Quest’oggi vi presento un altro libro per approfondire la figura di Mishima, L’angelo ferito. Vita e morte di Mishima (Liguori, p.360, 23,50 €) di Emanuele Ciccarella, docente di Lingua e letteratura giapponese all’Università degli Studi di Torino, e autore anche de La maschera infranta. Viaggio psicoestetico nell’universo letterario di Mishima (Liguori, p. 110, 12,50 €).
Eccone una recensione di Donatella Trotta, intitolata
Mishima, Icaro del Giappone, e apparsa su Il Mattino del 2 febbraio 2007.

angeloferito«Senza ali, la sua vita sarebbe stata molto più leggera. Le ali non sono adatte per camminare sulla terra… Non c’è nessuno che gli insegni come liberarsi di queste ali?» Così riflette Sugio, il protagonista di Tsubasa (Ali, appunto), al termine di un racconto favolistico del 1951 di Yukio Mishima, riproposto in italiano nel 1992 da Stampa Alternativa: «una storia alla Gautier», la definì l’autore stesso, che in una nota rivela di non essere stato compreso, all’epoca, nella «sincerità» della sua «confessione» senza maschera. «Probabilmente era la conseguenza di essere sempre apparso agli altri come chi non vuole mai dire nulla di sé», concludeva il grande e controverso scrittore giapponese (1925-1970), fenomeno non solo letterario divenuto un classico tra i più tradotti all’estero (anche nei 2 volumi dei Meridiani Mondadori 2004-2006, a cura di Maria Teresa Orsi). Questi dettagli tornano non a caso in mente leggendo l’intensa biografia appena pubblicata, dopo un meticoloso lavoro decennale, da Emanuele Ciccarella: L’angelo ferito. Vita e morte di Mishima, che esce a trent’anni dalle due celebri biografie in inglese di John Nathan e Henry Scott Stokes (tradotta in italiano da Feltrinelli e ispiratrice del film «Mishima» di Paul Schrader), e dalla suggestiva ”rilettura” metafisica di Marguerite Yourcenar (Mishima o la visione del vuoto, Bompiani). L’immagine metaforica dell’angelo – tra le tantissime che costellano l’esistenza inquieta e i 40 volumi della fluviale opera omnia di Mishima, per tre volte candidato al Nobel della letteratura – percorre infatti la monografia di Ciccarella dall’inizio (con i non casuali versi dannunziani dall’Alcyone dedicati a Icaro, in exergo, e i primi ”voli” di un talento letterario precoce analizzato nella sua prismatica e ambigua evoluzione) sino alla fine: ponendosi come una delle più preziose chiavi di lettura di quella che Yasunari Kawabata, mentore di Mishima, ebbe a definire l’«indecifrabile originalità» del poliedrico autore della geniale tetralogia Il mare della fertilità. Il quarto e ultimo volume della tetralogia, dall’emblematico titolo La decomposizione dell’angelo, è anche quello che non a caso suggella pure la fine volontaria del trasgressivo e discusso romanziere, drammaturgo, saggista, critico letterario, pensatore, persino regista e (mediocre) attore, assetato d’assoluto al punto di pianificare (e lasciar presagire) a lungo il suo cruento suicidio rituale per seppuku: giacché «la vertigine del vuoto è un’attrazione troppo grande per chi ha davvero deciso di volare», commenta in chiusura Ciccarella, fine yamatologo napoletano, docente di lingua e letteratura giapponese all’università di Torino, traduttore di grandi autori del Novecento nipponico e specialista di Mishima, del quale ha fatto conoscere tra l’altro i racconti giovanili de La foresta in fiore, l’unico romanzo sulla psicoanalisi, Musica, e due illuminanti interviste mai tradotte, Le ultime parole di Mishima (tutti editi da Feltrinelli). E se nel suo precedente saggio La maschera infranta (Liguori) Ciccarella intraprendeva una sorta di viaggio psico-estetico nell’universo interiore e nella formazione di Mishima riverberati dal romanzo autobiografico giovanile Confessioni di una maschera, con L’Angelo ferito va oltre: nel cuore – inafferrabile e spiazzante – dell’enigma Mishima tout court. Un enigma indagato con una aggiornata documentazione, diversi tagli prospettici e una cifra stilistica affettiva, senza pregiudiziali ideologiche. E in primo piano, nel libro, è la statura intellettuale di Mishima ad emergere, più che la sua scomoda e scandalosa public figure: perché Ciccarella parte dall’analisi delle sue opere, per arrivare a far luce attraverso il laboratorio di scrittura dell’autore anche sui suoi tratti esistenziali pubblici e più intimi. Un approccio originale, che riesce a mettere a fuoco tutti i dualismi antagonistici che hanno segnato vita e opera di Mishima: corpo e parole, innanzitutto, ma anche eros e thanatos, dimensione dionisiaca e apollinea, via della penna e della spada, arte come «miele e veleno», nichilismo estetico e filosofia dell’azione, romanticismo e classicismo, diversità non solo sessuale e derive ultranazionaliste.

Per chi ne volesse sapere di più, questo è l’indice dell’opera:

Ringraziamenti – Avvertenza – Capitolo I – Preambolo – Sangue aristocratico e contadino – Recluso nell’ombra – La nascita dei primi racconti – La foresta in fiore – Capitolo II – Burocrate di giorno, poeta di notte – Confessioni di una maschera – L’ossessione della Morte – Il doppio Edipo – Il palanchino sacro – La seduzione di San Sebastiano – La seduzione del mare – “Tempo omosessuale” e “tempo eterosessuale” – Il martello del nichilismo – Capitolo III – Il cammino dopo la “confessione” – Colori proibiti – Il teatro – La voce delle onde – Capitolo IV – Il Padiglione d’oro – Un rigoroso metodo di scrittura – Il matrimonio – La casa Kyōko – Il teppista solitario – Capitolo V – I germogli del nazionalismo – Patriottismo – Romanticismo e classicismo – Il sapore della gloria – Dopo il banchetto – Il mare della fertilità – Capitolo VI – Neve di primavera – Bunburyōdō: la via della penna e della spada – A briglia sciolta – Gli scudi di Sua Maestà l’Imperatore – Capitolo VII – Il tempio dell’alba – Gli ultimi drammi – La decomposizione dell’angelo – I preparativi per l’azione – Il giorno dell’azione – Post mortem – Nel giardino degli angeli – Glossario – Bibliografia – Bibliografia delle opere pubblicate in Italia

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