Il 6 agosto 1945 su Hiroshima venne sganciato un ordigno atomico, dal candido e ironico nome “Little boy”.
Quella che vedete qui sopra è la città, a sessantasei anni di distanza,
spiata da me in una chiara giornata di gennaio.
Non so perché io abbia istintivamente scelto questa foto,
e non la consueta immagine della detonazione;
forse perché quando mi sono avvicinata alle rovine del Dome,
proprio allora nell’aria è risuonato d’improvviso l’urlo d’una sirena;
forse per le migliaia di gru di carta multicolori, rinchiuse dietro una teca
o strette attorno a un monumento funebre;
forse per il desiderio di vivere di Sadako, che avrebbe voluto conoscere la nuova Hiroshima.

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