maneki neko Sei anni di attività e oltre seicento post pubblicati: chi se lo sarebbe aspettato quel giorno in cui, un po’ distrattamente, ho aperto il blog?

Per festeggiare, anche questa volta, ho deciso di indire un piccolo concorso. Partecipare è veramente semplice: basta lasciare un commento qui sotto suggerendomi un libro/piatto/film/anime/manga/luogo/canzone/video che abbia a che fare col Giappone (non occorre esserci fisicamente andati, l’importante è consigliarmi qualcosa che amate) spiegandomi il perché della scelta. Per esempio: “Non ho mai visitato il Sol Levante, ma quando leggo XXX mi pare di essere lì!”; oppure “Ciao, ti suggerisco di ascoltare YXZ di *** perché mi fa tornare in mente le affollate strade di Tokyo!”. Chiaro, no? 🙂

Il concorso si apre oggi, 2 dicembre, mentre l’ultima data utile per partecipare sarà il 14 dicembre 31 dicembre (ho prorogato la scadenza). Nei giorni seguenti sceglierò 3 vincitori; in palio ci sono libri e qualche altra sorpresina.

Buona fortuna a tutti!

 

Immagine tratta da qui.

42 commenti il E’ tempo di contest: suggeriscimi qualcosa a tema Giappone!

  1. ciao!
    Io quando ascolto “Imagine” di Jhon Lennon ritorno con la mente ad Hiroshima.
    L’ho visitata quest’anno e quello che mi è rimasto nel cuore e nella mente è la fiamma accesa nel Parco della Pace…sperando sempre che quella fiamma possa spegnersi.
    “Imagine all the people living life in peace”.

    Ciao
    Monica

  2. Ogni volta che guardo un episodio di Sanzuku no Musume Ronja, l’ultimo prodotto dello Studio Ghibli, la prima serie animata prodotta dallo Studio dalla seconda generazione Miyazaki (Goro, il primogenito del maestro, infatti, ne è il regista), mi coglie una ondata di puro amore per il Museo Ghibli di Mitaka, e Mitaka/Kichioji è una incantevole cittadina inglobata all’area di Tokyo, pare il posto dove tutti vorrebbero vivere: si è praticamente a Tokyo ma non lo si è, c’è tutto, caffetterie, librerie, musei dedicati a scrittori famosi (ad esempio Osamu Dasai), e poi c’è il famosissimo parco Inokashira, un luogo magico davvero. A parte la piacevolezza di vivere in un villaggio suburbano c’è anche il lusso di poter raggiungere il centro della più grande metropoli del mondo in quaranta minuti di metro.

  3. Ciao,
    Io ti propongo il film “Kibô no kuni” di Sono Shion.
    Perché mi ha lasciata in un grande silenzio ma con una piccola e meravigliosa luce.

    A.

  4. Partiamo col dire che uno dei miei sogni è visitare il Giappone, continuo col confessare che amo mangiare giapponese, ho anche organizzato una Washoku, sono cresciuta guardando i cartoni e i manga e ancora oggi ne vado pazza. Mi occupo di food ed è quindi quasi ovvio che scelga un piatto: gli Onighiri. Da piccola mi sono sempre chiesta cosa fossero quei paninetti bianchi e che sapore avessero; la cosa certa è che prima o poi li avrei assaggiati e avrei scoperto cosa fossero. La mia scelta è fatta con gli occhi di bambina che sogna posti lontani.

  5. Io ti suggerisco di leggere il manga di Ai Yazawa “Nana” e successivamente, ma solo successivamente, anche l’anime.
    Un capolavoro nel suo genere, ogni uscita e ogni tavola, sono magnifici. Anche l’intreccio narrativo è accattivante, romantico e per nulla banale. Purtroppo è incompiuto a causa di problemi personali della manga-ka.
    Ah, la cosa più bella….la voce narrante che passa, a seconda delle uscite, da una Nana all’altra: “Nana…how come being happy and making your dreams come true are two different things? Even now, I still don’t know why…”

  6. Ciao Annalisa! Konbanwa minnasan! Studio all’università L’Orientale di Napoli giapponese e ieri, siccome Napoli è gemellata con la città di Kagoshima, abbiamo ospitato in facoltà un gruppo di ragazzi giapponesi provenienti proprio da questa città! Abbiamo fatto uno speech contest, per cui noi abbiamo mostrato degli happyou (presentazioni) di varie tematiche riguardanti Napoli (storia, cibo, etc) e lo stesso hanno fatto loro 🙂 è stato divertentissimo, veramente una bellissima esperienza! Una delle cose che più mi ha colpito è stato un loro dolce tipico: shirokuma! Lo shirokuma, come dice il suo stesso nome, è un “orso bianco”, un orso polare! È una sorta di granita/gelato guarnito con vari topping al latte o cioccolata e frutta, ed è decorato in modo da sembrare proprio un orsetto! Ho trovato questo dolce tenerissimo e particolare, i giapponesi non finiscono mai di stupirci 🙂

  7. Kimi ga Hikari ni Kaete iku, Kalafina.
    Per il testo, la melodia e perché spero porti fortuna ad un progetto molto speciale.
    Ciao Annalisa, complimenti per il bel traguardo tagliato!

  8. Ciao 🙂
    Difficile e ardua scelta, pensavo ai libri di Murakami, o al bellissimo “5 cm for second” di Makoto Shinkai…fra tanti nomi che mi vengono in mente in questo momento, c’è una scena di un film di Takeshi Kitano ”Dolls”…che porto nel cuore e che mi ha commosso tantissimo. A mio parere ”Dolls” è un capovaloro nel quale Kitano affronta la sfera dei sentimenti con la profondità, la drammaticità, la poesia…uniche della cultura giapponese. Tre sono le storie che si intrecciano nel corso del film, storie silenziose…non servono molte parole per esprimere la disperazione, il dolore, i sentimenti…un silenzio che si ascolta. In una delle 3 storie (quella che in particolar modo mi è entrata nel cuore più delle altre) due giovani innamorati come marionette percorrono il loro destino…amore e disperazione..mentre il tempo passa, le stagioni si susseguono, primavera, estate, autunno…e il gelido inverno. Matsumoto e Sawako in silenzio, legati da una corda rossa…la corda del destino, quella che unisce le anime affini e perse…camminano alla ricerca di qualcosa senza una meta ormai, si..perchè questo ”qualcosa” manca, ”qualcosa” è andato perso…ma dove sarà? Il loro cammino avrà fine in un gelido giorno d’inverno… E mentre soffri con i protagonisti…non puoi non lasciarti incantare dai paesaggi, dai colori …e dalla bellissima colonna sonora affidata al grande Joe Hisaishi.

  9. Non so se vale, se rientra in qualche modo nelle categorie da te elencate, ma quando penso al Giappone fra le tante cose che mi vengono in mente ce n’è una che ha sempre il potere di ipnotizzarmi: la cartina della metropolitana di Tokyo.
    Quando la prendo in mano è come se avessi tutta la città racchiusa in quel piccolo spazio. Tutte quelle linee colorate, i nomi alcuni evocativi altri invece quasi degli scioglilingua.
    Seguire con il dito il percorso e capire se e dove conviene cambiare.
    Per me scendere nella metropolitana di Tokyo è un po come tornare a casa.

  10. A Gentle Breeze in the Village di Nobuhiro Yamashita, un film meraviglioso, in onore alla bellezza della vita di periferia e della campagna Giapponese.

  11. Ciao,
    ti suggerisco di visitare a Kyoto la zona di Saga Arashiyama.
    In autunno o primavera le sue colline boscose sul fiume o la foresta di bambu hanno un gusto da paesaggio iconico giapponese.
    Accompagnato dalla lettura de “La virtù femminile” di Harumi Setouchi che si svolge in parte in quei luoghi.

  12. Ciao! e Buon Compleanno!

    Ti suggerisco questa foto (la puoi scaricare da questo link):
    http://we.tl/yCU87U64x9

    Perché tutto quello che sto imparando sul Giappone, anche grazie al tuo sfizioso blog (sono ormai una dei pochi pendolari che ancora si affidano alle pagine di un buon libro invece che scorrere il dito su uno schermo) è per essere pronta al nostro primo viaggio nella terra del Sol Levante.
    Con pazienza e amore ci stiamo aspettando l’un l’altro (insieme a papà): che lui sia pronto per un lungo viaggio e che io sia pronta ad affrontarlo con la competenza di chi ha ancora voglia di stupirsi.

    Grazie per l’aiuto che ci dai

  13. Ciao, innanzitutto おめでとう ございます!
    Il topic di questo “contest” è eccezionale anche se la scelta è davvero ardua.
    Purtroppo ancora non ho avuto la possibilità di visitare il Giappone e vivo tutto attraverso il filtro dell’idealità.
    Ti suggerisco di leggere “Solanin” di Inio Asano. Si tratta di un ottimo manga sia in quanto a particolarità del tratto dell’autore sia in quanto ad articolazione della trama.
    “Solanin” mi fa pensare all’evoluzione del mio interesse per la cultura giapponese, da semplice passatempo a vera passione, e di come le passioni ti diano infinite opportunità di crescita.

  14. Konnichiwa minnasan!
    Watashi no Nihon è fatto di tante cose, è fatto dalle mille luci di Shinjuku, la città che non dorme mai (anche se Frank Sinatra diceva la stessa cosa di New York….); è fatto delle strade intersecate perpendicolari di Kyoto; è fatto dalla compostezza della sua gente, della loro cortesia nei riguardi di un povero Gaijin che non parla la loro lingua (eh ma l’ anno prossimo….), delle millemila “bendingmascin” per le strade, del suo paesaggio nella campagnia che ammiravo a bordo dello Shinkansen; dagli Shinkansen stessi che viaggiano a velocità Warp; è fatto dai trenini di un tempo che fu che ti conducono in zone particolari come la Nara sen o i treni che portano a Obi e riportano a Miyazaki.
    E’ fatto dal caldo terribile provato a Okinawa, dagli allenamenti di Karate con 40° e il 95% di umidità; è fatto dallo spettacolo della sua natura e della sua tecnologia se rimaniamo nelle metropoli, è fatto dagli avvisi alla stazione con i suoi jingle “mamonaku… ichibansen ni etc etc”.
    Ma ciò che più mi lega col pensiero è Lost in Translation, al mio primo viaggio stetti una settimana a Tokyo con albergo a Shinjuku a ridosso di Kabukicho… mi sembrava di essere Bill Murray, ma senza Jetleg… 🙂
    http://youtu.be/hyOSuFBS7IA

  15. Purtroppo è praticamente impossibile trovarlo in Italia, ma il mio consiglio è un bagno allo yuzu. Ogni volta che ne sento l’odore torno nell’ofuro della mia host family, vicino a me galleggia una rete con spicchi di yuzu dal profumo meraviglioso e dalla stanza adiacente vi si mescola il profumo della cucina della mia hostmother e il lieve sottofondo della musica degli ikimonogakari… 😉 Chiunque sia stato in Giappone in autunno verrà trasportato lontano dal profumo dello yuzu, ma il bagno è consigliato anche a chi non l’ha mai sentito: oltre a essere buonissimo, si dice faccia bene alla pelle 😉

  16. Io ritrovo il Giappone nella delicatezza del film “Okuribito”. E’ intenso, spirituale, commovente e meraviglioso fino alle lacrime proprio come il Giappone, così lontano e strano per noi italiani, ma in grado di conquistarti totalmente, anima e corpo, in un solo giorno. Dico spesso alle persone che soffro di “mal di Giappone”, e la nostalgia si fa particolarmente acuta quando riesco a ritrovare in canzoni, libri, o come questo film quello che sento sia veramente un riflesso di quel Paese, tanto da lasciarmi un sorriso amaro sulle labbra.

  17. Se valesse ti suggerirei di tenere in mano la mia prima moneta da 100 yen che conservo da oltre dieci anni e che per me è un po’ come la Numero Uno di Paperone. Me la diede un ragazzo giapponese quando ancora non avevo iniziato a studiare giapponese all’università, e in Giappone non ci ero ancora stata e potevo solo sognarlo e immaginarlo con la fantasia, aiutata da manga, anime, libri e film. Ogni volta che la tengo in mano e la guardo, penso a tutte quelle volte che in Giappone mi ritrovavo davanti a un distributore automatico di bevande, assetata e senza spiccioli, e ce l’avevo dietro, ma non la usavo perché quella moneta non si tocca, non ha prezzo, perché è il simbolo di un sogno che a suo modo si è avverato.
    Siccome non rientra nelle categorie da te indicate, ti suggerisco di guardare il video dell’interpretazione che fa Bandō Tamasaburō V di “Sagi Musume”, perché quando la guardi è come entrare in un’altra dimensione, senza tempo, di perfezione e bellezza pura, ed è la stessa sensazione che ho provato in alcuni luoghi del Giappone.

  18. Io ti consiglio 「日々(Hibi /Days)」di 吉田山田/YoshidaYamada.
    Questa canzone racconta la storia di una coppia sposata dal rapporto tipicamente giapponese; l’ho ascoltata per la prima volta lo scorso novembre a Kanazawa, perché un’amica giapponese ne stava facendo una cover preparandosi per una performance futura.
    Io e la mia mamma adottiva giapponese ci siamo talmente emozionate nel sentirne il testo, che abbiamo chiesto a questa amica di ripeterla altre due volte.

    Ogni volta che ascolto questa canzone, il mio cuore si stringe un pochino: un po’ per la storia della canzone, un po’ per il ricordo di quella sera e di tutte le sere in cui l’abbiamo cantata con la mia mamma giapponese.

    I toni sono cosí delicati che ti cullano come una ninnananna; le voci di questo duo meraviglioso ti accompagnano tenendoti per mano nel racconto di una storia triste e commovente, di un amore (che noi occidentali considereremmo atipico) che regala giorni felici e giorno pieni di lacrime, ma comunque tutti giorni da ricordare.

    http://youtu.be/4J9AcO6LrfM

  19. Un film:
    Sarà che quando ci sono arrivato era sera e pioveva, sarà che venivo da una notte di pace assoluta a miyajima, sarà che più tardi, mentre dalla finestra al 35 piano osservavo le luci delle città sotto di me, mi aspettavo di essere arrestato e accusatori di essere un replicante. Quando ho visto Dotonbori a Osaka il mio pensiero è corso a “Blade Runner”. Ed è là che torna ogni volta che rivedo il film.
    Un luogo:
    Sarzana, entroterra ligure, c’è una fiera sul lungofiume, ogni volta che ci passo per un attimo mi sembra di tornare al mercato mattutino sul lungofiume di Takayama, uno dei posti che più mi sono piaciuti del sol levante.
    Un cibo:
    Che proprio cibo non è, ma da quando ho comprato il cuociriso mi sono specializzato in onigiri. Ma ho imparato a fare anche altro: donbouri e curry, per esempio. Tutto rigorosamente accompagnato da birra asahi, che la sapporo non si trova, cavolo.

  20. Potrei citare mille posti, libri, ma ne cito due, quasi banali ma per me speciali

    Il primo è un posto noto, è sulle guide. Ma uno spazietto particolare nel mio cuore ce l’ha un piccolo ristorante di oden di Kanazawa, Miyuki oden honten. Mentre fuori nevicava e spirava un vento gelido, entrare in questo piccolo locale affollato, fra i fumi del brodo e degli oden caldissimi, sedersi al bancone in un’atmosfera sorridente e familiare è stato come trovare un’oasi accogliente dopo una camminata nel deserto (nonostante Kanazawa sia tutt’altro che un deserto, anzi uno dei miei posti preferiti in Giappone). Ci sono tornato, da allora. E ci tornerò.

    Un posto che è anche un momento breve e perfetto è invece un onsen a Ohara, vicino a kyoto. Si chiama Ohara sanzen. C’è un picolo rotenburo, un onsen all’aperto, con alcuni grandi tini, circondati da un muro di pietra e sovrastati da enormi cedri imbiancati. Uscire nel gelo dell’inverno giapponese e immergersi nell’acqua bollente mentre cadeva una neve sottile e osservare gli alberi è stato un momento indimenticabile. Breve come la mia resistenza a quei 42 gradi, ma nei ricordi lunghissimo.

  21. Anch’io faccio parte dello stuolo di “amanti del Giappone senza esserci mai stati”, a maggior ragione voglio partecipare al contest come forma di ringraziamento per il lavoro instancabile che hai condotto in questi anni, permettendoci di esserci con la mente e lo spirito. Ecco le mie due citazioni, in qualche modo collegate tra loro:

    – la prima è un anime scoperto poco tempo fa: “Barakamon ばらかもん” . La storia narra di un calligrafo di Tokyo in cerca dell’ispirazione necessaria a creare il “proprio stile”, convinto a trasferirsi per qualche tempo nel periferico e sperduto arcipelago di Goto. Lo segnalo perché mi è parso un lavoro originale sul rapporto tra centro-periferia, modernità e tradizione, arte e vita. Il tutto condito da grandissime risate 🙂

    – il secondo, immancabile, è “Il fiore della poesia giapponese da Basho all’Ottocento” a cura di Elena Dal Pra. Devo a questa splendida raccolta la conoscenza di una forma d’arte, la scoperta di un esercizio spirituale e l’incontro con la mia migliore amica 🙂

    Tanti Auguri a Biblioteca Giapponese!

  22. Per me, una delle “cose che fanno battere il cuore più velocemente” del mio tanto amato Sol Levante, sono sicuramente i delicati ukiyo-e di Kawase Hasui. Un grande maestro della pittura giapponese, il quale, nonostante l’incalzare della modernità importata dall’Occidente in Giappone proprio negli anni in cui ha vissuto, ha voluto andare controcorrente, conservando, riscoprendo e tramandando la bellezza della tradizione artistica nipponica. E’ un peccato che sia sottovalutato rispetto ad altri grandi che lo hanno preceduto quali Hiroshige o Hokusai, perciò spero, attraverso questo piccolo post, di far conoscere quest’altro grande artista giapponese a tutti coloro innamorati del Giappone come la sottoscritta.

  23. Difficile scegliere solo una cosa, ma il mio consiglio va sul cibo, ed in particolare sul Nikujaga. Si tratta di uno stufato a base di carne e patate. Per me è una sorta di “confort food”, l’ho mangiato per la prima volta in Giappone, preparato dalla mia “mamma” giapponese (la signora che mi ospitava). Beh, mi è sembrato un piatto preparato dalla mia mamma italiana, con un tocco di umami! Quindi per me è un po’ un raccordo tra le “mie mamme”, un piatto che mi fa sentire a casa!

  24. Ciao! (Complimenti per il sito e per il contest originale!)
    Il mio suggerimento è: Yokohama, una visione che abbraccia la baia di Tokyo, la grande ruota panoramica, la Hikawa Maru ormeggiata al porto e sempre in attesa di spettatori, gli alberi del parco Yamashita e le meraviglie nascoste della città. Ne sono particolarmente affezionata, sto scrivendo un romanzo ambientato in questa città nostalgica e frenetica. 🙂
    Ciao!

  25. Non sono mai stata in Giappone, ma è quotidianamente presente nella mia vita. Amo cucinare piatti della cucina giapponese, leggere libri sulla cultura del sol levante, mangiare con le bacchette, ascoltare musica e guardare film. E proprio riguardo a quest’ultima categoria voglio lasciarti il mio consiglio: kamome shokudo, ovvero la locanda del gabbiano. Un film delizioso, genuino, leggero, che ti fa stare bene.
    La storia è semplice, Sachie è una donna giapponese che gestisce una piccola locanda ad Helsinki, ma la diffidenza della gente del posto non le rende la vita facile. Ben presto troverà nuove amicizie e le cose cambieranno… È un film che non mi stancherei mai di vedere, è poetico e delicato e meraviglioso, proprio come la cucina giapponese.

  26. L’immagine che ti propongo io è quella dell’incontro tra Sayo e Nobi in “Koteki no kanata” di Nahoko Uehashi , il primo libro che ho letto interamente in giapponese.
    Da un piccolo gesto coraggioso nasce una storia di amicizia, di vita e di crescita, in cui la magia e la quotidianitá si incontrano, si scontrano, si intrecciano. Un racconto a volte tenero a volte spietato, come la vita, accarezzato dal profumo dei sakura in fiore e avvolto dalla magia che permea tutto il Giappone.
    Da leggere tutto d’un fiato.

  27. Il Giappone é uno stato dell’anima. Quando faccio breccia nei ricordi guardo la foto in copertina del libro di poesie di Toyo Shibata -Se sei triste guarda il cielo-ed il gioco é fatto!

  28. Guanciale d’erba di Natsume Soseki.
    Non sono ancora stato in Giappone, ci vorrei andare a lungo per visitarlo e prendere lezioni alla Scuola madre della Sogetsu, ma desidererei vivere il Giappone descritto in questo libro. Soffermandomi incantato nell’osservare la curva luminosa dei dolci wagashi, il sussurrare delle acque, l’incanto misterioso della natura silenziosa e perdermi in me stesso un po’ come accade al protagonista del libro.

  29. Complimenti per il sito….
    Anch’ io non sono mai stata in Giappone…ho scoperto questo paese meraviglioso soprattutto perché affascinata dal rapporto della cultura giapponese con la natura soprattutto nel passato che appare evidente nelle tradizionali case di legno e nei giardini zen…La natura che entra nella vita della gente…sicuramente le grandi città e le metropoli avranno perso questo fascino, ma la semplicità delle case antiche ricche di spazi essenziali , intrisi di fascino e intimi sono da visitare . In alcuni film di animazione di Myazak i la poesia di questi paesaggi è sublimata. Per non parlare del popolo Ainù che esprime questo rapporto così profondo con la natura nei suoi rituali e nelle sue tradizioni in quel Hokkaido dove le atmosfere nordiche lo rendono ancora più affascinate….…..Insomma il Sol Levante mi intriga e spero un giorno di vederlo con i miei occhi…..
    Ciao Lilia

  30. Salve,
    io vorrei, restando in tema, consigliare un libro che secondo me è l’anima del Giappone. Ogni volta che lo leggo sembra di immergermi, di viver dentro il libro, dentro l’estremo Oriente e ad un tempo che non ci appartiene, ma che ci rimanda alla vita di un’epoca vissuta e da una diversa cultura, una diversa civiltà. Parlo di un classico della letteratura giapponese a cui molti scrittori nipponici si sono ispirati: Genji monogatari (conosciuto come “Il racconto di Genji”), scritto da una dama di corte del periodo Heian (XI sec.), di Murasaki Shikibu.

    • Ciao, sono stato in Giappone due volte e ci sarebbe tanto da dire su quello che è un paese meraviglioso. Voglio solo suggerire un film che amo molto, “Silenzio sul mare” di Kitano Takeshi: raramente ho visto sullo schermo una storia d’amore trattata con tanta delicatezza. Lo scorso giugno, in Giappone, ho trascorso alcune ore su un spiaggia solitaria in compagnia di due ragazze appena conosciute. La solitudine, la spiaggia umida di pioggia, le lattine di birra nella mano e il rumore delle onde nelle orecchie: per un momento mi sono un personaggio del film di Kitano. Il Giappone, per me, è stato anche questo. Maurizio

  31. Non so quale sia la vera anima del Giappone, forse non mi interessa neanche tanto saperlo. Sono affascinata da contraddizioni e rigore che, in questa cultura, convivono in sospensione perenne. Tradizione e contemporaneità.
    Sicuramente la mia “torcia” per illuminare qualcosa di questo mondo così lontano è la letteratura e la luce netta e sottile degli haiku che sono capaci di illuminare la nostra realtà ancora oggi. Su tutti i maestri zen, che nel tempo ho imparato a conoscere, il gigantesco drop out Taneda Santoka (1882-1940). Anarchico nelle regole stilistiche come nella vita. Umano e ascetico. Rotto e luminoso. Ironico e struggente. Qualcuno parla/ha la voce di mio padre/il viaggio si fa triste. Grazie Susanna

  32. OMG ! Ne avrei di cosa da suggerirti, ho appena messo un piede virtuale nel mondo del Giappone e sono totalmente e irrimediabilmente partita (sempre in senso virtuale), per cui puoi scegliere quello che vuoi!! Certo che il tema culinario mi rimane sempre molto caro, soprattutto quando dietro c’e` il racconto dell’origine di quella pietanza. Per cui … stupiscimi!!! Ti avverto che ci vuole poco, sono praticamente perennemente a bocca aperta…(non in senso virtuale comunque)

  33. Precisamente è proprio lì fuori. Alle mie spalle la vecchia stazione di harjuku. Quello è stato il momento esatto in cui ho detto “sono in Giappone” ! Il tempo credo si sia fermato un istante; le voci, la folla, i colori ero lì, ed era straordinariamente vero! È accaduto di nuovo nel secondo viaggio. Ogni volta che rivedo quella vecchia stazione ritrovo quella magia! C’è qualcosa in quel punto esatto! andate a cercare! Restate in silenzio, assaporate il momento.. io magia l’ho trovata lì .

  34. Una stradina scoscesa, il sole gentile delle ore mattutine, un anziano signore che nasconde la sua età con un tenero sorriso, il rosso acceso degli aceri giapponesi, l’aria linda e frizzante di campagna. Questa è solo una delle tante immagini che mi fa pensare a questo meraviglioso Paese che amo così tanto e in cui spero un giorno di poter andare a vivere

  35. Ciao,
    tra le tante cose che da una vita apprezzo ed amo di questa nazione, uno degli aspetti che più mi affascina è sicuramente l’artigianato giapponese.
    Da quando una volta, tanto tempo fa, vidi un documentario, di cui però purtroppo non ricordo il titolo, nel quale veniva mostrata la realizzazione artigianale delle katane, ho cercato di scovare tante altre opere da poter ammirare e contemplare. Si, perché quei silenzi, interrotti soltanto dal rumore degli attrezzi e quella maestria, che solo anni di esperienza e tradizione contraddistinguono, si lasciano contemplare col massimo rispetto.
    Su youtube si trovano molti lavori, questo è uno di quelli che più mi concilia con questa meravigliosa arte.
    Un saluto.
    Marcello.

  36. Grattacieli e alta velocità, tecnologie futuristiche.
    sakurajima e Fujisan per non parlare di altre montagne sacre.
    un fuurin che risuona in estate.
    Altair e Vega.
    Hatsuyume il primo sogno dell’ anno.
    Hokkaido con ainu e architettura russa e altri luoghi incantati.
    kanji hiragana e Katakana.
    kuwabara kuwabara.
    un parco immenso in una foresta di metallo in perfetto equilibrio tra tradizione e contemporaneità.
    Perdersi continuamente e rinnovarsi sempre.
    Paprika e la città incantata.
    Kimono e maccha.
    One piece e …. E rischia di diventare un elenco infinito… Se dovessi definirlo in una parola sarebbe SOGNO, perché è la terra dei sogni.
    Io non ci sono ancora stata e non so quando ci potrò andare, ma è come già esserci, grazie sopratutto a persone come te che condividono le loro esperienze, ho timore di deludere le mie aspettative, oppure che una volta là di non riuscire più a tornate indietro.
    Ti auguro ogni bene e un bellissimo 2015!!!!! buon anno della pecora 🙂

  37. Io ti consiglio una città da visitare: Onomichi. È un po’ fuori dalle classiche mete turistiche, ma non così fuori mano (è ad un’ora di treno da Hiroshima), ed è il punto di partenza della Shimanami Kaido. C’è uno shoutengai con negozi dal sapore retro’, e una collina su cui si snoda il sentiero dei templi. Percorrendo il sentiero si incontrano vecchie case, e pietre dipinte con soggetti di gatti. C’è un vecchio santuario con un grande albero di canfora, e una funivia che porta in cima alla collina. Dalla sommità della collina si può godere di un bella vista sul Mare Interno, e ridiscendere seguendo le pietre commemorative di vari scrittori: a Onomichi infatti c’è anche un museo della letteratura, ed una statua di Hayashi Fumiko, che vi ha vissuto per alcuni anni. Ah, che voglia di tornarci!!!

  38. La luna è la vecchia luna di sempre,
    i fiori sono esattamente come prima,
    eppure ho raggiunto l’essenza di tutte le cose che vedo.
    (Bunan 1676)
    Giappone, specchio dello Zen….

  39. Quello che più di ogni altra cosa mi riporta in Giappone é il frinire delle cicale. In Giappone sono decisamente più numerose che da noi e “cantano” intensamente. In estate anche nel nord Italia si possono sentire, ed ogni volta chiudo gli occhi e mi ritrovo nel parco dei giardini dell’imperatore a Tokio, avvolta dal caldo di luglio e dalle cicale, con un corvo che zampetta in un’aiuola mentre passa un poliziotto in bicicletta…

  40. Washi, la sensazione della carta sotto gli occhi e tra le mani… meraviglia del Giappone

  41. non sono mai stata in giappone ma conto di andarci tra qualche anno nel frattempo sto leggendo i libri della mia autrice giapponese preferita Banana Yoshimoto ed i più belli secondo anche se ne ho letti solo una parte di quelli pubblicati sono: Kicthen e Tsugumi quando li ho letti ho avuto l’impressione di essere li non vedo l’ora di vedere quel paese , Grazie anzi Arigato Gozaimasu

    Omedeto x 2015

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