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A Roma gruppo di lettura dedicato a “Le note del guanciale” (6 e 20 novembre)

Non di rado accade che alcune interessanti opere della letteratura giapponese siano poco lette a causa dei riferimenti al periodo storico in cui hanno visto la luce, difficilmente comprensibili a chi non ha una buona conoscenza dell’epoca.
Chi frequenta Roma avrà la possibilità di “decifrare” Le note del guanciale sotto la guida della dott.ssa Gala Maria Follaco, all’interno dell’apposito gruppo di lettura promosso da Doozo Art, books and sushi (Via Palermo 51-53), che si riunirà sabato 6 novembre e sabato 20 novembre, dalla 17:30-19:30.
Gli eventi  sono a ingresso gratuito ed è richiesta la prenotazione (info@doozo.it; tel. 06-4815655).
Ecco qualche notizia in più tratta dal comunicato stampa:

Nei due incontri si effettuerà la lettura dell’opera accompagnata da spiegazioni sull’epoca storica, sulla figura  dell’autrice e sulle dinamiche della vita delle dame nella corte Heian.
Nel primo incontro si introdurrà il contesto storico, con particolari riferimenti alla composizione delle due corti, all’educazione impartita alle donne, alla posizione di Sei Shōnagon e alla rivalità con l’altra grande scrittrice sua contemporanea, Murasaki Shikibu. Si presenterà poi l’opera, ponendo in risalto la peculiarità del genere zuihitsu, di cui è archetipo. Si leggeranno i passi più significativi e più famosi.
Nel secondo incontro si procederà con la lettura di parti raggruppate secondo grandi tematiche, come il ciclo delle stagioni, i rapporti tra uomini e donne, le cerimonie religiose e l’atteggiamento verso la letteratura e le arti. A conclusione del secondo incontro si discuterà insieme dell’immagine del Giappone Heian emersa dalla lettura delle note di Shōnagon.

Online e gratuito il “Genji monogatari” (giapponese e inglese)

Il Genji monogatari di Murasaki Shikibu – capolavoro indiscusso della letteratura giapponese – è stato incluso dall’UNESCO nel suo “Global Heritage Pavilion”. Proprio per questa ragione, nel sito dell’organizzazione, tutta l’opera è disponibile gratuitamente in giapponese e inglese, accompagnata da illustrazioni; si può leggerla qui (o, se il link non dovesse funzionare, qui).

E, come sottofondo, consiglio una sinfonia ispirata allo stesso Genji Monogatari, opera di Isao Tomita.

Mme Yourcenar e la tentazione dell’oriente: “Novelle orientali”

novelle_orientaliLa Biblioteca universale Rizzoli, per festeggiare il suo primo sessantennio di vita, ripropone, insieme ad una serie di classici, una nuova edizione delle Novelle orientali di Marguerite Yourcenar (trad. di  Maria Luisa Spaziani, Rizzoli, pp. 120, 4,90 €; ora in offerta a € 4,17).

Il titolo lascerebbe intuire facili seduzioni levantine, eppure, in realtà, in questo caso appare difficile tirare in ballo, sbrigativamente, l’esotismo, coi suoi clichés e le atmosfere di maniera. Le pagine, difatti, appaiono quasi sottratte al deserto, alle fini pergamene, alle oziose ore di un pascià. Ma non c’è quiete: l’equilibrio e l’incanto si mostrano sempre sul punto di spezzarsi; soltanto la parola ― lieve, aggraziata, talvolta impalpabile ― riesce a distillare l’ombra inquieta che vaga su questi cammei dal sapore fiabesco, ma tutt’altro che infantili.

Con la sua caratteristica, misurata eleganza, la Yourcenar fa rivivere sulla carta scenari da leggenda: il suo sguardo solca il Mediterraneo e si spinge ancora più in là, fino ad approdare sulle sponde dell’arcipelago giapponese. Qui è ritratto con estrema delicatezza l’ultimo amore dello splendente principe Genji (come ricorda l’omonimo titolo del racconto, ispirato al romanzo di Murasaki Shikibu) o, meglio, della Signora-del-villaggio-dei-fiori-che-cadono, concubina e dama d’onore che si consuma per lui nell’ombra da lunghi anni.

Fra le innumerevoli amanti del Rifulgente, solo lei ha la tenerezza e la forza di restare al suo fianco nel romitaggio in cui il nobile attende la morte, dissimulando ogni giorno se stessa ed il suo passato con infelice devozione; ma il suo pertinace amore è destinato a scontrarsi con le squisite, ultime vanità del principe dalla bellezza divina, incapace di accettare l’inevitabile condizione di mortale.

I mille anni di "Genji, il principe splendente"

Per chi non lo sapesse, quest’anno il maggiore classico della letteratura giapponese – e uno dei più importanti romanzi a livello mondiale – compie mille anni. Il “compleanno” della Storia di Genji (源氏物語 Genji Monogatari)  è stato festeggiato in tutto il mondo il primo novembre, giorno in cui, secondo la leggenda, la cortigiana Murasaki Shikibu avrebbe terminato di redigere l’opera. Questa è divisa in cinquantasei capitoli, e narra i fasti, le ombre e gli amori di Genji, il principe splendente, così chiamato per le sue numerose qualità.

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Genji non ha ispirato soltanto opere bibliografiche, ma anche film, anime, e persino un videogioco per la Playstation. Naturalmente, non mancano le versione manga: Asaki yumemishi di Waki Yamato, il più moderno Gekka no kimi di Ako Shimaki e la versione parodica Patalliro Genji Monogatari di Mineo Maya, tutti e tre inediti in Italia.
Oggi però ci concentreremo su un tomo uscito a settembre per i tipi di Electa: Genji, il principe splendente di Gian Carlo Calza (80 pagine, 30 illustrazioni, 15 €), professore di Storia dell’arte orientale. Ecco la presentazione

dell’opera:

[il libro] consente di “entrare in un mondo dove eleganza bellezza e stile regnano sovrani sulle vicende descritte”: la società della capitale imperiale Heian (Kyoto) dei secoli IX-XII, un paese chiuso, isolato dal continente asiatico, che contiene un altro paese chiuso, quello della corte, al cui interno si trova il microcosmo delle nyobo, l’élite delle dame. Nel più ovattato di questi scrigni, gineceo dell’aristocrazia, si svolge la storia del principe Genji, luminoso per intelligenza, bellezza, cultura e raffinatezza, l’uomo ideale. […] Nel saggio iniziale, in una scrittura limpida, l’autoredisegna il quadro storico, dipana efficacemente l’intreccio del romanzo (54 capitoli, più di mille pagine), descrive con argomentazioni originali la cultura che vi è sottesa “frutto di una perfetta fusione tra l’approccio più speculativo sino-indiano del buddhismo, con la struttura politico-sociale, d’origine cinese, del confucianesimo, ma soprattutto la religiosità shintoista, quindi autoctona e primigenia, della natura”. Questa si rivela in alcune, poetiche pagine del racconto (presenti all’interno del volume nella traduzione einaudiana più classica) di una realtà sublimata che ruota intorno alle lotte per il potere, agli amori, ai successi politici, mondani, letterari, architettonici, pittorici ma anche intorno alle sofferenze, incomprensioni, gelosie, invidie, tradimenti: il che rende forse Genji il primo romanzo psicologico della letteratura universale.

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Nello spirito della collana dei Pesci rossi che conta ormai diversi saggi brevi di storia dell’arte, il volume è poi fondamentalmente dedicato alla più antica illustrazione rimasta del racconto, i rotoli dipinti di circa un secolo posteriori e a loro volta capolavoro sommo della pittura giapponese di ogni tempo.

L’immaginario derivato dal Genji all’arte figurativa è infatti incalcolabile e perdura per otto-nove secoli fino al paesista Hiroshige nell’Ottocento e ai manga di oggi. Dopo aver affrontato criticamente nel testo iniziale tutti i nodi formali del genere, dello stile e della tecnica pittorica del tempo, nell’album sono pubblicate in Italia per la prima volta, con un commento dettagliato alle singole tavole, tutte le diciannove illustrazioni rimaste, più alcune, squisite, calligrafie.

Nelle tavole e nei particolari di un’ arcaica, struggente bellezza scopriamo l’assonanza sentimentale tra l’uomo e la natura, tra il dentro e il fuori. In padiglioni arredati, giardini e camminamenti di legno sospesi sulle acque, sulle foglie, fra le colline, trascorrono le stagioni mutevoli come la realtà dei protagonisti,

uomini e donne dai volti identici come non ancora segnati dall’esistenza, che si distinguono piuttosto dalle acconciature e dai sontuosi abiti. Vivono “al di sopra delle nuvole” i membri della corte e malgrado i pittori dell’epoca fossero sicuramente in grado di riprodurre le diverse fisionomie, si preferì forse creare delle maschere perché ciascuno vi si potesse riconoscere […]

Per concludere, ricordiamo anche un’opera per comprendere il contesto nel quale il romanzo si situa, ormai divenuta un classico: Il mondo del principe splendente di Ivan Morris (Adelphi, 419, 22 €).
Buone letture

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