A differenza di quanto si potrebbe dedurre dal titolo, ciò che voglio presentarvi oggi non è uno scontro epico tra i robottoni giapponesi più noti in Italia, ma due libri dedicati a loro.
Il primo è opera di Alessandro Montosi e si intitola Ufo Robot-Goldrake – Storia di un eroe nell’Italia degli anni ottanta (Coniglio editore, 2006, pp. 216, 14,50 €). Si legge dalla presentazione:
Giunta in Italia la sera del 4 aprile 1978 su Rete 2, “Ufo Robot Goldrake” (o “Atlas Ufo Robot”, come venne chiamata all’epoca della Rai) è la serie animata che ha segnato il cambiamento più profondo nella storia della televisione italiana.
Con Goldrake si spalanca una porta su un mondo, quello degli anime giapponesi, destinato a lasciare un segno indelebile nell’immaginario dei giovani italiani. Un esordio che non ha mancato di suscitare polemiche per il suo carattere di rottura con quanto l’industria culturale aveva fino ad allora classificato sotto l’etichetta “TV dei ragazzi”. Accolto con entusiasmo dai più giovani, viene immediatamente osteggiato da gran parte degli adulti, diventando oggetto di discussione tra giornalisti, psicologi e sociologi e scatenando un’isteria intellettuale che culminerà con una interpellanza parlamentare.Questo libro, con un ampio corredo di immagini fuori testo, è la minuziosa ricostruzione del fenomeno Ufo Robot Goldrake, e ne indaga in maniera esaustiva i misteri e le molteplici implicazioni.
Ricordo brevemente che, nella stessa collana Saggi di scuola del fumetto, è apparso A-Z Manga – Guida al fumetto giapponese (Coniglio editore, 2004, pp. 192, 14 €) di David Castellazzi.
Anche il secondo libro (nell’ultima edizione) è uscito pochi mesi fa presso la Coniglio editore; il suo nome è Mazinga nostalgia – Storia, valori e linguaggi della Goldrake-generation 1978-1999 (pp. 528, 24 €), ed è frutto della penna di uno dei maggiori studiosi italiani del campo, Marco Pellitteri.
Che differenza c’è tra Capitan Harlock e il Corsaro Nero? Qual è lo scarto linguistico fra le avventure di Superman e quelle di Jeeg Robot d’Acciaio? Come inserire Candy Candy nella tradizione del feuilleton? Attraverso una minuziosa indagine incrociata, Marco Pellitteri s’interroga sui molteplici rapporti (e talvolta sui conflitti) che intercorrono tra gli eroi della tradizione e quelli delle generazioni cresciute con personaggi multimediali spesso provenienti dal Giappone.
Mazinga Nostalgia, qui presentato in una nuova edizione riveduta e aggiornata, esamina gli eroi del pubblico giovanile in una fase cruciale della nostra Storia, l’ultimo ventennio del Novecento, quando gli anime – i disegni animati giapponesi – segnarono in maniera indelebile la nostra cultura e provocarono uno scontro generazionale portando il pubblico adulto a rifiutare in blocco la cosiddetta “invasione nipponica”. Con una particolare attenzione alle strategie della comunicazione, il libro sfata definitivamente luoghi comuni e pregiudizi, e passa in rassegna ambienti culturali, generi narrativi e personaggi che ancora oggi alimentano la mitologia televisiva della “Goldrake-generation”, come l’autore la definiva già nel 1999. A quasi dieci anni dalla sua prima edizione, Mazinga Nostalgia è il testo di riferimento con cui confrontarsi per comprendere il fenomeno anime in tutta la sua complessità linguistica e sociale.
E se dopo questi due tomi avete desiderio di approfondire ancora di più l’argomento, non mi resta che suggerirvi l‘enciclopedia virtuale dedicata ai robot giapponesi degli anni settanta.
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