Come si interseca il passato del Giappone, ricco di tradizioni, con il suo presente pop? A questa domanda hanno tentato di rispondere gli studiosi che sono stati impegnati in due edizioni del convegno “Wabi Sabi Cyber” (promosso dall’università “L’Orientale” di Napoli), i cui atti sono stati riuniti in Culture del Giappone contemporaneo. Manga, anime, videogiochi, arti visive, cinema, letteratura, teatro, architettura (Tunué, pp. 288, € 16,50).
Ancora non ho avuto modo di sfogliare il libro, ma avendo partecipato a uno dei congressi, sono certa sia un’opera di ottima qualità, che riunisce prospettive e interessi eterogenei.
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Libri e videogiochi giapponesi: "Power up" di Chris Kohler
Da piccola, nutrivo una passione sconfinata per il Game Boy, col quale trascorrevo ore e ore a giocare, soprattutto con Tetris e Super Mario. Crescendo, ho abbandonato – un po’ a malincuore – questo hobby; per questa ragione voglio dedicare il post a coloro che, invece, continuano a coltivarlo anche da adulti.
Il libro che vi presento oggi è, infatti, Power up. Come i videogiochi giapponesi hanno dato al mondo una vita extra di Chris Kohler (ed. Multiplayer.it, pp. 310, € 15), ritenuto dagli aficionados del genere un must.
L’autore è un noto recensore trentenne di videogame, laureato in studi giapponesi e pluripremiato. Nel volume ripercorre la storia dei videogiochi giapponesi, cercando di individuare la chiave del loro successo planetario; per far ciò, dialoga con alcune delle maggiori figure del campo (Shigeru Miyamoto, Hideo Kojima, etc.), mettendo in luce i complessi rapporti tra industria, pop culture e comunicazione.