precarious japanDue mendicanti fra le colonne di un sottopassaggio, tra le viscere di un’enorme stazione, mentre i passanti continuano il loro andirivieni con noncuranza: questa è stata una delle prime scene in cui mi è capitato di imbattermi con stupore appena giunta a Tokyo, qualche anno fa.

Chi saprebbe immaginarlo, un Giappone fatto anche di senzatetto, poveri o, semplicemente, persone estremamente sole, abituati come siamo a confrontarci con lo stereotipo di un paese in cui tutto pare in armonia e in cui sembra regnare un serafico ordine? Di queste zone d’ombra del Sol Levante si è occupata negli ultimi tempi Anne Allison, docente di antropologia culturale alla Duke University ed esperta di cultura nipponica, nel suo Precarious Japan (Duke University Press, pp. 256, copertina flessibile: € 17,94; copertina rigida: € 63,89), al momento disponibile solo in lingua inglese.

senzatetto giappone precarious japanL’autrice – cucendo insieme interviste, frammenti di esistenze dimenticate, fenomeni economici e sociali, nonché storie di ordinaria, straziante solitudine – tenta di ricostruire e interpretare le condizioni di vita di migliaia di individui che hanno visto il loro destino segnato dalla catastrofe di Fukushima, dallo scoppio della bolla finanziaria, da una società che li respinge perché diversi o indigenti, da una famiglia che non sa o non vuole accettarli per quello che sono…

E così ritroviamo i giovani hikikomori, che fanno di una stanza tutto il loro mondo; gli oltre duecentomila centenari di cui nessuno sa più nulla; i disoccupati di mezza età che si precipitano nei luoghi colpiti dal terremoto con la speranza di poter finalmente trovare un lavoro: tessere di un quadro complesso, sconfortante, duro, che dimostra come quelli che una volta erano i capisaldi della cultura nipponica – la famiglia, il lavoro, la solidità dei legami sociali – siano oggi inesorabilmente instabili. 

Foto tratta da Zonjineko.

1 commento il Il Giappone dell’incertezza: Precarious Japan di Anne Allison

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