Profumo di limoni –
Apro gli occhi e la morte
è subito là.Yuzu niou
Sugu soko no shi ni
Me hirakebaKatō Shūson (haiku tratto da Il muschio e la rugiada, a cura di Mario Riccò e Paolo Lagazzi, BUR)
Fra le dita gli alchechengi hanno lo stesso, ingannevole peso dei ricordi: per quanto paiano leggeri, nel palmo della mano fanno sentire con delicatezza la loro presenza.
Tipiche della fine dell’estate, queste bacche in Giappone si utilizzano soprattutto in agosto, in concomitanza con O-bon, ricorrenza che commemora i defunti, conosciuta soprattutto per il suo rito conclusivo, in cui lanterne di carta vengono affidate ai corsi d’acqua affinché con la loro luce guidino i trapassati – tornati momentaneamente sulla Terra per stare con i loro cari – nell’aldilà. Fra le offerte votive per i morti figurano spesso i semi dell’alchechengi, noto, per altro, anche col nome di lanterna cinese.
Ogni volta che mangio qualcosa di buono, ripenso a coloro con cui vorrei condividere quel momento, ma che purtroppo fisicamente non sono più con me. Questa piccola ricetta vorrei perciò dedicarla a una persona da me molto amata, che aveva un debole per il cioccolato e non si tirava mai indietro davanti ai miei esperimenti culinari.
Ingredienti
* 10 alchechengi
* Mezza tavoletta di cioccolato fondente di buona qualità
* Burro
- Sciogli lentamente il cioccolato in un pentolino a bagnomaria. Una volta raggiunta la consistenza desiderata, aggiungi una noce di burro.
- Spoglia la bacca del suo rivestimento, lavala, asciugala per bene, e infine immergila nel cioccolato fuso.
- Lascia raffreddare su un piatto in frigorifero.
- Accompagna gli alkekengi con una buona tazza di Dolcezza di seta, tisana di Terza Luna.
Nelle pasticcerie torinesi in autunno si trovano gli alchechengi rivestiti di cioccolato.
Grazie per il commento, Pierfranco. Qui a Roma, invece, l’alchechengi è invece un frutto poco conosciuto, per non dire esotico.