Era il lontano 1934 quando, tra le pagine di un volume di Sakamoto Gajo, apparve Tanku Tankuro, il primo robot della storia dei fumetti giapponesi. Malgrado l’aspetto piuttosto curioso, sorprendentemente già racchiudeva in sé alcune particolarità che avrebbero contraddistinto i suoi successori: armi di ogni tipo, potenti strumenti per dominare cielo e terra, fattezze da samurai.
Di questa e d’altre storie che hanno contraddistinto l’evoluzione della fantascienza giapponese nell’ambito degli anime e dei manga ci racconta Francesco Rossi, nel suo corposo Nuove ere e nuove genesi (editore: Ass. Culturale Il Foglio, pp. 330, € 16; ora in offerta a € 13,60). Ripercorrendo con dovizia di particolari lo sviluppo del genere, il saggista rimarca le principali tappe ed evidenzia di volta in volta le novità (contenutistiche, stilistiche, ideologiche…) di opere e autori più o meno noti al grande pubblico, che spaziano dalle origini sino alle prove degli ultimi anni (GUNNM, Arms, Neon genesis Evangelion…), passando per le pietre miliari (Gundam, Yattaman, Ghost in the shell, Cowboy Bebop, solo per fare pochi nomi).
Oltre a presentare sinteticamente la trama e le caratteristiche tecniche dei prodotti esaminati (e bisogna ammettere che sono veramente in gran numero), lo scrittore fornisce spesso curiosità e informazioni su aspetti solo apparentemente secondari (come colonne sonore, fonti di ispirazione, citazioni…), dando vita a un quadro ricco, che sa coinvolgere sia gli appassionati di lungo corso, sia coloro che si avvicinano per la prima volta alla fantascienza nipponica.
Ciò è senz’altro possibile grazie anche a una scrittura semplice e immediata, che evita ogni tecnicismo da addetti ai lavori per rivolgersi a tutti i lettori, senza però trascurare l’accuratezza dei dati. Il risultato è una panoramica che spazia con disinvoltura e affidabilità tra un’epoca e l’altra, capace di farci comprendere la bellezza e la complessità tecnica e filosofica di un filone tanto vario quanto di solito sottovalutato.