E’ recentemente uscito un volume imperdibile per coloro che desiderano conoscere meglio un aspetto caratterizzante la società contemporanea giapponese, vale a dire la realtà degli otaku, i ragazzi eccessivamente interessati ai videogiochi e ai manga, al punto da sacrificare per loro relazioni umane e vita attiva. Il libro in questione è Generazione Otaku. Uno studio della postmodernità di Hiroki Azuma, a cura di Lydia Origlia e Marco Pellitteri (Jaca Book, pp. 193, € 19).
Questa la presentazione dell’editore:

Questo saggio, best-seller in Giappone, ha il grande merito di riflettere dall’interno sul fenomeno Otaku, giovani appassionati di manga, videogiochi e disegni animati, che vivono un rapporto esclusivo, sia tra di loro che rispetto ai prodotti che consumano. Il fenomeno, in perpetua crescita dagli anni Ottanta, rappresenta oggi un mercato colossale e si diffonde all’estero grazie al successo mondiale dei manga. Tuttavia questi adolescenti ribelli sono sempre stati considerati autistici e nessuno prima di Hiroki Azuma aveva mai osato studiare seriamente le loro opere-faro e i loro modi di consumarle. Il suo saggio rivela l’inquietante adeguarsi della cultura Otaku alla postmodernità. Perdita di riferimenti, fine delle grandi storie, rimescolamento del confine fra autore e consumatore, fra originale e copia: la cultura Otaku vista come la prima cultura postmoderna.