Categoria: recensioni

“Tentacle Erotica” di Marco Benoît Carbone

tentacle erotica marco benoit carboneUn adolescente impegnato in un videogioco al limite tra il macabro e lo scabroso; un artista ukiyo-e che rappresenta donne incalzate da polpi maliziosi (come non ricordare il Sogno della moglie del pescatore di Hokusai?); una pornostar abbandonata con lascivia alle spire di una piovra: un fil rouge fra tutti questi elementi parrebbe impossibile.

E invece c’è: sinuoso, pervasivo, come ci spiega Marco Benoît Carbone nel suo Tentacle Erotica. Orrore, seduzione, immaginari pornografici (Mimesis, 2013, pp. 122, € 12, ora in offerta a € 10,20), scandagliando in profondità la costruzione e la ricezione del complesso di suggestioni e rappresentazioni legate all’erotismo tentacolare, tanto in Giappone quanto in occidente. (altro…)

Culture del Giappone contemporaneo: il Sol Levante fra tradizione e futuro

Wabi, sabi,* cyber: in queste tre parole sembra concentrarsi passato, presente e futuro del Giappone. E non è dunque un  caso se proprio “Wabi, sabi, cyber” si è chiamato un Culture del Giappone contemporaneofortunato ciclo di conferenze tenutosi a Napoli negli anni passati, i cui contributi sono stati raccolti in un bel volume intitolato Culture del Giappone contemporaneo, curato da Matteo Casari (Tunué, pp. 288, 2011, € 16,50, ora in offerta a € 14,03; qui trovate una corposa anteprima). (altro…)

Orgoglio e sacrificio: Ero un kamikaze di Nagatsuka Ryuji

ero un kamikaze Nagatsuka Ryuji recensione giapponeAscoltare con estrema attenzione alla radio i proclami dell’imperatore, conciliare lo studio con il lavoro in fabbrica per sostenere lo sforzo bellico del Giappone, cercare tutte le attenuanti che permettano di rimandare l’arruolamento: stralci di vita quotidiana per chi, come Nagatsuka Ryuji, era solo uno studente liceale al tempo della seconda guerra mondiale.

Di questo e di ciò che poi condusse il ragazzo a un destino ben preciso ci racconta lui stesso, con dovizia di particolari ed estrema chiarezza, in Ero un kamikaze (altro…)

Tokyo. Ritratto di una città di Manuel Tardits

Tokyo Ritratto di una città TarditsCittà dei neon e degli alberi di ciliegio, centro propulsore della finanze, cuore pulsante della cultura pop in tutte le sue declinazioni, simbolo planetario della tecnologia, sede dei nekocafè e della residenza imperiale… : romanzi e saggi ci hanno abituati a immaginare la capitale del Giappone sotto mille differenti punti di vista, ai quali però mancava – per lo meno in Italia – quello urbanistico e architettonico.

Pone rimedio a ciò Tokyo. Ritratto di una città di Manuel Tardits (prefazione e traduzione di Federico Simonti, con illustrazioni di Nobumasa Takahashi e Stéphane Lagré, Odoya, 2013, pp. 320, € 20, ora in offerta a 17), volume illustrato curatissimo sin nei minimi dettagli, apparso pochi mesi fa nel nostro paese. (altro…)

C’era una volta: “Racconti popolari giapponesi” di A. Lisboa

Racconti popolari giapponesi Adriana LisboaIl passo lieve della yukionna (la donna della neve) che quasi sfiora con la sua ombra la soffice coltre di fiocchi immacolati, l’incanto del giardino marino di pietre e alghe solcato da Urashima Tarō, l’inaspettata voce di una teiera stregata: basta poco per immergersi nelle atmosfere suggestive e senza tempo dei Racconti popolari giapponesi, riuniti dalla scrittrice e studiosa brasiliana Adriana Lisboa (trad. di Natale P. Fioretto, Graphe.it edizioni, 2013, pp. 84, € 9,90, ora in offerta a 8,42). (altro…)

Metà zen, metà pop: il graphic novel “Il Nao di Brown”

glyn dillon Metà: questo sembra il segno distintivo di tutta la vita di Nao Brown. Metà sospesa fra il passato e il futuro (malgrado il nome, che si pronuncia come now, ‘ora’, in inglese), metà con i piedi per terra e i pensieri perennemente in corsa altrove, metà inglese e metà giapponese. E, soprattutto, metà in preda a improvvisi impulsi violenti, metà schiacciata dalla colpa e dalla paura di mettere davvero in pratica quel che sogna a occhi aperti.

La incontriamo, quasi per caso, pochi anni dopo aver concluso gli studi d’arte, (altro…)

1615, un giapponese in viaggio verso Roma di H. Tanaka

1615, un giapponese in viaggio verso Roma Hasekura Rokuemon samuraiLe navi statunitensi che gettavano l’ancora nelle baie giapponesi, i missionari europei che giungevano in Asia per diffondere il Verbo, pallidi commercianti che sbarcavano nel Sol Levante con la speranza di fare fortuna: tutto parrebbe testimoniare un lungo flusso monodirezionale, come se la scoperta dell’Altro si fosse compiuta solamente in un senso, da ovest verso est.

Benché se ne parli poco, esistono in realtà dei casi opposti: 1615, un giapponese in viaggio verso Roma di Hidemichi Tanaka (trad. di Lorella Ciofani, introduzione di Teresa Ciapparoni La Rocca, Aracne, 2013, pp. 168, € 10) ci racconta proprio di uno di questi viaggi nell'”estremo occidente”, compiuto nel diciassettesimo secolo.

Protagonista ne fu il samurai Hasekura Rokuemon Tsunenaga (1571—1621), convertito al cristianesimo (col battesimo prese infatti il nome di Francisco Felipe Faxicura), inviato in missione diplomatica a Roma insieme al francescano Luis Sotelo (poi proclamato beato) dal daimyo di Sendai Date Masamune per incontrare Paolo V, in un’epoca in cui i rapporti tra cattolicesimo e governo nipponico non erano sempre dei più pacifici. Alla sua figura lo scrittore Shūsaku Endō ha dedicato anche un romanzo, Il samurai.

missione giapponese a roma palazzo quirinale
Hasekura Rokuemon con Sotelo e altri membri della missione romana in un dipinto conservato al Quirinale.

L’autore, studioso dell’arte giapponese e docente universitario, tenta di chiarire ragioni e modalità dell’ambasciata nipponica (1613-1620), cercando di sgombrare il campo da false congetture (talvolta persino maldicenze, come quelle sul conto del padre di Hasekura) e riportare alla luce la verità.

L’opera, prima ancora di essere un originale e complesso saggio che ricostruisce con dovizia di dettagli il contesto dell’epoca (comprese le dinamiche culturali-finanziarie tra paesi orientali e occidentali), costituisce un interessante testimonianza che, avvalendosi peraltro di immagini e documenti sinora sconosciuti o trascurati, ci fa partecipi di una delle pagine della storia meno conosciute, in cui s’intrecciano interessi economici, zelo religioso, fascinazione per il nuovo e una certa dose di avventura.  

 

Japan horror: il lato oscuro del cinema e degli anime del Giappone

 ringu cinema horror giapponeseUn occhio spalancato colmo di terrore: è questo, forse, uno dei fotogrammi horror più noti degli ultimi anni, tratto dal film Ringu. Con la sua angoscia penetrante sembra esso stesso incarnare la condizione del contemporaneo cinema dell’orrore in Giappone: testimone inquieto e inquietante delle lacerazioni e dei mali di una realtà complessa, abitata da profondi disagi e insanabili contraddizioni.

Tutto ciò è evidenziato con grande chiarezza in Japan horror di Giorgia Caterini (altro…)

“La pelle del demone blu”: una fiaba dedicata agli oni

oni demone giapponesePigro e irriverente, il giovane Yōsuke – rimasto orfano – ha dimenticato del tutto i suoi doveri e sembra preoccuparsi soltanto del modo in cui continuare a trascorrere in tranquillità le sue giornate d’ozio.

La fortuna pare sorridergli quando, grazie a una felice coincidenza, riesce a mettere le mani sulla pelle di un oni (demone), (altro…)

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