Dopo il Giappone delle donne, sta per arrivare nelle nostre librerie un nuovo volume firmato da Antonietta Pastore, in cui racconta l’esser donna oggi in Giappone. Leggero il passo sui tatami (Einaudi, 2010, pp. 192, 13,50 €) – questo il delicato titolo – si presenta, infatti, come un incontro vissuto col Sol Levante in prima persona, giorno dopo giorno, anno dopo anno, con la curiosità e, allo stesso tempo, gli indugi di uno sguardo straniero.
Questa la recensione nel sito dell’editore:
«Ma non si stancano mai questi giapponesi, mi viene a volte da pensare, di controllare sempre ogni gesto e fare tante cerimonie? Di non dire mai una parola di troppo, non mangiare per la strada, mettere la mascherina quando sono raffreddati, sorridere di continuo, inchinarsi in ogni momento?»
Quando vi offrono il tè, i giapponesi pongono la tazza non al centro del vassoio, «ma un po’ di lato, in un punto intuitivamente calcolato in modo da creare un equilibrio ben più originale e poetico di quello che imporrebbe l’estetica occidentale, banalmente basata sulla simmetria». Ma come si concilia tanta finezza con le musichette assordanti nei luoghi pubblici e le ragazze in uniforme che si inchinano come automi, all’ingresso dei grandi magazzini, per dare il benvenuto a clienti che le ignorano?
Nel corso di sedici anni di vita in Giappone, la fascinazione iniziale per la raffinatezza del gusto, la soavità dei gesti femminili, la discrezione e la delicatezza delle persone lascia così il posto al fastidio per l’apparente ipocrisia, la formalità e la rigidità dei giapponesi.
Ma il percorso dell’autrice, e del lettore, segue un doppio movimento.
A poco a poco, infatti, il sospetto di non aver capito fino in fondo i meccanismi di questa società, di non averne colto l’essenza, si fa strada. E allora Antonietta Pastore mette in discussione i suoi parametri interpretativi e comportamentali: quelli propri di noi occidentali.
Storie minime, spesso divertenti, compongono il racconto di questo libro curioso: l’intimità forzata durante un fine settimana in montagna con i colleghi, il ricorso di un uomo a una veggente per trovare l’anima gemella, una serata danzante tutt’altro che voluttuosa, la gentilezza un po’ invadente di un venditore al castello di Hikone…
Anche grazie alla letteratura giapponese e all’apprendimento degli ideogrammi, l’autrice si cimenta nella comprensione di una cultura piena di contraddizioni, «sofisticata e al tempo stesso provinciale, ipertecnologica ma per certi versi arretrata, ipocrita eppure onesta».
Arrivando alla definitiva consapevolezza che si tratta davvero di un mondo particolare, fuori da tutti i luoghi comuni, a cui non si può che tentare di avvicinarsi all’infinito.
E in questo avvicinamento Antonietta Pastore ci accompagna generosa, con la limpidezza della scrittura e la delicatezza del suo sguardo sulle cose, su quei particolari capaci di illuminare improvvisamente l’insieme.
Di Antonietta Pastore ho letto tempo fa “Nel Giappone delle donne” e mi è piaciuto molto. Lo consiglio vivamente, peraltro, la Pastore è una delle traduttrici che si incontrano più spesso nei romanzi ch arrivano dal Giappone. In questo ultimo libro, invece, sono inciampata proprio ieri, e l’ho subito comprato. Ma non intendo leggerlo subito, vorrei portarmelo in Giappone ad aprile, visto che è scritto fitto ma in formato “asportabile”. Ma, soprattutto, perchè mi sembrerà di stare in ottima compagnia.
Grazie per le informazioni su questa grande letteratura
Grazie della dritta, quando rientrerò in italia non mancherò di cercarmi questo libro 🙂
Ciao a tutti,
ho da poco finito di leggere questo gradevolissimo libro.
L’ho preso per caso in bibblioteca ed è stato davvero una bellla sorpresa.
Ho avuto la fortuna di visitare il Giappone e leggendo questo libro ho capito tante cose.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro.
Ciao a tutto.
Gerardo
Grazie del commento, Gerardo.
Ti consiglio di leggere anche Il Giappone delle donne.
Torna a trovarci presto. 🙂
…appena ritornato dal Giappone dopo venti giorni come ospite di amici giapponesi tra Nara, Osaka, Hiroshima Kobe, Hagi e Nagoya! Ho intravisto questo libro in una libreria della stazione prima di prendere un treno regionale.. Lo compro subito e lo leggo tutto “ad un fiato” tra una serie di strambe coincidenze e ritardi tipicamente “italiani”. Il libro mi è piaciuto molto. Descrive in modo semplice ma accurato gli usi, i costumi e gli atteggiamenti di questa meravigliosa cultura che si possono percepire anche se vi si trascorre solo qualche settimana. Avrei voluto leggerlo durante il mio viaggio ma averlo letto dopo mi ha fatto rivivere tutti i bei momenti tra gli amici giapponesi e ha dato seguito a molte delle personali riflessioni iniziate durante una passeggiata autunnale nel Nara-Koen e riprese poi tra le righe di quest’attendibile ritratto del Giappone. Lo consiglio quantomeno a tutti coloro che desiderano andare in Giappone e a tutti quelli che vi sono già stati…
@ Andrea. Grazie per averci raccontato della tua esperienza con il libro. Spero di riuscire a leggerlo anch’io prima di partire. 🙂
Ho partecipato alla presentazione del libro “leggero il passo sui tatami” della Pastore a Mestre, mi ha subito incuriosita e l’ho ordinato in una libreria di Ve.Avevo da poco conosciuta un’artista giapponese e il suo comportamento mi aveva molto colpita. Avevo seguito la sua malattia e la sua morte, mi era rimasta nel cuore come non mai… ed ero curiosa scoprire la sua cultura, il suo paese ed ora ne avevo la possibilità! Il libro è molto scorrevole, ricco di particolari che ti fanno entrare nella realtà nipponica,il primo racconto sull’orientamento e sugli ideogrammi, mi ha fatto venire l’ansia ma è bello perchè in vari racconti il finale è a sorpresa.Lo consiglio anche a chi non andrà mai in Giappone, mi è molto piaciuto ed ho conosciuto un pò della terra di quell’artista.Sento così di amare un pò di più il Giappone ed ora che c’è stato questo drammatico terremoto, il pensiero subito mi è andato alla famiglia di Chizuko e agli amici di Antonietta Pastore.Spero vivamente che tra loro nessuno manchi all’appello!Giappone sei nel mio cuore.Forza!
grazie per aver condiviso i tuoi ricordi e naturalmente mi associo al tuo pensiero per il Giappone. speriamo davvero che presto la situazione si risolva per il meglio.