Esplorare il Giappone con un accompagnatore d’eccezione, capace di rivelare il gioco di rimandi e opposizioni tra gli elementi naturali in un parco, la bellezza austera di un esile e secolare bodhisattva, ma anche la gioia di trovarsi dinanzi a una tavolozza di sapori a tavola: è questa, dopo tutto, la guida che ogni amante del Sol Levante sogna.

Giangiorgio Pasqualotto, docente universitario di estetica e filosofia delle culture, riesce nell’intento in Taccuino giapponese (ed. Forum, pp. 144, € 12; solo ora in offerta su Amazon.it a € 10,20): con voce colta e mai pedante sa donarci l’impressione di viaggiare da fermi, percorrendo alcuni dei luoghi più suggestivi (e talvolta meno noti) dell’arcipelago nipponico, senza tralasciarne le valenze artistiche, storiche, spirituali e sociali, grazie a una profonda sensibilità estetica e culturale che solo un appassionato conoscitore può vantare.

 

Pagina dopo pagina, non ultimo per merito di una particolare attenzione rivolta a giardini e luoghi di culto – spesso frutto di equilibri mirabili tra natura e artificio -, cogliamo appieno lo scarto tra la visione distratta e frenetica del turista e lo sguardo indagatore e vivace del viaggiatore: persino una montagnola di sabbia o una canna di bambù possono racchiudere un complesso di significati in relazione dinamica tra loro, come l’autore ci dimostra in modo esemplare.

E così, complici le ibridazioni di cultura autoctona e cinese, di shinto, buddhismo e confucianesimo, il giardino si fa paesaggio-universo, l’acqua elemento plastico e quasi metafisico, la  pietra – persino quella in apparenza più vile – custode paziente di una vita minerale e tenace: le scheggiature e i corrugamenti ricordano che anch’essa è, come ogni cosa, imperitura, e le sue forme possono renderla una piccola opera d’arte, un suiseki

L’architettura delle case tradizionali, un tempio che si fa scoglio e viceversa, le ‘roccie sposate’ (meoto iwa) che divengono meta di pellegrinaggio per gli innamorati o i nostalgici: ogni cosa, sotto la penna di Pasqualotto, parla di sé, rivelandosi e rivelando, soprattutto, quelle sfumature dell’animo giapponese che da soli faticheremmo a cogliere, e tanto più a comprendere.

 

[Foto tratta da qui]

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