: “Ocha o itadakimasu, vorrei del tè, per favore”» sbottò lei, incenerendomi con lo sguardo.
Mi morsi la lingua e mi scusai a lungo, ringraziandola per essere stata così gentile da correggermi. Non avevo attenuanti, il fatto che non stessi parlando la mia lingua era ininfluente: le geishe non ammettono il minimo errore.

Alla scoperta de “Il Giappone moderno”

Per motivi di studio nelle prossime settimane sarò un po’ latitante; in ogni caso, cercherò come posso di tenere aggiornato il blog. Abbiate pazienza, se potete. 🙂
Vi segnalo oggi un volume appena uscito, Il Giappone moderno di Elise T. Kipton (Einaudi, pp. 462, € 30; su Amazon.it, cliccando qui, disponibile a 19,50 €), docente di cultura giapponese all’Università di Sydney; nei giorni scorsi ho scritto alla casa editrice per avere maggiori informazioni, ma non ho ricevuto risposta. Vi dovrete quindi purtroppo accontentare della presentazione ufficiale:

Questo libro propone al lettore una sintetica e originale introduzione alla storia sociale, culturale e politica del Giappone moderno. Coprendo un arco temporale che va dal periodo Tokugawa a oggi, l’autrice ricostruisce con stile sempre avvincente e ricco di partecipazione umana l’evoluzione di un paese e i violenti processi di modernizzazione che hanno condotto il Giappone ad affermarsi come una delle massime potenze economiche e politiche dell’età contemporanea. Rivolto sia al pubblico generale dei lettori di storia sia a quello degli studenti di cultura orientale, il libro intreccia insieme gli sviluppi sociali e politici del Giappone alternando la costruzione degli scenari d’insieme ad analisi più particolari, ed offrendo spaccati di vita quotidiana che gettano luce sulle fondamentali e spesso traumatiche trasformazioni storiche. L’attenzione costante per le problematiche di genere, delle minoranze e della cultura popolare costituisce una delle caratteristiche principali del libro, concorrendo efficacemente a tratteggiare in tutta la sua complessità e particolarità la società giapponese moderna e contemporanea.

La katana giapponese

A chi, di fronte un’ingiustizia, vorrebbe sfoderare la katana;
a chi – come me – sogna di uscire dal metrò con un’arma in mano, nella speranza di intimorire la folla sulla banchina che ti respinge dentro il vagone;
a chi, semplicemente, ama le arme giapponesi…

dedico questo post. Il libro di oggi, fresco di stampa, è infatti Nippontō di Sergio Magotti (Ponchiroli editori, 190 pp. a colori, 200 foto, 50 illustrazioni; formato 30 x 30; € 68), in cui si ripercorre la storia della katana giapponese; non mancano, inoltre, consigli per valutare le lame e curarle al meglio. Ecco la presentazione della casa editrice:

Fredde e spietate strumenti di offesa, nel tempo le spade giapponesi hanno conquistato nell’immaginario collettivo una propria dimensione metafisica – vero e proprio oggetto di culto, nel senso più moderno del termine – trasformandosi in icona nobile e affascinante dell’arte e della cultura orientale.

La loro storia, le leggende e le tecnologie costruttive tramandate di generazione in generazione, il loro valore intrinseco e quello simbolico sono il filo conduttore di una trattazione che si presta a più livelli di lettura. Quello documentale, che inquadra l’evoluzione della spada nelle diverse epoche della storia giapponese. La dimensione mitica, che evoca le vicende di lame taglientissime e indistruttibili, di spiriti e dei, di fabbri divenuti essi stessi – al pari di spade tuttora conservate con rispetto e venerazione – “tesoro nazionale vivente” del Giappone. Il piano culturale e artistico, con centinaia di splendide fotografie inedite di lame, montature e accessori tutte rigorosamente a colori.

Infine, il dettagliato approfondimento tecnico attraverso una vera e propria “anatomia” della spada: appassionati e addetti ai lavori potranno confrontarsi con ogni più piccolo elemento, ricostruito con maestria nell’ambito di suggestive illustrazioni e rappresentazioni tridimensionali. Completano il quadro diverse tavole di riferimento temporale, un glossario particolarmente ricco ed una serie di indicazioni teoriche e pratiche per muoversi con maggior cognizione di causa nell’affascinante ma procelloso mercato internazionale della spada giapponese.

Per maggiori informazioni, visitate il sito http://www.spadegiapponesi.com/.

Memorandum delle uscite di saggistica (2009)

Per evitare brutti scherzi della memoria e, soprattutto, tenere sott’occhio libri che m’interessano, ho preparato questo memorandum delle uscite e delle ristampe 2009 relative alla saggistica dedicata al Sol Levante. Di certo, avrò dimenticati parecchi titoli: quindi, chi volesse darmi una mano a rimpolpare la lista, è il benvenuto. 🙂 Nei prossimi giorni, pubblicherò anche le liste relative ad altri ambiti (narrativa, poesia, etc.).

*Saggistica*
Enciclopedia dei mostri giapponesi di Shigeru Mizuki (Kappa Edizioni, pp. 512, € 24)
L’anima nascosta del Giappone di Marcella Croce (Marietti, pp. 120, € 30)
Il crisantemo e la spada-Modelli di cultura giapponese di Ruth Benedict (Laterza, pp. 366, € 20)

*Saggistica d’arte*
Utamaro e il quartiere del paese di Gian Carlo Calza (Mondadori illustrati-Electa, pp. 80, € 19)
Design giapponese di Paola Antonelli e Sparke Penny (5 continents, pp. 160, € 29)
Lo zen e il manga-Arte contemporanea giapponese di Fabriano Fabbri (Mondadori, pp. 352, € 38)

*Saggistica storica*
L’esercito dell’Imperatore-Storia dei crimini di guerra giapponesi 1937-1945 di Jean-Louis Margolin (Lindau, pp. 655, € 32)
La vera storia dei kamikaze giapponesi-La militarizzazione dell’estetica nell’Impero del Sol Levante di Emiko Ohnuki-Tierney (Mondadori, pp. 400, € 12)

*Zen*
Lo zen e la cerimonia del tè di Kakuzo Okakura (SE, pp. 112, € 13)
Lo zen e l’arte di disporre i fiori di Gusty Herrigel  (SE, pp. 112, € 13)
Antologia del buddhismo giapponese (Einaudi, pp. 360, € 26)

*Curiosità*
Un geek in Giappone di Hector Garcìa (Panini comics, pp. 168, € 15)

Katō Shūichi: addio a un grande yamatologo

katoPochi giorni fa, il 5 dicembre, si è spento a Tokyo, sua città natale,  Katō Shūichi (加藤周), nato nel 1919  e conosciuto da molti studenti di yamatologia per i suoi studi letterari. Medico ematologo, ha insegnato discipline umanistiche all’università di Tokyo, Yale, Berlino, Kyoto, alla British Columbia, ed è stato inoltre curatore del museo di Kyoto per la pace mondiale.
In Italia è ricordato soprattutto per la sua Storia della letteratura giapponese edita presso Marsilio.

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