Mi scuso se per circa un mese ho trascurato il blog; le vacanze di Natale e il mio primo viaggio in Giappone hanno fatto sì che dessi ad altro la priorità, ma ora sono pronta a ricominciare. Ringrazio tutti coloro che nella mia assenza hanno lasciato commenti (a cui spero di rispondere presto), mi hanno spedito email o premiato (grazie Francesca 🙂 ).
Una delle cose che più mi ha impressionato del Sol Levante durante la mia breve permanenza è stata la capacità dei giapponesi di nascondere o alterare con nonchalance alcuni dati scomodi (tendenza, purtroppo,  diffusa in tutto il mondo). Soltanto per fare due esempi potrei menzionarvi la grande statua di una balena che campeggia davanti un istituto scientifico  e la sezione del Museo nazionale di Tokyo riservata agli ainu (vedi foto a lato), un popolo stanziato nell’isola di Hokkaido, con caratteristiche somatiche, costumi e lingua abbastanza differenti da quelli presenti nel resto dell’arcipelago. In entrambi i casi, si taceva del tutto il fatto che il Giappone sia uno dei principali cacciatori di balene su scala planetaria e che gli ainu sono stati a lungo perseguitati e discriminati dai nipponici.
In onore di questa popolazione, oggi vi propongo la traduzione in inglese dei loro racconti folkloristici, realizzata oramai diversi decenni fa dal celebre yamatologo Basil Hall Chamberlain (1850 – 1935).