Tag: Taichi Yamada

La voci del passato di Taichi Yamada

Spesso, quando si ama una nazione, si tende a trascurarne gli aspetti più spiacevoli o prosaici, enfatizzandone altri; in virtù di ciò, il Giappone rappresenta per molti soltanto il paradiso del sushi, popolato di geisha, robottoni e samurai.
Ma persino l’idilliaco Paese del Sol Levante, come dimostrano le cronache politiche degli ultimi giorni, ha i suoi problemi interni, più o meno gravi: di essi ci parla – con una prospettiva tutta sua – Taichi Yamada, in Una voce lontana (trad. di Emanuela Cervini, ed. Nord, pp. 192, € 13), presentato così dall’editore:

Durante l’arresto di sei clandestini provenienti dal Bangladesh, Tsuneo, un ufficiale dell’immigrazione, blocca uno degli stranieri in fuga, ma improvvisamente crolla a terra, travolto da un’irresistibile sensazione. Sembra un episodio isolato in una vita altrimenti tranquilla, ma, poco dopo, quel particolare «svenimento» si ripete. E non solo: Tsuneo comincia a sentire una voce – una voce di donna – che gli parla, lo ammonisce, gli dà consigli, gli chiede di ricordare: ricordare ciò che ha fatto durante la sua permanenza negli Stati Uniti, quando lui stesso era un clandestino. In breve tempo, quella voce diventa l’unica cosa veramente importante. Tsuneo abbandona il lavoro, la fidanzata e qualsiasi impegno sociale, e si getta anima e corpo nel tentativo di capire che cosa voglia da lui la voce. Uno slancio che farà emergere tutto il dolore sopito nel suo passato e che gli aprirà gli occhi su un mondo che lui non ha mai voluto vedere né ascoltare…

Un libro… da brividi: "Estranei" di Taichi Yamada

Indecisi sul libro da portare (beati voi) in vacanza?
A chi ama i brividi e la suspense, oggi lo “chef” consiglia Estranei di Taichi Yamada (ed. Nord, pp. 222, € 14), vincitore dello Yamamoto Shugoro Prize for Literature.
L’editore Nord ne parla così:

Hideo Harada è un uomo di mezz’età, divorziato, con un figlio che non vede quasi mai e un lavoro – scrivere sceneggiature per la televisione – che stenta a decollare. Per di più, vive nel suo ufficio, in una grande e asettica palazzina nei pressi di una trafficata strada statale di Tokyo.
Così, per sfuggire allo squallore e alla solitudine della propria esistenza, il giorno del suo compleanno Hideo decide di recarsi ad Asakusa, il quartiere della sua infanzia, dove a dodici anni aveva perduto entrambi i genitori, investiti da un’auto. Ma, quando entra in un teatro, tra il pubblico nota un individuo straordinariamente somigliante al padre. L’uomo lo invita a seguirlo a casa sua, dove lo aspetta la moglie: anche lei è identica alla madre morta
Hideo trascorre con i due una serata sconcertante e meravigliosa, e questo gli dà la forza di riprendere a lavorare con rinnovata energia. Gli incontri si susseguono, e sono una fonte di gioia e serenità, eppure… Hideo appare agli occhi dei suoi amici sempre più pallido e smunto, come se un male oscuro lo stesse consumando. La persona più angosciata di tutti è Kei – una vicina di casa con la quale Hideo ha intrecciato una relazione sentimentale -, che, una volta scoperto il suo segreto, gli consiglia di interrompere quelle visite, perché è evidente che lo stanno distruggendo.
Ma anche Kei nasconde una verità inquietante
Riecheggiando lo stile di Paul Auster e le atmosfere di Haruki Murakami, Estranei è un romanzo commovente sul potere della memoria e sulla difficoltà di instaurare un rapporto autentico e sincero con gli altri.

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