Genji Monogatari hana no en ebina
Ebina Masao (1913-1980), “Hana no en”

Accostarsi al Genji monogatari di Murasaki Shikibu – l’opera per eccellenza della letteratura giapponese – non è mai cosa facile. I riferimenti a una cultura spazialmente, cronologicamente e culturalmente distante; il linguaggio non sempre piano; lo stile narrativo inconsueto per i lettori occidentali e, non ultime, le dimensioni stesse del romanzo potrebbero scoraggiare più di qualcuno.

genji monogatari conchiglia
Dalla serie “Tsurezuregusa” di Hokkei Totoya (1780-1850)

Ecco, quindi, alcuni testi che sono senz’altro d’aiuto per cimentarsi con questo capolavoro, capaci, come sono, di prenderci per mano e condurci alla sua scoperta:

  • Punto di partenza obbligato, un’ottima edizione del Genji monogatari, come la Storia di Genji, tradotta dal giapponese da Maria Teresa Orsi e arricchita dalle bellissime illustrazioni di Yamaguchi Itarō (Einaudi, pp. 1493, € 90, ora in offerta a € 76,50). Rispetto alla precedente traduzione in italiano (non realizzata a partire dal giapponese), le differenze sono rilevanti: qui potete trovare le mie impressioni.
  • Genji, il principe splendente di Gian Carlo Calza (Electa, 2008, pp. 80) si concentra soprattutto sulla ricca produzione figurativa legata al romanzo. Purtroppo, al momento, il volume sembra essere fuori stampa, ma è possibile procurarsene una copia in biblioteca.
  • Il mondo del principe splendente. Vita di corte nell’antico Giappone di Ivan Morris (trad. di P. Porri, Adelphi, pp. 419, € 24, in offerta a 20,40) permette di immergerci nell’era Heian (794-1185), esaminandola in modo approfondito ma non pedante. Tre appendici e due capitoli sono specificatamente consacrati a Murasaki Shikibu e al suo lavoro più celebre.
  • Musica e danza del principe Genji. Le arti dello spettacolo nell’antico Giappone di Daniele Sestili (ed. LIM – Libreria Musicale Italiana, pp. 190, € 19; qui la mia recensione) offre una ricca panoramica sul raffinatissimo periodo Heian, con un’ampia pluralità di prospettive, proponendosi comunque come un testo godibile da un largo pubblico grazie alla sua chiarezza e alla sua fluidità. Lo studioso non soltanto analizza i repertori (musicali, coreutici, corali…) tipici del tempo – insieme alle circostanze, ai ruoli e ai significati in cui essi si dispiegavano -, ma riesce anche (e soprattutto) a rievocare il fascino imperituro di tutta un’epoca.
  • Infine, chi fosse interessato specialmente agli aspetti linguistici e traduttivi non può tralasciare Tradurre il Genji Monogatari, numero monografico della rivista Testo a fronte. Teoria e pratica della traduzione letteraria, a cura di Andrea Maurizi (n. 51, II semestre 2014, Marcos Y Marcos, pp. 287, € 24; qui l’indice), in cui si raccolgono contrbuti di molti traduttori che si sono cimentati nell’ardua impresa di rendere accessibile a tutti noi un’opera tanto affascinante quanto complessa, sotto ogni punto di vista.

Se volete saperne ancora di più sul Genji monogatari, seguitemi per le strade di Uji, una cittadina giapponese, sulle tracce del principe splendente, per conoscere il museo e i monumenti ispirati all’opera.

Ps: un ringraziamento particolare a Virginia Sica per la segnalazione del volume Tradurre il Genji Monogatari.

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Immagini tratte da qui e qui.

2 commenti il 5 libri per scoprire il Genji monogatari, capolavoro della letteratura giapponese

  1. Consiglio e raccomando anche io “Il mondo del principe splendente”, perchè è un saggio davvero affascinante, oltre che interessante, e, purtroppo, probabilmente l’unico tradotto in Italia che si concentri esaustivamente sull’epoca Heian e sulle atmosfere in cui si muovevano i personaggi del Genji Monogatari. La traduzione dell’opera integrale da parte della Dottoressa Orsi è stata un evento, al momento della sua pubblicazione, poichè la prima in assoluto edita in italiano e tradotta direttamente dal giapponese. E’ un libro magnifico ma, Annalisa ha ragione, potrebbe apparire “terrificante” l’idea di leggerlo. Personalmente, ho deciso di farlo un pò alla volta, obiettivo minimo 20 capitoli all’anno, perchè non si tratta di un’opera da leggere per leggere, bisogna gustarne l’afflato poetico, ma anche cercare di capire, fermandosi ed approfondendo ad ogni passo, che cosa esattamente vuole raccontare.

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