Categoria: filosofie e religioni

“Il drago e il poeta”: Miyazawa Kenji racconta il buddhismo con una favola poetica

dragone Un grande fervore ha assalito gli spettatori della gara di composizione: il giovane Suldatta ha trionfato con una lirica di rara bellezza e spiritualità, capace di domare le nuvole e il vento dell’animo.

Eppure, il suo cuore è turbato: (altro…)

“Lo zen e il tiro con l’arco” di Eugen Herrigel: il tiratore mira a se stesso

kyudoMentre ieri assistevo alle gare di tiro con l’arco per le Olimpiadi, mi è tornato alla mente questo brano de Lo zen e il tiro con l’arco del filosofo tedesco Eugen Herrigel, che praticò il kyūdō, l’arte del tiro con l’arco negli anni del suo soggiorno giapponese: (altro…)

“Taccuino giapponese” di Giangiorgio Pasqualotto: un viaggio tra cultura, filosofia e spiritualità

Esplorare il Giappone con un accompagnatore d’eccezione, capace di rivelare il gioco di rimandi e opposizioni tra gli elementi naturali in un parco, la bellezza austera di un esile e secolare bodhisattva, ma anche la gioia di trovarsi dinanzi a una tavolozza di sapori a tavola: è questa, dopo tutto, la guida che ogni amante del Sol Levante sogna.

Giangiorgio Pasqualotto, (altro…)

Un autunno e un inverno ricchi di nuove uscite

Pioverà? Farà freddo? Lo spread continuerà a salire? Non ci è dato sapere nulla di tutto ciò, ma possiamo consolarci almeno un po’ pensando alle molte uscite che ci attendono nei prossimi mesi. A questo proposito, è d0obbligo ricordare che, pochissime settimane fa, è uscito uno dei volumi certo più attesi dell’anno, vale a dire 1q84 di Murakami Haruki (pubblicato a inizio novembre per i tipi dell’Einaudi; pp. 722, € 20; ora in offerta su Amazon.it cliccando qui a € 15), cui è dedicato anche un gruppo di lettura qui nel blog.
A questo nuovo classico presto (più precisamente a gennaio) farà compagnia un altro pezzo forte: la prima vera edizione italiana del capolavoro giapponese per eccellenza, il Genji monogatari di Murasaki Shikibu. Il volume è curato da Maria Teresa Orsi e sarà diffuso con il nome di Storia di Genji. Il principe splendente (Einaudi, pp. 1100, €90).
Qui sotto potete trovare quello che, spero, sia solo un assaggio delle succose novità che i prossimi mesi ci porteranno; se avete qualche informazione in più sui titoli di prossima pubblicazione, non esitate a lasciare un commento. E ora, che si aprano le danze!

 

Romanzi

  • Una storia crudele di Kirino Natsuo (Giano, pp. 235, € 16,50; ora in offerta a 14,03 su Amazon.it cliccando qui), noir fresco di stampa. “Ubukata Keiko, trentacinquenne scrittrice di successo nota con lo pseudonimo di Koumi Narumi, e da qualche tempo in crisi di creatività, scompare lasciando un’unica traccia di sé: un manoscritto intitolato “Una storia crudele”. Atsuro, il marito avvezzo alle stranezze e alla volubilità della donna, lo trova in bella vista sulla sua scrivania con il seguente post-it appiccicato sopra: “Da spedire al Dott. Yahagi della Bunchosha”. Editor della casa editrice di Koumi Narumi, Yahagi si getta subito a capofitto nella lettura dell’opera, nella speranza di avere finalmente tra le mani il nuovo best seller dell’acclamata autrice. Più si addentra nella lettura, tuttavia, più rimane sconvolto e, leggendo l’annotazione finale dell’opera: “Ciò che è scritto in queste pagine corrisponde alla pura verità. Gli eventi di cui si parla sono accaduti realmente”, non può fare a meno di avvertire un brivido corrergli lungo la schiena. Koumi Narumi narra, infatti, dell’infanzia di Keiko, vale a dire della propria fanciullezza. Descritta come una bambina di dieci anni triste e solitaria. Una sera, sperando forse di trovarvi il padre, si spinge fino a K, un quartiere ad alta concentrazione di bar e locali a luci rosse. Là si sente a un tratto picchiettare con delicatezza sulla spalla. Sorpresa, si volta di scatto e scorge un giovane uomo con in braccio un grosso gatto bianco. Frastornata, incuriosita, Keiko lo segue in un vicoletto buio, dove lo sconosciuto le infila un sacco nero sul capo e la rapisce.
  • E venivano tutte per mare di Julie Otsuka (Bollati Boringhieri; trad. di S. Pareschi; pp. 133, € 12). “Una voce forte, corale e ipnotica racconta la vita straordinaria di migliaia di donne, partite dal Giappone per andare in sposa agli immigrati giapponesi in America. È lì, su quella nave affollata, che le giovani, ignare e piene di speranza, si scambiano le fotografi e dei mariti sconosciuti, che immaginano insieme il futuro incerto in una terra straniera. A quei giorni pieni di trepidazione, seguirà l’arrivo a San Francisco; la prima notte di nozze; il lavoro sfi brante, chine a raccogliere fragole nei campi e a strofi nare i pavimenti delle donne bianche; la lotta per imparare una nuova lingua e capire una nuova cultura; l’esperienza del parto e della maternità, con l’impegno a crescere fi gli che alla fi ne rifi uteranno le proprie origini e la propria storia; il devastante arrivo della guerra, l’attacco di Pearl Harbour e la decisione di Franklin D. Roosevelt di considerare i cittadini americani di origine giapponese come potenziali nemici e internarli nei campi di lavoro. Fin dalle prime righe, la voce collettiva inventata dall’autrice attira il lettore dentro un vortice di storie fatte di speranza, rimpianto, nostalgia, paura, dolore, fatica, orrore, incertezza, senza mai dargli tregua, dando vita a un libro essenziale e prezioso.”
  • La decomposizione dell’angelo di Mishima Yukio (Feltrinelli, pp. 240, € 10).
  • Detective Hanshichi. Indagini nei vicoli di Edo oppure Il detective Hanshichi. I misteri della città di Edo (titolo in via di conferma) di Kido Okamoto (O Barra O Edizioni, pp. 164, € 12).
  • Storia proibita di una geisha di Iwasaki Mineko e Brown Rande (Newton & Compton, pp. 336, € 9,90): “Un’infanzia felice e solitaria trascorsa in un piccolo paese lontano dal Giappone delle grandi città. Mineko è una bambina schiva e appartata. A sei anni, strappata alla famiglia e con il cuore spezzato, si trasferisce in un’okiya nel distretto di Kyoto e lì intraprende il duro cammino per diventare geisha, imparando l’antica arte del ballo, del canto, del saper parlare e vestire. È l’estenuante studio del cerimoniale rigido e severo di una corte millenaria che rende le donne maestre di etichetta, eleganza e cultura. Mineko studia con tenacia, senza mai distrarsi, coltivando un solo grande sogno: ballare. Diventa la geisha più brava, ricercata e corteggiata. Tutti la vogliono, politici, artisti, star dello spettacolo. Audace e orgogliosa, testarda e fiera, si muove in un mondo che non vuole ribelli, ma lei ha l’ardire di osare e di infrangere regole austere. Con il suo coraggio rompe il velo che da sempre avvolge un universo frainteso: si racconta con eleganza e audacia, ironia e leggerezza, e ci accompagna attraverso le trame e i segreti di una cultura millenaria e ritrosa. Mineko si confessa e denuncia un mondo che vuole rimanere nascosto, ci racconta della fatica e della tenacia per diventare la geisha più amata per poi, al culmine della sua carriera, voltare le spalle al successo e scegliere altro, una famiglia, un figlio, la normale eccezione dell’essere donna.”

Saggistica

  • Introduzione alla storia della poesia giapponese di Pierantonio Zanotti (Marsilio, pp. 240). “Il volume offre una panoramica storica dell’evoluzione della poesia giapponese dalle origini al 2000. La narrazione abbraccia circa 1300 anni di storia e cerca di fornire al lettore, non solo specialista, un quadro completo e dettagliato, ma al tempo stesso agile, sintetico, e di gradevole lettura. Al flusso centrale della narrazione storica, arricchita di riferimenti extraletterari e attenta al ruolo sociale della poesia e alle pratiche della sua composizione ed esecuzione, saranno affiancate schede e approfondimenti su singole opere, autori, o specifiche tipologie testuali.”
  • Introduzione allo studio della lingua giapponese di A. Maurizi (Carocci, pp. 252, € 21).
  • Lo Zen di A. Tollini (Einaudi, € 24). “Dopo una prima parte introduttiva sullo Zen nel panorama del buddhismo giapponese e sullo Zen in Occidente, il volume affronta il passaggio geografico e culturale di questa tradizione dalla Cina al Giappone del XIII secolo e il suo primo, difficile radicamento nell’arcipelago giapponese. Saranno due le grandi scuole che condizioneranno tutta la successiva storia dello Zen: Rinzai e Soto, di cui Tollini traccia la storia, lo sviluppo dottrinale e ricorda i principali maestri. A seguire, la descrizione del grande sviluppo culturale che fece dello Zen il principale punto di riferimento estetico, letterario e delle arti performative in Giappone, lasciando un segno indelebile sulla sensibilità estetica orientale: un segno che dura fino ai giorni nostri. Il libro è corredato dalle traduzioni dei testi originali dell’epoca, sia dei maestri che di altro tipo, allo scopo di favorire una più diretta e profonda comprensione delle tematiche trattate.”
  • Tokyo sisters. Reportage di Julie Rovéro-Carrez e Raphaëlle Choël (O Barra O edizioni; trad. di Giusi Valent, pp. 200, € 15). “La specificità e lo charme della società contemporanea giapponese, e della città di Tokyo in particolare, decodificati attraverso il mondo femminile di adolescenti, casalinghe, business women, donne single e sposate. Scritto in uno stile frizzante e ironico, Tokyo sisters descrive la vita familiare, le abitudini, le aspirazioni, i rituali e i vissuti quotidiani delle donne giapponesi tramite le numerose testimonianze dirette raccolte dalle autrici. Vengono toccati i temi della moda, della sessualità (onnipresente nei manga e nei video giochi, ma tabù all’interno della coppia), del tempo libero e del consumismo: “Per me essere una vera donna è possedere una borsa di Vuitton”, può affermare una giovane disposta a mesi di risparmio pur di acquistare l’oggetto dei suoi desideri. Ne risulta una moderna e curiosa guida antropologica al femminile per orientarsi in una cultura di grande fascino, paradossalmente sospesa tra tradizione ed estremo cambiamento.”

“Oltre la filosofia” (Pasqualotto), sulle tracce dei pensatori orientali

Qui nel blog parlo spesso di letteratura, storia e società del Sol Levante; raramente, però, lascio spazio allo studio del pensiero – o meglio: dei pensieri plurali – che hanno condizionato e condizionano tuttora tanto la cultura quanto il comportamento dei giapponesi.  Per questa ragione, oggi sono felice di presentarvi Oltre la filosofia. Percorsi di saggezza tra Oriente e Occidente di Giangiorgio Pasqualotto (Colla Editore, pp.  221, € 19; in offerta su Amazon.it a 16,15 cliccando qui), un interessante testo di cui ci offre una recensione il collettivo di Filosofi precari. Buona lettura.

La filosofia non parla più della vita. Nella storia della cultura occidentale è avvenuta una frattura (non certo recente) fra vita reale e pensiero. Ma anche fra filosofia speculativa e pratica. Il libro di Giangiorgio Pasqualotto cerca di rimediare a questo discrimine svolgendo un iter articolato in otto interventi, un viaggio tra occidente ed oriente alla ricerca della saggezza del vivere. Del resto, lo studioso è uno dei massimi esperti italiani di pensiero filosofico orientale e più volte ha affrontato la tematica di un Oriente che avrebbe tanto da raccontare al nostro Occidente, un Occidente grecista ed eurocentrico che crede di aver inventato il pensiero, oltre che la filosofia.
Lo studioso segue un cammino intrapreso già da Pierre Hadot (Esercizi spirituali e filosofia antica), Foucault (L’uso dei piaceri, La cura di sé), in parte dalla Nussbaum (Terapia del Desiderio) e da Panikkar: paragona perciò particolari pensieri filosofici orientali e occidentali interpretabili come “stili di vita”, il cui scopo non risiede nella mera acquisizione di dati sulla struttura della realtà, quanto piuttosto nell’annullamento del dolore, nel riconoscimento e nel controllo delle passioni, nella pratica della libertà e del “conosci te stesso” – un “te stesso” che però non è separato da tutto il resto.
Nel confrontare pensieri occidentali e orientali (e sottolineo la loro pluralità), Pasqualotto non si limita a rilevare le analogie, ma anche  gli scarti, già a partire dalle basi stesse: se  “il quesito cruciale dei filosofi occidentali è: ‘Che cosa è la verità?’”, i sistemi cinesi e indiani  si sono soffermati prevalentemente sull’applicazione della “legge” o “via” alla vita (come il Dharma o  il Tao), utilizzando un metodo olistico e una meditazione legata ad un atteggiamento corporeo più che – al contrario di quanto avviene  in Occidente – all’esercizio razionale immaginativo o intuitivo.
La physis e il “tutto scorre” teorizzati da Eraclito vengono così accostati al Tao-natura e alla dottrina dell’impermanenza, con sorprendenti analogie che investono persino il livello testuale; si rivela simile a quella taoista anche la visione eraclitea della saggezza, e il Tao, nota Pasqualotto, pare inoltre consustanziale alla Natura (o Dio) dell’etica spinoziana.
Anche a Nietszche sono dedicate pagine significative. Il buddismo zen mostra curiose rassomiglianze col pensiero del filosofo tedesco: oltre alla non sostanzialità dell’io, essi condividono la non opposizione fra oggetto e soggetto, la critica del “sublime”, dell’intenzionalità dell’azione, dell’idea che vi possa essere un’essenza distinta da quella del mondo, di un dover-essere etico, a favore invece di una riscoperta dell’essere. Stupisce constatare anche altre pregnanti affinità, sintetizzabili nella similare concezione del “sapiente” e della pratica di saggezza;  addirittura il Satori (l’Illuminazione Zen) tende a coincidere con l’Eterno Ritorno nietzschiano, al punto che in alcune occorrenze è arduo distinguere le massime zen dalle citazioni di Nietzsche: “Vuoi prendere commiato dalla tua passione? Fallo pure, ma senz’odio per essa! Altrimenti hai una seconda passione” (Nietzsche, Aurora).
Nel suo complesso percorso, Pasqualotto ferma la sua attenzione anche sulle discordanze tra il Karuna (la compassione buddista) e il Mitleid (compassione) di  Schopenhauer, solitamente ritenuto un orientalista ante-litteram. Malgrado i due concetti siano spesso accomunati, in realtà esibiscono profonde differenze  sin dalle radici: se per il filosofo tedesco il saggio dovrebbe sopprimere la volontà di vivere, il vero buddhista è intenzionato a liberarsi anche dalla brama stessa della non-esistenza, cercando piuttosto un cammino che sia una “via di mezzo” (majjhimā patipadā).
La parte conclusiva del volume si concentra sulla differente concezione della natura in Asia e in Occidente, che si dibatte tra olismo (la natura e l’uomo intesi come un unico organismo), scientismo (la natura come oggetto da conquistare; Pasqualotto collega questa idea anche al giudaismo-cristianesimo) e vie di mezzo, cercando di superare le opposizioni (come quella fra scientismo ed antiscientismo), sulla scia di autori come Whitehead e Capra.
Nell’ultimo saggio, lo studioso affronta un tema tanto desueto quanto interessante: i “rimedi” filosofici orientali alla malinconia. Riprendendo e spiegando la psicologia buddista, Pasqualotto illustra le cause della cosiddetta “atra bile”: essa dipenderebbe dall’errata convinzione che esista un “io” (mentre per il buddismo ogni realtà è anatta, cioè priva di consistenza autonoma, poiché “dipende talmente da altri che non è nulla per sé o in sé”) e dalla fallace illusione di una consistenza assoluta di ciò che viviamo temporalmente. Per Pasqualotto, la pratica-teoria buddista aiuterebbe a superare qualsiasi forma di malinconia (aggressiva come masochista), eliminando  l’attaccamento all’esigenza di riconoscimento che abbiamo verso gli altri per approdare all’abbaya, la “non paura”, tramite la serena accettazione della transitorietà e dell’inconsistenza, così efficacemente sperimentate da Bashou e Kenko nei loro scritti.

Il monaco Dōgen e l’essenza del buddhismo zen

In occidente si sente sempre più spesso attribuire l’etichetta “zen” a qualunque prodotto proveniente dal Giappone, oppure a qualsiasi oggetto dall’aspetto semplice ed essenziale: e così abbiamo la lampada zen, il calorifero zen (giuro che esiste) e così via, sino a sfiorare il grottesco.
Anche nel settore dell’editoria non si è da meno; praticamente in ogni libreria è possibile trovare almeno un libriccino dedicato al buddhismo o al suo fondatore, di qualità più o meno discutibile.

Mimesis, casa editrice con una buona offerta di testi filosofici (come, per esempio, Filosofia nei manga, di cui ho parlato qui), ha recentemente dato alle stampe L’essenza del buddhismo zen. Dōgen, realista mistico, del professore universitario Hee-Jin Kim (pp. 300, € 22). Qui sotto potete leggere la presentazione del volume; per saperne di più sul monaco Dōgen, suggerisco anche questo podcast  (ultimo link della serie), curato da Massimo Raveri.

Dōgen (1200-1253), fondatore della scuola Zen nell’ambito del Buddhismo giapponese, è uno dei più importanti pensatori religiosi di ogni tempo. Oltre ad aver riformato la vita del Buddhismo nel Giappone del XIII secolo, il suo cammino spirituale e la profondità dei suoi scritti costituiscono anche la base per lo sviluppo della filosofia giapponese contemporanea. Questa monografia, divenuta ormai un classico e tradotta per la prima volta in italiano, si offre come un’ampia introduzione alla sua vita e al suo insegnamento. Partendo da un’accurata descrizione della parabola esistenziale del monaco, dagli anni della prima giovinezza al grande viaggio in Cina del 1227, fino alla fondazione del monastero Eiheiji in Giappone e alla diffusione del suo messaggio, lo studioso coreano Kim Hee-Jin passa in rassegna i principali contenuti della sua proposta esistenziale, enucleando i contenuti religiosi e quelli più specificamente teoretici. Da questa lettura si ricaverà così non solo una più approfondita conoscenza di uno dei massimi maestri dello Zen di ogni tempo, ma anche la consapevolezza che la radicalità del pensiero umano e della sua vocazione filosofica non conosce confini geografici o culturali.

Uno sguardo filosofico sul Giappone: “Il chiarore del nulla” di G. Seubold

Dopo l’ultimo post, dedicato a una visione occidentale del Giappone abbastanza avvilente, passiamo a una prospettiva del tutto diversa, per stile ed ambito. Il libro che oggi vi  propongo è infatti Il chiarore del nulla del filosofo tedesco contemporaneo Günter Seubold (ed. Marinotti, pp. 80, € 10), e questa è la quarta di copertina:

Profondo conoscitore ed amante del Giappone e della sua cultura, tanto da eleggerlo quale sua seconda patria, Günter Seubold ci regala in questo breve saggio una sorta di viaggio – fra tradizione, sensibilità ed emozione – in un paese tanto affascinante e misterioso quanto solo apparentemente così distante dal nostro.
Il punto di partenza è proprio questo: l’influsso della cultura occidentale, già a partire dal XVI secolo, sulla concezione dell’arte e conseguentemente della vita e del suo modo tutto particolare di concepirla del Giappone attuale.
E’ un viaggio intrapreso quasi in punta di piedi: l’autore prende per mano il lettore e, quasi fosse un bambino, lo accompagna su un sentiero lungo il quale egli apprenderà come qualsiasi attività quotidiana (musica e giardinaggio, bere il tè e far la guerra, …) sia intesa ed amata in Giappone come una forma d’arte.
Come ogni bel viaggio, è un vero e proprio rito di iniziazione, al termine del quale parole quali geinô (l’arte del “saper fare”), geidô (l’arte del “saper andare”) e geijutsu (l’arte del “saper essere”) assumeranno un significato del tutto nuovo e spalancheranno un orizzonte inaspettato di pulizia formale e passione, di rigore e naturalezza, di armonia e continuità tra passato e presente.
E’ un viaggio che, sul finale, si tinge di disincanto: quella che Seubold definisce l’“europeizzazione” del Giappone attuale altro non è che il grido d’allarme contro la superficialità diffusa, l’incapacità di guardarsi dentro e riscoprire quelle origini che, sole, restituiscono un popolo alla sua cultura ed alla sua storia.

Podcast di “Azzardi spirituali. Quattro volti del Giappone antico”

Letizia, una lettrice del blog (che ringrazio), tempo fa mi ha suggerito un’interessantissima serie di podcast dedicata al Giappone. Le registrazioni sono tratte dal programma “Azzardi spirituali. Quattro volti del Giappone antico”, a cura dello studioso Massimo Raveri, e sono andate in onda su Radio 3 nel 2009. Ciascuna puntata è dedicata a un importante maestro buddhista; qui sotto potete trovare l’elenco completo con il relativo link da cui è possibile ascoltare il file.

Kukai. Io sono il maestro delle stelle
Shinran. Il potere della compassione
Nichiren. In un’epoca buia per annunciare il dharma
Dogen. Il Buddha attraverso la foglia

“Filosofia nei manga”di Massimo Ghilardi

Nell’immaginario comune, il mondo dei manga e degli anime è generalmente ritenuto soltanto uno svago per bambini e adolescenti, privo di contenuti con spessore.
La realtà è però ben diversa, come dimostra efficacemente Marcello Ghilardi, ricercatore e autore di Filosofia nei manga. Estetica e immaginario nel Giappone contemporaneo (Mimesis, pp. 162, € 14; ora in offerta su Amazon.it a € 11,90 cliccando qui).

Dopo aver tracciato un profilo storico-culturale dei manga, comprendente le tappe più importanti (dagli schizzi di Hokusai alle influenze sull’arte di Van Gogh) con riferimenti alla tradizione artistica ed estetica della Cina e del Sol Levante, lo studioso si sofferma su alcuni aspetti significativi dei fumetti del Sol Levante, spesso sfuggenti a un lettore digiuno di rudimenti filosofici e di un’approfondita conoscenza del contesto nipponico. Si pensi, per esempio, ai numerosi accenni  all’etica e alle vicende dei samurai, o ai valori del buddhismo e dello shintoismo, trasparenti solo a una minoranza di occidentali.
Uno dei temi portanti dell’opera è rappresentato da un’approfondita e documentata riflessione sul complesso rapporto intercorrente tra uomini, robot e cyborg, e ai legami intercorrenti fra le tre categorie; da essi Ghilardi tenta di estrinsecare una sorta di ontologia dell’automazione, riflettendo sulle cause che l’hanno generata e sulle ragioni che hanno decretato il suo successo. Nel fare ciò, illustra le teorie di Gomarasca in merito (le storie di robot racchiudono una metafora sociologica, una psicologica e una storica); in parallelo alla trattazione teorica, l’autore presenta  testimonianze concrete, sviscerando alcuni aspetti tanto interessanti quanto poco noti di manga e anime più o celebri (Neon Genesis Evangelion, Gunslinger girl, Ghost in the shell, etc.).
Nel denso contributo di Marco Pellitteri, Giappornologie, vengono evidenziati altri elementi caratterizzanti la produzione nipponica contemporanea, vale a dire quelli legati al mondo del sesso e del porno, con un’attenzione particolare verso le loro radici socio-antropologiche e le dinamiche sottese; anche in questo caso, la figura dell’automa (in particolare della donna cyborg) e quella della bambola gonfiabile assumono un significato ben preciso, in quanto esseri passivi, non minacciosi e facilmente controllabili.
Conclude il volume La verità dell’illusione, dedicato al regista Satoshi Kon che, con le sue commistioni di onirico e reale, umano e cibernetico, ha dato vita a nuovi orizzonti cinematografici e semantici, in cui l’apparenza – non di rado dall’impronta postmoderna – si confonde e si sposa con ciò che siamo abituati a chiamare  (riduttivamente?) realtà.

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